Lo Speciale
Unioncamere/L’analisi delle dinamiche congiunturali dell’imprenditoria femminile
Le imprese in "rosa" reggono la crisi
In Campania il tasso d'incidenza (26,6%) risulta superiore alla media nazionale
E Avellino e Benevento superano la quota del 32 per cento, tra le più alte d’Italia
Le imprese al femminile in Campania risentono del difficile momento congiunturale che l’economia vive soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno ed in alcune province subiscono una battuta d’arresto in termini di saldo riferito al tasso di nati/mortalità aziendale. I dati diffusi da Unioncamere nei giorni scorsi evidenziano che il tasso percentuale di variazione rispetto allo stock complessivo delle imprese in rosa iscritte ai registri camerali in Campania è pari (nel raffronto 2013/2012) allo 0,11%. Percentuale distante dalla media nazionale dello 0,24%, che risulta superiore anche allo 0,20% del trend riferito al totale delle imprese (sempre a livello nazionale). Sottolineato questo andamento non particolarmente brillante, va comunque chiarito che il tasso di incidenza delle imprese femminili sul totale delle aziende campane è superiore alla media nazionale: 26,6% (per un totale di 149.244 su 561.732) rispetto al 23,6%, tre punti netti percentuali in più. E occorre aggiungere che il saldo è in ogni caso positivo: 172 imprese in più nel 2013 sul 2012. [continua]
I numeri dell'economia
Confcommercio/A gennaio cresce in campo negativo l’indicatore su dati Istat ed Inps
“Misery Index”, aumenta il disagio sociale
Le dinamiche della disoccupazione “estesa” influenzano la composizione del “Mic”
Ma resta invariata l’inflazione riferita a beni e servizi ad alta frequenza di acquisto
Prosegue il trend di crescita del disagio sociale che, secondo il Misery Index elaborato da Confcommercio (Mic) su dati Istat ed Inps e relativo al mese di gennaio 2014, si incrementa di 0,3 punti rispetto a dicembre 2013, passando da 21,8 a 22,1. Il Misery Index Confcommercio (MIC) misura mensilmente il disagio sociale causato dalla disoccupazione estesa (disoccupati, cassaintegrati e scoraggiati) e dalla variazione percentuale dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d'acquisto. Riguardo all’ultima rilevazione, l'aumento dell’indice consegue alla crescita di 0,2 punti della disoccupazione estesa (dal 16,6% al 16,8%), mentre l'inflazione dei beni e servizi ad alta frequenza di acquisto è rimasta invariata all'1,2%. [continua]
Approfondimenti
Censis-Ministero Lavoro/Come reagisce il tessuto produttivo alle dinamiche negative
Contro la crisi le imprese puntano sulle “competenze”
Il 37% è in cerca di nuove professionalità di qualità per conquistare nuovi mercati
Export manager, agenti di commercio, esperti di comunicazione e programmatori
Come stanno reagendo le aziende al ciclo economico negativo? Nonostante l’arrestarsi del “punto di caduta”, soprattutto nel Mezzogiorno permane una situazione di grave criticità che da tempo ha imposto una serie di cambiamenti organizzativi, in particolare dal punto di vista della strutturazione interna. Lo scenario che emerge dall’indagine del Censis - realizzata per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - presentata nei giorni scorsi, evidenzia che “la condizione di molte imprese è ancora critica: il 31,5% si trova in una fase di ridimensionamento, il 52,1% di stazionarietà, il 16,4% è in crescita”. Dal punto di vista dei livelli occupazionali “il saldo degli ultimi anni - è spiegato in una nota del Censis - è stato certamente negativo: il 33,6% delle aziende ha diminuito i livelli occupazionali, il 20,2% li ha aumentati e il 46,2% li ha mantenuti invariati”. Ma il dato più rilevante è “che una buona parte del tessuto produttivo ha avviato processi di riorganizzazione che hanno messo al centro la valorizzazione delle competenze dei lavoratori”. [continua]
Green Style
Accordo strategico per attivare “buone pratiche” di sviluppo ecosostenibile
Ance e Parco del Cilento insieme per l’edilizia “green”
Lombardi: “Filiere intelligenti per rimettere in moto le dinamiche economiche”
Troiano: “Sinergia utile per diffondere bioarchitettura e bioedilizia sul territorio”
Ance Salerno ed Ente Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, insieme per valorizzare la filiera dell’edilizia “green”. L’intesa - che sarà ufficializzata il prossimo 31 marzo - prevede l’individuazione e la partecipazione a bandi e programmi, finanziati nell’ambito delle politiche comunitarie e nazionali, finalizzati alla riqualificazione energetica ed al recupero conservativo del patrimonio edilizio esistente, oltre che alla rigenerazione urbana in chiave di eco/sostenibilità nel perimetro del Parco. In termini più complessivi l’obiettivo comune si configura nella promozione di buone pratiche inerenti lo sviluppo edilizio sostenibile nell’area protetta. I principi generali sui quali si base l’accordo si incentrano su due obiettivi primari: incrementare le possibilità occupazionali per i giovani professionisti del territorio; migliorare le dinamiche di sviluppo socio/economico nell’area del Parco. [continua]
Glocal di Ernesto Pappalardo
Scenari/La “ripartenza” dei percorsi di crescita si basa su accordi condivisi dal basso
“Marchi” di qualità per rendere competitivi i territori
La sperimentazione di “nuovi” modelli di sviluppo si intreccia con la promozione
di certificazioni volontarie in grado di valorizzare “prodotti” e processi produttivi
In tempi di non sporadiche campagne di marketing più o meno strumentali, ma in grado di influenzare i processi info/comunicativi, appare sempre più indispensabile accelerare non tanto contro/campagne di marketing - nell’arena mediatica è sempre più difficile ribaltare la “narrazione” che è partita per prima ed ha accumulato senza dubbio un vantaggio competitivo (soprattutto se si basa su messaggi ambiguamente verosimili e non sempre veri) - ma più pragmaticamente percorsi che accertano e certificano la qualità di tutto quello che si intende vendere. Può essere una merce tradizionale, ma anche una filiera produttiva estesa. O anche un territorio in termini di appeal ambientale e ricettivo oppure di capacità attrattiva dal punto di vista dei fattori di competitività. In altre parole, il riferimento ad un “disciplinare” che di per sé garantisce il rispetto di una serie di “standard” di alto livello qualitativo determina una pre/condizione che può fare la differenza. [continua]