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ICEA - Istituto Certificazione Etica e Ambientale

  • I numeri dell'economia

    Unioncamere/Il monitoraggio periodico delle dinamiche del mercato del lavoro Occupazione, “sorpresa” in provincia di Napoli Il territorio partenopeo mostra un saldo attivo nel primo trimestre 2015, ma in tutti gli altri territori della regione si configura l’ennesima contrazione. Nel Salernitano sbilancio negativo di 200 unità.

    Saldo negativo per l'occupazione nel Salernitano

    di Mario Gallo

     

    L’occupazione torna in attivo: a livello nazionale sarà pari a +8.400 occupati il saldo tra assunzioni ed uscite stimato dal monitoraggio trimestrale (gennaio – marzo 2015) effettuato da Unioncamere e Ministero del Lavoro nell’ambito del Sistema informativo Excelsior. Ma a beneficiarne sarà soprattutto il Nord del Paese con la Lombardia, in particolare, ad evidenziare un saldo attivo di 9.300 posti di lavoro. Resta negativa la situazione nel Mezzogiorno dove il bilancio tra entrate e uscite di personale sarà pari a -3.390 occupati. In Campania i dati positivi della provincia di Napoli assorbiranno la perdita di posti di lavoro delle altre province, con Salerno che perderà altri 200 occupati.

    [continua]




    Glocal di Ernesto Pappalardo

    La campagna elettorale per le regionali relega in secondo piano le problematiche strutturali del sistema produttivo campano Tra libri dei sogni, cacicchi e sviluppo Non si scorge nei programmi (ad uso e consumo del circuito mediatico) alcun accenno all’esigenza di mettere in campo progetti di rilancio dell’economia in area vasta. Prevalgono ancora sterili localismi.

    Il tema cruciale è sempre lo stesso: come attivare dinamiche capaci di rianimare la disastrata economia della Campania e della provincia di Salerno? Tema, ovviamente, non nuovo, ma – tanto per cambiare – solo marginalmente oggetto di approfondimenti seri (non ad uso e consumo del circuito mediatico) da parte di chi pure si candida alla guida della Regione. Al di la della complessa “fenomenologia” del “nulla” propositivo dei partiti (che è tipico del modo di affrontare le campagne elettorali perché, naturalmente, non ci si vuole alienare alcun “target” ritenuto più o meno appetibile), resta il fatto che è difficile comprendere il modello di sviluppo al quale si fa riferimento da parte della cosiddetta “filiera” istituzionale. Una “filiera” che alla prova dei fatti non esiste in quanto Comuni, Province e Regione da anni ritengono di non avere alcun “vantaggio” politico – tranne in rarissimi casi – ad andare d’accordo. Con buona pace del supremo interesse (l’unico che dovrebbe realmente contare) dei territori che sono chiamati a governare. Senza considerare la guerra aperta che per cinque anni ha contraddistinto i rapporti tra il capoluogo Salerno e la Regione Campania, occorre valutare anche le incredibili ed incomprensibili “guerriglie” di campanile tra i cacicchi/sceriffi/sindaci che popolano la geografia degli altri 157 Comuni ricadenti nel Salernitano. [continua]




    Green Style

    Dati Ismea/La dinamica negativa colpisce in particolare le coltivazioni vegetali e la zootecnia Prezzi agricoli all’origine: -5,5% Il differenziale medio si è attestato alla fine dello scorso anno a -4,6% su dicembre 2013. Le maggiori riduzioni di prezzo interessano i semi di soia (-17,7%) ed i vini (-14%). Forte anche il calo riscontrato per ortaggi e frutta, rispettivamente del 13,3% e dell'11,9.

    Nel 2014 i prezzi agricoli in Italia hanno fatto segnare una riduzione pari al 5,5% rispetto al 2013. Il dato emerge dall'indice dei prezzi all'origine dei prodotti agricoli elaborato dall'Ismea attestatosi, nel 2014, mediamente a 113,6 (l'indice è calcolato in base 2010=100). A determinare tale flessione le diminuzioni registrate nel comparto delle coltivazioni vegetali (-8,5%) e nell’aggregato zootecnico (-2,3%). [continua]




    Lo Speciale

    La Cassa Rurale ed Artigiana della Piana del Sele chiude il 2014 con numeri molto positivi Petrone: “Partner del nostro territorio” Il presidente della Bcc di Battipaglia spiega la strategia per il 2015: maggiore attenzione alla costruzione di una vera e propria rete delle eccellenze produttive per sostenerle anche sui mercati esteri.

    Silvio Petrone (Bcc di Battipaglia e Montecorvino Rovella)
    (Er.Pa.) - La notizia è che gli impieghi crescono (da circa 254 a 271 milioni di euro) e che il patrimonio netto si attesta a 93 milioni di euro. Significa che la Cassa Rurale ed Artigiana di Battipaglia (e Montecorvino Rovella) chiude il 2014 con numeri molto importanti (in rapporto alle sue dimensioni) e che si prepara ad un 2015 sulla stessa scia con un’impostazione strategica più orientata al sostegno attivo delle piccole e medie imprese, riservando maggiore attenzione all’analisi delle dinamiche di sviluppo del territorio e scegliendo il percorso più difficile (sebbene “obbligato”) per svolgere fino in fondo la funzione di banca di prossimità. Quale? La partnership attiva con il circuito economico e produttivo, condividendone “visioni” operative: aggregazioni e “reti”; orientamento all’export; investimenti (per quanto possibile) in ricerca ed innovazione. E, soprattutto, lavorando costantemente all’elaborazione di un modello di relazioni banca/impresa improntato più alla condivisione delle progettualità che alla “trattativa” sulla concessione della liquidità. [continua]




    Lo speciale 1

    Il movimento campano del credito cooperativo si conferma una presenza particolarmente significativa nel panorama creditizio regionale
    Salvati: “Parola-chiave? Competitività” Il direttore generale della Bcc di Battipaglia: “Importante mettere in campo un nuovo modello di relazioni banca/impresa. La vera sfida da vincere? Maggiori aggregazioni produttive e più apertura ai mercati esteri”.

    Fausto Salvati direttore generale della Bcc di Battipaglia

    di Ernesto Pappalardo

     

    Le Bcc operative in Campania sono 19, di cui 3 in provincia di Avellino, 1 in provincia di Benevento, 2 in provincia di Caserta, 1 in provincia di Napoli e 12 in provincia di Salerno, per un numero complessivo di sportelli pari a 134. Il totale dei depositi ammonta a 3 miliardi e 115 milioni; quello degli impieghi a 2 miliardi e 700 milioni. Le quote di mercato sono significative: per numero di aziende presenti sul territorio regionale le Bcc rappresentano il 59,38%, con punte del 75% in provincia di Avellino e di oltre il 92% in provincia di Salerno. Le Bcc esprimono l’8,58 per cento della rete regionale degli sportelli, il 6,8 per cento del totale dei depositi ed il 5,4 del totale degli impieghi. Su base provinciale le Bcc raccolgono il 14,3 per cento dei depositi in provincia di Avellino; il 9,7 per cento in provincia di Benevento; il 3,4 in provincia di Caserta; lo 0,2 per cento in provincia di Napoli ed il 27,7 per cento in provincia di Salerno. Per quanto concerne gli impieghi le Bcc sono attestate al 15,3 per cento in provincia di Avellino; al 9,1 in provincia di Benevento, al 3,4 in provincia di Caserta; allo 0,09 per cento in provincia di Napoli ed al 20,7 per cento in provincia di Salerno.

    [continua]




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