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ICEA - Istituto Certificazione Etica e Ambientale

  • Lo Speciale

    Rapporto Unioncamere/ Il modello “Made in Italy”? Ha respinto meglio la crisi Distretti, Nocera-Gragnano nella top ten

    Ottima “perfomance” sui mercati delle aziende agroalimentari della provincia di Salerno 
    Si conferma in controtendenza positiva anche il dato relativo ai flussi delle esportazioni


    di Mario Gallo

    C’è ancora un’Italia che va. Ed in questo pezzo positivo del Paese è presente anche la provincia di Salerno. Si tratta dell’Italia delle 278mila piccole e medie imprese operanti nei 100 distretti monitorati dall’Osservatorio nazionale Unioncamere, nei quali operano quasi 1,4 milioni di addetti e alle quali si devono circa 75 miliardi di euro di valore aggiunto prodotto. Considerando il complesso delle aree distrettuali, queste imprese concentrano oltre il 50% dell'occupazione manifatturiera italiana. All’interno di questi “confini” produttivi un posto di rilievo occupa il Distretto industriale agroalimentare di Nocera Inferiore-Gragnano, al 7° posto in Italia nella classifica dei distretti che possono vantare le migliori performance produttive. Gli indicatori che confermano la validità del modello dei distretti sono contenuti nel Rapporto sui Distretti 2014, promosso da Unioncamere e presentato nei giorni scorsi a Roma.
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    I numeri dell'economia

    Presentato il rapporto sul disagio insediativo realizzato a Unioncamere e Legambiente Il “talento” dei luoghi? Non basta, occorrono le “reti”

    Piccoli comuni sempre più a rischio di “residualità” rispetto alle dinamiche di crescita
    Fondi Ue indispensabili per realizzare interventi di “connessione strutturale” dei territori

    Il rischio di diventare sempre più marginali rispetto alle dinamiche di crescita socio/economica è sempre più concreto per le piccole realtà territoriali. In Italia l’85% dei comuni - in cifre assolute: 6.875 - ha meno di 10.000 abitanti. La distribuzione capillare della popolazione “è una ricchezza insediativa che rappresenta una peculiarità e una garanzia del nostro sistema sociale e culturale; una certezza nella manutenzione del territorio; una opportunità di sviluppo economico. Ma lo spopolamento e l’impoverimento di vaste aree - soprattutto pedemontane, montane e insulari - ha assunto nel secondo dopoguerra caratteri strutturali delineando un’Italia del disagio insediativo. Riguarda queste tematiche la ricerca - presentata nei giorni scorsi a Roma da Legambiente e Unioncamere - basata su 168 indicatori comunali attraverso “l’applicazione di diversi approcci, tra cui l’analisi neurale che ha individuato 9 cluster di appartenenza a disagio, medietà  o migliori performance insediative”. Le variabili sono state raccolte “in 8 famiglie: agricoltura, istruzione e formazione, risorse umane e occupazione, potenzialità dei territori, impresa e lavoro, demografia, ricchezza, turismo”.
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    Approfondimenti

    Il caso/Continua a fare discutere l’accorpamento delle Autorità di Napoli e Salerno Il “fronte” del porto prova a difendersi

    La comunità imprenditoriale si interroga sulle ragioni della scelta fatta dal Governo
    Attivati i canali istituzionali, preoccupazione per l’autonomia gestionale dello scalo

    Da sx Agostino Gallozzi e Mauro Maccauro
    Grande preoccupazione nella comunità portuale salernitana per l’ipotesi di accorpamento delle Autorità Portuali di Napoli e Salerno. La mobilitazione è scattata immediatamente da parte di Assotutela e di Confindustria, una missiva congiunta molto articolata è stata inviata al ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi, sono in corso contatti con i livelli istituzionali regionali e centrali per provare a sottolineare le ragioni di funzionalità gestionale che sconsigliano di procedere nella direzione della creazione di una sola Autorità per i due scali obiettivamente differenti non solo per dimensioni e bacini di utenza, ma anche dal punto di vista delle problematiche amministrative. Chiare le posizioni in campo espresse nei giorni scorsi. Il presidente di Confindustria Mauro Maccauro ha scritto al vicepresidente di Confindustria Aurelio Regina, delegato nazionale allo Sviluppo Economico, ed ai suoi colleghi presidenti delle associazioni territoriali del sistema confindustriale di Genova, La Spezia, Livorno, Massa Carrara e Savona.
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    Green Style

    Dati Coldiretti e Confesercenti/Il calo dei redditi influenza le abitudine festive La crisi morde ancora, Pasqua “casalinga”

    Per risparmiare si ritorna alla cucina tradizionale e al “fai da te” in ambito familiare
    Aumenta il consumo di uova “ruspanti”, solo tre su dieci si muoveranno nei “ponti”

    Vacanze pasquali sempre più “casalinghe” per gli italiani, ma ci saranno tagli importanti anche sulla spesa per imbandire la tavola con i prodotti simbolo della ricorrenza. Questo quanto emerge dalle analisi svolte da Coldiretti e Confesercenti su quelle che saranno le abitudini degli italiani durante le festività pasquali del 2014. Coldiretti evidenzia che il 24% degli italiani non acquisterà quest’anno uova o colombe industriali o artigianali, mentre si prevede un ritorno al fai da te casalingo che non si registrava dal dopoguerra per ben 5 milioni di italiani. Un sondaggio Confesercenti SWG, invece, valuta che saranno 13 milioni gli italiani adulti (30%) che si regaleranno una vacanza fuori della propria città, mentre il restante 70% (circa 32 milioni) preferirà una Pasqua…casalinga.
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    Glocal di Ernesto Pappalardo

    Sviluppo/L’analisi di Unioncamere sulle dinamiche dei sistemi produttivi locali I Distretti battono la crisi, ma le istituzioni segnano il passo

    Si fa un gran parlare di modelli di sviluppo che tirano in ballo il Mezzogiorno e ci si imbatte in dibattiti sempre più per “specialisti”. Sudismo e Meridionalismo sono le categorie del più recente paradigma narrativo che tracima da giornali/tv/radio/web. Una riflessione estremamente utile in un momento di grande confusione politico/istituzionale, peraltro imbarbarita da presunte “guerre” di territorio che non giovano a nessuna delle comunità in causa (vedi alla voce Autorità Portuale Napoli/Salerno). Eppure, è proprio il territorio che continua, invece, a lanciare segnali estremamente concreti con l’indiscutibilità dei numeri e delle analisi in base ad indicatori adeguati alla descrizione di quella che è la realtà economica e produttiva delle regioni meridionali e della Campania. I distretti, per esempio, si confermano veri e propri baluardi rispetto alle varie ondate della crisi - che da queste parti non appare affatto domata (con buona pace dei vari predicatori della “ripresa da agganciare a tutti i costi”) - così distruttive al Sud. Secondo l’analisi di Unioncamere il distretto di Nocera/Gragnano si colloca, appunto, nella top ten nazionale. Che cosa significa?
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