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ICEA - Istituto Certificazione Etica e Ambientale

  • Green Style di Mario Gallo

    Le previsioni di Assonenologi confermano uno scenario in campo positivo per i viticoltori campani. Vino, Campania +10% Dopo il forte calo del 2014 (-28%) le attese per l’anno in corso autorizzano favorevoli aspettative anche sotto il profilo della qualità finale. In termini quantitativi si raggiungerà il livello di 1 milione e 300mila ettolitri.

    Confermate da Assoenologi, l’organizzazione nazionale di categoria dei tecnici del settore vitivinicolo, le stime sulla produzione vitivinicola 2015: ad una crescita quantitativa di circa il 10% rispetto allo scorso anno si associa anche una qualità più che ottima. In Campania, dopo un 2014 che aveva fatto registrare un calo di produzione pari al 28% rispetto alla precedente annata, nel 2015 si rileva un incremento del 10% con una produzione stimata pari a 1.300.000 ettolitri. [continua]




    L'acquario di Luca Iovine

    I cambiamenti in atto nel mercato occupazionale richiedono grande flessibilità nella ricerca di strumenti adeguati ai momenti di crisi. Contratti di solidarietà? Sottovalutati Mastropietro (Apaie Salerno): “Rispondono all’esigenza dell’impresa non solo di ripristinare un equilibrio finanziario e reddituale, ma anche di non perdere il know how aziendale, evitando dunque i costi e le difficoltà logistiche legate alla necessità di selezionare e formare il nuovo personale”.

    Da 24 a 36 mesi la durata massima del contratto di solidarietà
    In un periodo storico come quello attuale, caratterizzato da una perdurante instabilità del quadro economico, possono assumere particolare rilievo gli ammortizzatori sociali volti a garantire la flessibilità della prestazione lavorativa. In particolare la legge 863/84, istitutiva dei cd. Contratti di solidarietà, permette di affrontare situazioni di crisi aziendali temporanee attraverso la riduzione degli orari di lavoro dei lavoratori dipendenti, con il contestuale versamento a questi ultimi di un contributo (pari a circa il 60% della retribuzione persa) come misura di sostegno del reddito. [continua]




    Il lavoro

    Il vero salto culturale resta il passaggio da una visione nazionale ed omogenea del quadro regolamentativo ad una di ambito locale. E ora accordi di “territorio” “La sfida che si apre dopo l’approvazione del Jobs Act è legata all’incremento delle intese nelle aziende. Solo applicando questa logica sarà possibile promuovere il sostanziale valore della produttività”.

    Accanto ai contratti collettivi quelli territoriali e aziendali
    Il Jobs Act ha il merito di aver introdotto nell’ordinamento italiano un unico testo normativo che disciplina la flessibilità in entrata; con la pubblicazione del D.Lgs. 81/2015 il percorso si è concluso con il risultato di avere un Testo Unico contenente tutte le tipologie contrattuali stipulabili in Italia. L’art. 51 del suddetto Decreto stabilisce che “salvo diversa previsione, ai fini del presente decreto, per contratti collettivi si intendono i contratti collettivi nazionali, territoriali o aziendali stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e i contratti  collettivi aziendali stipulati dalle loro rappresentanze sindacali aziendali ovvero dalla rappresentanza sindacale unitaria”; in poche parole il legislatore con “contratti collettivi” intende anche i contratti collettivi di secondo livello, cioè quelli territoriali e quelli aziendali. [continua]




    Lo Speciale

    L’analisi elaborata dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza. Salerno? Poco “women friendly” Il territorio provinciale si classifica solo nel quarto gruppo (il penultimo) dello speciale indice individuato per misurare i parametri più favorevoli all’inserimento delle donne nel mondo del lavoro. Milano in vetta per la competitività femminile. Pescara e Firenze prime nella graduatoria generale, L’Aquila in quella che tiene conto dei servizi sociali.

    Salerno territorio ancora poco women friendly
    (Er.Pa.) - I territori più attenti alle esigenze dell’universo femminile in termini di servizi sociali e di condizioni più idonee dal punto di vista dell’inserimento nel mondo del lavoro e dell’imprenditoria? La mappatura è stata realizzata dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza (su dati Registro Imprese, Istat e Ministero dell’Istruzione) che ha presentato i risultati nei giorni scorsi nell’ambito delle iniziative di “Expo 2015”. “Pescara e Firenze - si legge nella nota della Camera di Commercio di Monza e Brianza - risultano essere i territori più women-friendly in Italia, secondo l’indice  Iwf (Index Women Friendly), che prende in considerazione 19 indicatori: dai parametri economici (il tasso di occupazione e di disoccupazione femminile, le imprese femminili e la loro densità territoriale, il rapporto tra nuove imprese femminili iscritte e cessate) a quelli sociali (i servizi del welfare legati alla sanità e gli asili, sicurezza, cultura, servizi alle persona, rete distributiva)”. [continua]




    Glocal di Ernesto Pappalardo

    Il documento presentato dal Censis nei giorni scorsi descrive i percorsi possibili per fare ripartire l’economia del Mezzogiorno. Il Sud oltre i “cacicchi”  "Expo 2015 è stata l’occasione per capire che oggi lo sviluppo locale sul piano economico ha nuove opportunità di saldare le reti corte locali e le reti lunghe globali, aprendo all’azione degli operatori di territorio mercati in passato impraticabili". 

    Ma è davvero finita la stagione dello sviluppo locale? La domanda è ancora centrale per provare ad individuare le risposte da cui ripartire con l’obiettivo di avviare una nuova stagione di rilancio strutturale dell’economia meridionale. Il documento ("Il futuro dei territori. Idee per un nuovo manifesto per lo sviluppo locale") presentato dal Censis nei giorni scorsi a Milano – nell’ambito di “Expo 2015” – rappresenta un riferimento importante, considerando l’autorevolezza degli autori, per tentare di comprendere lo scenario attuale e, nello stesso tempo, le potenziali opportunità che il tessuto economico e sociale ha a disposizione in un contesto così difficile come quello che si è delineato nelle regioni del Sud e, quindi, anche in Campania. [continua]




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