I numeri dell'economia
Il perdurare della congiuntura recessiva si riflette molto negativamente sulle costruzioni
Imprese edili travolte dai fallimenti
Negli anni della crisi le aziende campane hanno accusato il peso del calo degli investimenti pubblici e della restrizione del credito. L’importo complessivo dei protesti si attesta in provincia di Salerno a circa 27 milioni.
Aumentano i fallimenti delle imprese edili campane
Nei primi sei mesi del 2014 in provincia di Salerno i titoli protestati hanno registrato un calo pari al 24,6% nel numero ed al 38,5% negli importi, mentre sono risultati in consistente crescita i fallimenti con un aumento pari al 56%. Questo quanto evidenziato relativamente alla provincia salernitana all’interno delle analisi svolte in base ai dati raccolti dalle Camere di Commercio ed elaborati da InfoCamere per conto di Unioncamere. E se nel primo caso la contrazione dei protesti salernitani rispecchia l’analoga tendenza rilevata a livello nazionale, riguardo ai fallimenti l’incremento degli stessi in provincia di Salerno risulta notevolmente superiore.
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Green Style
Agrinsieme/Strategie per ottimizzare le dinamiche di crescita sui mercati internazionali
Ortofrutta, giacimento troppo sottovalutato
Al Macfrut di Cesena le proposte da mettere in campo per bilanciare i riflessi negativi derivanti dall’embargo russo. Guidi (Confagricoltura): “Esistono molti spazi per le nostre produzioni, ma in molti casi ci scontriamo con vere e proprie barriere alle nostre esportazioni”.
Il rilancio dell’export ortofrutticolo passa attraverso la costituzione di un tavolo che coinvolga istituzioni nazionali e organizzazioni di categoria. Questo il messaggio lanciato da Agrinsieme (Cia, Confagricoltura, Fedagri Confcooperative, Legacoop Agroalimentari e AGCI Agrital) nel corso dell’ultima edizione del Macfrut, svoltasi a Cesena (24/26 settembre u.s.), all’interno del convegno “Oltre i confini. L’ortofrutta italiana in giro per il mondo”. All’incontro hanno partecipato il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi (nella foto in alto a sinistra), il presidente della Confederazione Italiana Agricoltori-CIA, Dino Scanavino, il presidente dell’Alleanza delle cooperative Agroalimentari, Giorgio Mercuri ed vice ministro per le Politiche agricole, Andrea Olivero.
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L'intervista
“La crisi strutturale dell’economia provinciale e regionale impone un cambio di strategia”
“L’Asi? Deve attrarre nuovi investimenti”
Il presidente Cassandra: “Necessario attrezzarsi per vincere la competizione tra territori”. “La strada giusta? Meccanismi di premialità e buone pratiche al servizio delle imprese”
Il presidente dell’Asi Salerno Gianluigi Cassandra
di Ernesto Pappalardo
In tempi di crisi che appare irreversibile la competizione tra territori e la sperimentazione di nuovi modelli di crescita (che stenta a prendere piede proprio nelle regioni dove più sarebbe necessaria) i consorzi per lo sviluppo delle aree industriali (Asi) dovrebbero/potrebbero provare a recitare un ruolo strategico (ed operativo) importante. Il gemellaggio tra Asi Salerno e Consorzio Zai di Verona, affiancati da Webred (Regione Umbria) e Politecnico di Milano, si muove nella direzione di stimolare (e - si spera - realizzare) la creazione di reti virtuose allo scopo di ottimizzare i punti di forza dei vari bacini produttivi attraverso l’attivazione di una piattaforma digitale condivisa. “L’obiettivo che abbiamo in mente - dice il presidente dell’Asi di Salerno Gianluigi Cassandra in questa intervista a salernoeconomy.it - è molto chiaro: rendere più competitive le nostre aree industriali dal punto di vista infrastrutturale ed alzare la soglia della qualità dei servizi alle imprese. E’ in questo modo che si deve intendere il marketing territoriale finalizzato all’attrazione di investimenti nella nostra provincia”.
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La nota politica
Le riforme istituzionali rinviano, per il momento, a scelte difficilmente comprensibili
Il paradosso delle Province “abolite”
La campagna elettorale per le elezioni di secondo livello si svolge nelle stanze della politica e le informazioni ai cittadini filtrano con il contagocce (con buona pace della trasparenza nell’epoca dello streaming e dei social network senza “rete”).
Palazzo Sant'Agostino, sede della Provincia di Salerno
di Ernesto Pappalardo
Il paradosso della presunta abolizione delle Province assume le caratteristiche del “paradigma” che ispira la politica nazionale in questo ultimo periodo. Da mesi si asserisce che è stata portata a termine una riforma importante dal punto di vista della spending review; che si è proceduto ad un “primo passo” verso la semplificazione amministrativa ed istituzionale; che si sta andando, insomma, nella direzione di un quadro operativo più funzionale alle esigenze delle imprese (dal punto di vista delle competenze) e delle comunità di cittadini. Sarà anche vero (per non fare sempre polemica), ma - di fatto - le Province esistono ancora e – addirittura – si sta procedendo a rinnovare gli organi istituzionali con tanto di campagna elettorale dei partiti che non risparmierà sorprese.
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Glocal di Ernesto Pappalardo
La corsa per recuperare il ritardo accumulato nei confronti di altri sistemi più competitivi
Turismo tra “reti” e localismi
La nuova legge regionale colma un vuoto di decenni in un settore altamente strategico. Lo scenario operativo prefigurato nel provvedimento approvato nello scorso mese di luglio offre importanti opportunità che dovranno misurarsi con le micro/ambizioni dei territori.
La buona notizia non è soltanto l’approvazione della nuova legge regionale sul turismo (lo scorso mese di luglio). Ma anche la determinazione dell’assessore Pasquale Sommese - ribadita negli studi di Telecolore qualche giorno fa - nel rispettare la tempistica attuativa dei vari step contenuti nello strumento legislativo. Ora, però, si apre la fase più delicata. Perché mettere mano ad un sistema di offerta turistica è sempre un’impresa ardua in qualsiasi zona d’Italia. Figuriamoci in Campania – e, per la verità, in tante altre aree del Mezzogiorno – dove la confusione di ruoli e di competenze regna sovrana forse fin dal momento dell’istituzione stessa della Regione. Perché? Perché il turismo soffre di un male molto diffuso: la mancanza di competenze (e fin qui siamo nella “norma”). Ma, in più, soffre anche della grande “mediaticità” che offre a chiunque interagisca con la sua filiera produttiva.
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