L'intervista
L’intervista. La “ripartenza” delle regioni meridionali dipende dagli attori locali
Bonomi: “Il Sud? Può giocare e vincere la sua partita”
“Il Mezzogiorno è in piena transizione dal fordismo al post-fordismo, ma deve investire
sulle reti sociali ed imprenditoriali. I corpi intermedi si auto-riformino dal basso”
Aldo Bonomi
di Ernesto Pappalardo
Aldo Bonomi, tra i principali e più autorevoli osservatori ed analisti delle dinamiche sociali e produttive del Paese - autore di importanti studi sull’evoluzione dei modelli di sviluppo (con particolare riferimento alle teorie sul “fordismo” all’italiana e sul “post fordismo”) e dei conseguenti riflessi sui territori (smart cities-smart lands) – in questa intervista a salernoeconomy.it guarda al Sud con meno pessimismo rispetto alla retorica corrente ed indica nelle “piattaforme/alleanze” territoriali i punti di forza per uscire dalla crisi. “La differenza rispetto a prima – spiega Bonomi – è che adesso gli attori locali non possono coalizzarsi nel tentativo di intercettare i fondi che dal centro e dall’Europa erano diretti alle periferie con l’obiettivo di gestirli secondo le loro logiche spesso, per non dire sempre, improduttive e scarsamente redistributive”. “Oggi – sottolinea Bonomi – le alleanze territoriali proprio perché si è toccato il fondo della crisi devono prendere forma per essere propositive ed andare a captare quei pochi investimenti che è possibile ottenere sulla base di progetti chiari ed efficaci. Insomma, l’esatto contrario. E chi non ci riesce è tagliato fuori, non ha possibilità di riprendersi”.
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Approfondimenti
Al summit di luglio in Australia hanno preso parte 400 imprenditori dei Paesi del G20
Condor Group al “G20 Yea” di Sydney
Francesco Petrosino: “Continuiamo il nostro percorso per la valorizzazione dei giovani”
Tra le priorità strategiche l’intensificazione della collaborazione tra scuole e imprese
Francesco Petrosino, Direttore Generale Condor Group
Si sono spenti i riflettori sul “G20 YEA - Young Entrepreneurs’ Alliance”, il summit di 400 giovani imprenditori dei Paesi del G20, in programma dal 18 al 22 luglio a Sydney. Tra le fila della delegazione italiana – guidata da Luca Donelli, Responsabile Rapporti Internazionali e Comunitari, e dallo Sherpa Nicola Altobelli – è intervenuto Francesco Petrosino, Direttore Generale Condor Group, in rappresentanza dei Giovani Imprenditori di Confindustria Avellino. Obiettivo dell’iniziativa, la promozione dell'imprenditorialità come forza per la ripresa economica, la creazione di posti di lavoro, l’innovazione ed il cambiamento sociale attraverso la creazione di un networking tra i giovani provenienti dalle venti economie più importanti del mondo.
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I numeri dell'economia
Svimez/L’analisi dei trend economici nelle regioni del Sud conferma la crisi strutturale
I tagli alla spesa pubblica? Più pesanti per il Mezzogiorno
Anche le previsioni per il 2015 evidenziano la netta sproporzione con il resto del Paese
La riduzione sul valore cumulato è pari al 6,2% nel Meridione ed al 2,9% nel Centro-Nord
Un momento della presentazione del Rapporto della Svimez
E’ sempre più netta la spaccatura tra il Centro-Nord ed il Sud del Paese. A confermarlo ulteriormente la Svimez nel suo Rapporto di previsione territoriale 01/2014, presentato nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati a Roma. La crescita del Pil italiano, che secondo le stime nel 2014 dovrebbe raggiungere il +0,6%, in realtà nasconde le due diverse velocità del Paese: +1,1% per il Centro-Nord, -0,8% per il Sud. Così anche per i consumi: al Centro-Nord, nel 2014 e nel 2015, rispettivamente +0,3% e +0,7%, al Sud -0,5% nel 2014 e -0,1% nel 2015.
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Green Style
Ismea/L’analisi dei comportamenti delle famiglie conferma l’aumento degli acquisti
Boom dei consumi “bio”, +17%
Nei primi cinque mesi del 2014 dinamica in netta controtendenza rispetto all’alimentare tradizionale (- 1,4%), mentre aumentano ancora le referenze nei punti vendita della Gdo
Il panel famiglie Ismea-Gfk/Eurisko indica, nei primi cinque mesi di quest'anno, “un forte aumento degli acquisti di prodotti biologici in Italia: più 17% in valore su base annua, un risultato in netta controtendenza rispetto alla dinamica dei consumi alimentari, scesi dell'1,4%”. In forte aumento “le vendite nei reparti "pasta, riso e sostituti del pane" e "zucchero, caffè e tè". Incrementi, altrettanto significativi, si registrano per gli ortofrutticoli freschi e trasformati, biscotti, dolciumi e snack”. Positivi i riscontri “anche per le uova, che si confermano il prodotto bio più venduto, i lattiero-caseari e le bevande”.
Continua intanto a crescere “il numero delle referenze e la profondità di gamma dei prodotti biologici veicolati nei punti vendita della grande distribuzione organizzata. Si rilevano inoltre nuove linee e una più ampia diffusione del bio anche nei discount”.
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Glocal di Ernesto Pappalardo
Un “marchio” per tutelare ambiente, paesaggio, produzioni tipiche ed asset turistici
Il territorio? Si aiuta da sé. La lezione di Sorrento
Non c’è bisogno di andare troppo lontano per scoprire buone pratiche che partono dal basso, che nascono sui territori con l’intento di valorizzarne le potenzialità, i punti di forza, gli asset strategici che possono fare la differenza nella competizione ormai giocata su uno scenario sempre più internazionale. Qualche giorno fa il Corriere della Sera ha dedicato un articolo al “marchio” territoriale (nella foto a sinistra il logo disegnato da Filippo Leonelli) della Penisola Sorrentina (partito già da qualche tempo), che assume in sé una grande valenza in termini di esempi virtuosi che dovrebbero essere seguiti principalmente proprio in quelle aree affini dal punto di vista delle dinamiche economiche e produttive come, manco a dirlo, la provincia di Salerno. Il problema non è la solita corsa al “brand”, al marketing del marketing, alla consueta costruzione di un percorso mediatico utile più alla politica ed ai promotori che allo stesso territorio (come quasi sempre è accaduto quando in Campania si è tentato di fare riferimento ad esperienze strutturate di promozione intelligente delle risorse turistiche, ambientali, culturali, enogastronomiche e via discorrendo). Il problema vero è, come sempre, la diretta relazionalità tra l’“annunciazione” di iniziative e progetti e l’effettivo, conseguente, raggiungimento di risultati concreti e rendicontabili.
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