L'intervista
L’intervista/Le strategie del circuito del credito cooperativo in Campania
Vildacci: “Rafforzare la partnership
tra banche e imprese per uscire dalla crisi”
Il direttore di Federcampana Bcc: “Deve vincere sui territori la cultura della competitività, dialogo ed ascolto reciproco per superare la logica dell’emergenza”
Francesco Vildacci
“Siamo in un momento molto delicato, il sistema bancario sia locale che nazionale si sta predisponendo a recepire cambiamenti significativi sia dal punto di vista del rafforzamento dei processi di capitalizzazione, che sotto l’aspetto della centralizzazione delle attività di controllo da parte della Bce. Questo scenario si riflette, naturalmente, sulle dinamiche dell’erogazione del credito che, in un contesto comunque ancora recessivo, si mantengono molto prudenziali. Anche se proprio il circuito del credito cooperativo, assumendosi rischi maggiori, fornisce segnali di crescita degli impieghi. Questo dato appare particolarmente rilevante in Campania, dove il trend del Pil e di altri indicatori fondamentali è in campo negativo da diversi anni”. Francesco Vildacci, direttore generale della Federazione Campana delle Bcc, fa il punto della situazione e conferma che le banche di credito cooperativo - che si preparano a rendere noti i dati del primo semestre 2013 - negli ultimi mesi, in continuità con l’ultimo biennio, hanno incrementato il sostegno alle piccole e medie imprese. [continua]
I numeri dell'economia
Drastica riduzione dei flussi finanziari per l'acquisto delle abitazioni
Campania, mutui in picchiata: -34,8%
Nel primo semestre del 2013 risultano erogati alle famiglie 537 milioni
Nel corrispondente periodo del 2012 era stata raggiunta quota 824 mln
Il presidente Ance Salerno Lombardi: “E’ una vera e propria emergenza”
Crolla il flusso di nuovi mutui per l'acquisto di abitazioni da parte delle famiglie in Campania: la caduta, nel primo semestre 2013, è del 34,8% rispetto allo stesso periodo del 2012 (da 824,3 a 537,5 milioni di euro), ma arriva al 57% in tutto il 2012 rispetto a tutto il 2007 (da 3,229 a 1,388 miliardi di euro). I dati sono stati evidenziati dal Centro Studi Ance Salerno sulla base di un’elaborazione di Ance nazionale su fonte Banca d'Italia. Il profondo stato di crisi del "settore casa" in Campania è confermato dall'andamento delle compravendite di unità immobiliari a uso abitativo che - secondo i dati dell'Agenzia delle Entrate - sono diminuite dell'8,3% nel primo semestre 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012 (13.470 contro 14.693). Il calo nel 2012 è stato del 34,7% rispetto al 2000 (28.993 contro 44.390) e del 43% rispetto al picco massimo del 2005 (28.993 contro 50.860). [continua]
Approfondimenti
Osservatorio Indis-Unioncamere/ Come è cambiata la propensione agli acquisti
La spesa al tempo della crisi
Strategia del massimo risparmio, internet fonte di informazioni e di approfondimenti
In calo la fedeltà alla marca, massima attenzione ad evitare ogni spreco alimentare
Nel 2013 la spesa alimentare tornerà ai livelli degli anni ’60. Questa una delle principali evidenze emerse dai dati analizzati dall’Osservatorio “Prezzi e mercati” dell’INDIS, Istituto dell’Unioncamere specializzato nella distribuzione dei servizi. Si conferma, quindi, il radicale cambiamento delle abitudini di spesa delle famiglie italiane che, a fronte di una crisi in essere da circa sei anni, hanno conseguentemente adottato strategie di risparmio che hanno coinvolto anche i beni di prima necessità.
“La crisi ha indotto tante famiglie italiane a industriarsi in mille modi per ridurre il costo della spesa e far quadrare i bilanci a fine mese”, ha commentato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Sarebbe auspicabile ora individuare strumenti in grado di sostenere i redditi per non alimentare una spirale deflattiva”.
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Green Style
Internazionalizzazione/Il programma di promozione straordinaria attivato dal Mise
Appuntamento in centro, l’agricoltura
“naviga” nel cuore del Mediterraneo
Nord Africa e Medio Oriente si confermano partnership strategiche per il Made in Italy
Confagricoltura: “Scambi commerciali, ma anche il rilancio delle relazioni culturali”
Avrà luogo a Roma (Palazzo della Valle) il 27 e 28 novembre prossimi “Appuntamento in centro: l’agricoltura italiana incontra i Paesi del Mediterraneo”, evento nato all’interno di un progetto di internazionalizzazione rivolto ai Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente. L’iniziativa è promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico nell'ambito del Programma di Promozione Straordinaria del Made in Italy e realizzata da Confagricoltura. Diversi i Paesi che hanno aderito al progetto: Isreale, Marocco, Tunisia, Libia, Libano, Giordania e territori palestinesi. Confagricoltura ospiterà cinque operatori provenienti da ciascun Paese aderente al progetto, con i quali verrà sviluppata una tematica individuata in seguito ad un’analisi delle opportunità offerte e/o degli interessi manifestati dalle due parti (singoli Paesi e Confagricoltura). [continua]
Glocal di Ernesto Pappalardo
L’analisi degli indicatori economici conferma la marcata flessione produttiva nel 2013
La ripresa? Manca lo spirito della “Lega di Delo”
Gli angusti spiragli di “ripartenza” appaiono ineludibilmente correlati all’individuazione
di una strategia di “ampio” respiro in grado di imporre la vera logica della competitività
A stare concentrati sul proprio ombelico si perdono di vista scenari più ampi. Decisivi nell’epoca della cosiddetta glocalizzazione dell’economia. Il recente report dell’Ocse da questo punto di vista consente di avere le idee chiare per evitare fuorvianti ottimismi sulla ripresa che nel 2014 dovrebbe in qualche modo manifestarsi – dicono – anche in Italia, al Sud e – dicono ancora – in Campania. L’Economic Outlook dell’organizzazione che ha sede a Parigi attesta che il Pil nazionale - dopo una contrazione dell'1,9% nel 2013 - crescerà dello 0,6% nel 2014 e dell'1,4% nel 2015. Stime peggiorative rispetto a quanto testato dall’Istat e dal Governo.
Il problema di fondo resta quello del debito pubblico che pare, invece, destinato a crescere fino a toccare il 133,2% del prodotto interno lordo nel 2014, per, poi, calare al 132,6% nel 2015. Evidente che in queste condizioni restino superiori i tassi di interesse pagati da quanti – pochi, per la verità – ricevono denaro dalle banche in Italia e nei Paesi dell’area meridionale dell’Eurozona, rispetto ad altri, i cosiddetti Paesi “virtuosi”. Confermato anche un trend messo a fuoco da tempo: quel poco di ripresina che si vedrà non sarà sinonimo di nuova occupazione. Al contrario: la lenta e “volatile” uscita dal campo recessivo si accompagnerà a livelli alti di persone in cerca di lavoro. Un classico, quasi da tempesta perfetta. Domanda: ma rispetto a questo quadro così complicato che si fa in un territorio - come la provincia di Salerno, per esempio - che già prima della bufera economico/finanziaria era in stato di conclamato declino produttivo?
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