L'intervista
“Articolo 41”/Online su Facebook il “pensatoio” su economia e sviluppo locale
Roberto De Luca: “Contro il declino è il momento delle risposte”
“Il nostro obiettivo è mobilitare persone realmente motivate, pronte a mettere in campo le proprie competenze al servizio della comunità nella quale vivono e si riconoscono”
Roberto De Luca
Da lunedì scorso è online sul social network Facebook la piattaforma programmatica di “Articolo 41” il contenitore di idee sui temi dell'economia, del lavoro e dello sviluppo del territorio ideato da Roberto De Luca, esperto di fiscalità e gestione delle imprese. Il “think tank” - ispirato “alla norma costituzionale che coniuga la libera iniziativa economica alla sua utilità sociale e alla libertà e dignità umana” – si pone tra gli obiettivi quello di stimolare il confronto tra quanti intendono “intraprendere una discussione aperta, feconda e foriera di idee concrete su temi chiave del dibattito economico nazionale”. “Faccio appello - scrive Roberto De Luca nel messaggio di presentazione della pagina Facebook - a tutti voi, a chi non si rassegna al declino, a chi ogni giorno combatte con onestà per sostenere la propria famiglia, mantenere un’impresa, far progredire uno studio professionale, aiutare il prossimo con attività di volontariato. Mi rivolgo – continua - a chi, seguendo l’insegnamento di Abramo Lincoln, non vuole peccare di silenzio: facciamo sentire la nostra voce e diamo il nostro contributo per far ripartire il Paese”. [continua]
I numeri dell'economia
Dati Bankitalia/Si conferma negativo lo scenario inerente il patrimonio netto
La ricchezza delle famiglie “cala” di 51 miliardi
Nel periodo fine 2011/2012 la diminuzione delle attività reali (- 3,5%) è stata solo parzialmente compensata dall’aumento delle attività finanziarie (4,5%)
Il dato è molto chiaro: “Alla fine del 2012 la ricchezza netta delle famiglie italiane, cioè la somma di attività reali (abitazioni, terreni, ecc.) e di attività finanziarie (depositi, titoli, azioni, ecc.), al netto delle passività finanziarie (mutui, prestiti personali, ecc.), è risultata pari a 8.542 miliardi di euro. Le attività reali (5.768 miliardi di euro) rappresentavano il 61,1 per cento della ricchezza lorda, le attività finanziarie (3.670 miliardi di euro) il 38,9 per cento e le passività finanziarie (895 miliardi di euro) il 9,5 per cento”. Questo significa che “la ricchezza netta complessiva, valutata a prezzi correnti, è diminuita di 51 miliardi di euro (-0,6 per cento) tra la fine del 2011 e la fine del 2012. La diminuzione delle attività reali (- 3,5 per cento) è stata solo parzialmente compensata dall’aumento delle attività finanziarie (4,5 per cento) e dalla diminuzione delle passività (-0,4 per cento)”. L’analisi della Banca d’Italia - Supplementi al Bollettino Statistico Indicatori monetari e finanziari, “La ricchezza delle famiglie italiane”, Nuova serie, 13 Dicembre 2013 – delinea, quindi, uno scenario negativo, che, in ogni caso, conferma la solidità complessiva del sistema-Italia. [continua]
Trend
Confesercenti-Swg/Il trend delle prossime festività conferma la restrizione della spesa
La crisi spinge le “mini-vacanze”
Nel periodo compreso tra il 22 dicembre ed il 6 gennaio soffia forte il vento della crisi
Soggiorni brevi, in forte calo la montagna, le destinazioni culturali tra le mete preferite
Calano i viaggiatori, si assottigliano i tempi delle vacanze e si riducono i budget: questo quanto rilevato dal sondaggio Confesercenti-SWG relativamente alle festività di Natale e Capodanno 2013. I dati estratti dalle interviste effettuate indicano una flessione dei viaggiatori, che quest’anno saranno circa 9,5 milioni di persone (-2%, 500mila in meno), una consistente riduzione della spesa media, che passa a 694 euro, il 9% in meno rispetto al 2012, ed una crescita dei vacanzieri del “week end” (+7%), cioè coloro che resteranno fuori solo due giorni. Da registrare, comunque, anche il leggero incremento della permanenza media fuori casa tra chi partirà (passata da 6 a 7 giorni), favorita soprattutto dal calo del budget destinato a queste vacanze. [continua]
Green Style
Indagine Coldiretti/Solo il 7 per cento rinuncerà alla corsa ai regali sotto l’albero
Shopping di Natale? Ok, ma a costi contenuti
Circa la metà dei consumatori (47 per cento) spenderà per regali come lo scorso anno
Il 20% taglierà la spesa di un quarto, il 13% la dimezzerà, il 10% aumenterà il budget
In tempo di crisi diminuiscono i budget familiari, ma resta la tradizione del regalo sotto l’albero. La conferma arriva da un’indagine della Coldiretti che evidenzia come “appena il 7 per cento degli italiani dichiara che rinuncerà a fare un regalo, anche se l’orientamento è verso un contenimento della spesa e la ricerca di cose utili”. Il 54 per cento degli italiani “vorrebbe infatti trovare sotto l’albero qualche cosa che serve ma che ha rimandato di acquistare, il 20 per cento un regalo utile che non ha mai pensato di acquistare e solo il 17 per cento un regalo sfizioso che non si può permettere”. “Circa la metà degli italiani (47 per cento) - continua la Coldiretti - spenderà per regali come lo scorso anno mentre il 20 per cento taglierà la spesa di un quarto, il 13 per cento la dimezzerà e il 9 per cento la ridurrà a più della metà ma c’è anche un 10 per cento che intende invece spendere di più”. Tra i prodotti che salgono sul podio “dei regali più gettonati nell’ordine ci sono – precisa sempre la Coldiretti - capi d’abbigliamento, libri e prodotti alimentari che rappresentano però la voce sulla quale si è meno disponibili a tagliare”. Il risultato “è che l’11 per cento degli italiani spenderà tra i 200 ed i 300 euro, il 18 per cento i tra i 150 ed i 200 euro, il 14 per cento tra i 100 ed i 150 euro, il 25 per cento tra i 50 ed i cento euro ed il 13 per cento meno di 50 euro”. [continua]
Glocal di Ernesto Pappalardo
L’immagine percepita del Mezzogiorno resta unica ed indistinta, in negativo purtroppo
Il Sud? E’ uno solo e non “attrae”
Lo studio Certet Bocconi/Università di Groningen (Olanda) riscrive il teorema impostato sulla “diversità” delle varie aree meridionali: le “differenze” non si “leggono”
Come se non fossero sufficienti le gravi criticità che configurano il divario netto ed inequivocabile tra Nord e Sud, un autorevole studio (Certet Bocconi/Università di Groningen, Olanda) aggiunge un ulteriore tassello alle diseconomie territoriali all’interno della stessa area meridionale. L’immagine percepita del Sud nel suo complesso dagli imprenditori italiani non entra nel merito dei vari sistemi economici e produttivi che costituiscono il Sud: non si va troppo per il sottile, insomma. Non conviene investire - è questo il quadro che emerge dalle risposte degli intervistati - in Calabria come in Campania; in Sardegna come in Sicilia. E’ l’ennesima conferma che, accanto alle problematiche strutturali, ne esiste un’altra da non sottovalutare in termini di “narrazione” mediatico/comunicativa delle (poche) piattaforme territoriali meridionali che, invece, sono in grado di offrire competitività a buon mercato. Un esempio per intendersi: che il porto commerciale di Salerno sia capace di sostenere la sfida a livello europeo in termini di costi/servizi offerti è ben noto, ma occorre comunicarlo molto bene in quanto risente senza dubbio delle dinamiche mediatiche negative che fanno riferimento ad una realtà genericamente individuata come Sud. In altre parole: i singoli sistemi territoriali, oltre che pensare a funzionare bene, devono porsi il problema di posizionarsi altrettanto bene sul mercato dei processi info/comunicativi, immaginando ed attuando politiche di marketing adeguate ed effettivamente in grado di veicolare il messaggio inerente i vantaggi fruibili per le aziende che decidono di scegliere di investire o di localizzarsi nelle varie aree del Mezzogiorno ritenute in sintonia con il proprio business. [continua]