L'intervista
Le strategie del movimento del credito cooperativo in Campania per supportare le Pmi
Vildacci: “Pronti a sostenere start up ed imprese export oriented”
Il direttore di Federcampana Bcc: “Scommettere sui giovani e sulle aziende innovative”
“Prioritario rafforzare la partnership con il sistema produttivo per agganciare la ripresa”
Franco Vildacci
(Ma.Ga.) - “Le dinamiche del circuito del credito in provincia di Salerno ed in Campania continuano a segnalare una persistente difficoltà nel raggiungimento di un soddisfacente equilibrio tra domanda ed offerta. Il profilo qualitativo del credito resta sensibilmente difficile, mentre il calo della richiesta sembra dovuto prioritariamente agli effetti della crisi recessiva che solo da pochissimo tempo sembra lievemente attenuarsi (almeno in termini di fiducia nell’andamento ciclico dei prossimi mesi). Il clima è prevalentemente di attesa, ma le imprese e le famiglie aspettano segnali più concreti prima di decidere come muoversi sul mercato degli investimenti o della spesa e del risparmio (anche meno convenzionale)”. E’ questo il quadro che descrive Franco Vildacci, direttore della Federazione Campana delle Banche di Credito Cooperativo, intervistato da salernoeconomy.it.
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I numeri dell'economia
Rapporto Unioncamere / I dati 2013 relativi alla filiera estesa del comparto marittimo
In Campania la “blue economy” vale 9,2 miliardi
E in provincia di Salerno il valore aggiunto diretto ha superato il tetto dei 650 milioni di euro
con circa 15.000 occupati e oltre 4.900 imprese (pari al 4,1% dello stock territoriale)
di Mario Gallo
Un valore aggiunto complessivo pari a 9,2 miliardi di euro, oltre 21.500 imprese e circa 76mila occupati: questi i numeri principali relativi alla “blue economy” in Campania nel 2013 emersi dal 3° Rapporto Unioncamere sull’economia del mare, presentato nei giorni scorsi a Gaeta, nell’ambito della terza edizione degli “Stati generali delle Camere di Commercio” dedicati all’intera filiera del mare, uno degli appuntamenti della settima edizione dello “Yacht Med Festival” organizzato dalla Camera di Commercio di Latina. Anche per la Campania, quindi, si confermano gli importanti segnali di tenuta di un settore che, considerando anche l’esteso indotto, ha dato un apporto all’intera economia del Paese per una cifra pari a quasi 120 miliardi di euro.
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Approfondimenti
Censis/La mappa dei fenomeni positivi al termine del ciclo economico depressivo
La ripresa? Affidata ai territori “vigorosi”
Il “catalogo” dei soggetti “vitali” da cui ripartire “per andare oltre la facile depressione”
Dopo il lungo ciclo recessivo si registra un mutamento delle aspettative delle famiglie
“La quotidiana rincorsa ai dati catastrofisti su economia, occupazione e disagio sociale rischia di assuefare un'opinione pubblica apparentemente rassegnata. Sono però ormai tanti i segnali che l'onda si va rialzando. Il Censis ha realizzato un viaggio nel vigore socio-economico prossimo venturo, scoprendo le energie e i soggetti vitali da cui ripartire per andare oltre la facile depressione: i territori del vigore economico, le donne acrobate multitasking, gli immigrati alla conquista dell'autonomia imprenditoriale, i giovani pendolari globali”. E’ sulla base di questo quadro sintetico che si sviluppano le linee/guida della ricerca - “Una prospettiva di vigore per uscire dalla depressione” - realizzata dal Censis in collaborazione con Eni, che è stata presentata nei giorni scorsi a Roma.
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Green Style
Coldiretti/L’analisi dello scenario che emerge dai dati Istat relativi al commercio estero
Export agroalimentare, è record di crescita
Dall’inizio del ciclo recessivo si è registrato un tasso di incremento pari al 38 per cento
Nel 2013 raggiunto un importo complessivo sui mercati internazionali di 33,4 miliardi
Dall’inizio della crisi l’export dei prodotti agroalimentari italiani è cresciuto del 38% raggiungendo, nel 2013, un importo complessivo pari a 33,4 miliardi di euro. Il dato emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi al commercio estero realizzata in occasione di “Cibus 2014”. La consapevolezza dell’entità della mole raggiunta dal giro di affari del “Made in Italy” rilancia, ancora una volta, la necessità sempre più forte di potenziare gli strumenti di tutela delle produzioni italiane a denominazione all’interno del negoziato sull'accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti, “Transatlantic Trade and Investment Partnership”. Il trend positivo per i prodotti agroalimentari Made in Italy è proseguito – ha sottolineato la Coldiretti – anche nei primi due mesi del 2014, che hanno fatto segnare un ulteriore incremento dell’export del 4%.
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Glocal di Ernesto Pappalardo
Le scelte calate dall’alto indeboliscono i territori residuali ed in bilico tra ripartenza e declino accelerato
Fare presto/fare bene, il decisionismo verticale funziona?
Si sta insinuando nell’opinione pubblica la sensazione/convinzione che i passi in avanti (?) sotto il profilo dell’efficientismo decisionale a livello centrale – ben raccontati e sceneggiati dal punto di vista della narrazione mediatica – siano sempre e comunque positivi dal punto di vista delle ricadute sui territori. Anche su quelli periferici e sostanzialmente in condizione di residualità e di marginalizzazione rispetto alle dinamiche produttive. In altri termini, il processo di verticalizzazione delle scelte in materie importanti – non solo nell’ambito delle riforme istituzionali – come la programmazione infrastrutturale o il ridisegno del perimetro della presenza degli uffici cosiddetti periferici dello Stato, o l’accorpamento/snellimento degli Enti competenti in questioni non secondarie, rischia di tagliare completamente fuori da qualsiasi interlocuzione gli attori che pure subiranno sulla propria pelle gli effetti di quanto si va preparando sopra le loro teste.
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