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ICEA - Istituto Certificazione Etica e Ambientale

  • L'acquario di Luca Iovine

    Un “classico” esempio di come la classe dirigente “dilapida” il patrimonio economico e produttivo del nostro Paese. Dopo le quote latte? Ecco il disastro Hanno chiuso almeno 1500 stalle per effetto del crollo del prezzo pagato agli allevatori sceso al di sotto dei costi di alimentazione del bestiame, su valori di quindici anni fa.
     

    Il prezzo del latte alla stalla è ora in media di 0,33 euro/litro
    Nel nostro Paese esiste una singolare predisposizione nel “demolire” i “giacimenti” di eccellenze produttive che abbiamo avuto la capacità di creare nel corso degli anni – ed in alcuni casi dei secoli – a tutto vantaggio dei competitor esterni. Si potrebbero fare numerosi esempi, ma le cronache dell’ultimo periodo suggeriscono di concentrarci sulla “devastazione” in atto della filiera del latte. Un patrimonio che non trova difficilmente riscontro in altre aree geografiche d’Europa e che assume in sé varie valenze. Non solo quella strettamente legata alla specificità della produzione – di grandissima qualità nella stragrande maggioranza dei casi – ma anche per le ricadute che questo tipo di “industria” del settore primario è in grado di generare da diversi punti di vista. Prima di tutto sul versante della “manutenzione” dei territori e sulla tutela del paesaggio, senza sottovalutare il controllo del rischio idrogeologico, arrivando, poi, alle interazioni virtuose con il turismo ambientale ed enogastronomico. [continua]




    Il lavoro

    Le proposte per subordinare l’utilizzo delle risorse di matrice europea all’attivazione di programmi in grado di rispondere all’emergenza principale. Fondi Ue? “Legati” a nuovi posti di lavoro L’erogazione dei finanziamenti dovrebbe dipendere dalla realizzazione di progetti con ricadute occupazionali di lunga durata, favorendo i contratti di apprendistato e prevedendo bonus contributivi e fiscali non al momento dell’assunzione ma soltanto dopo 2/3 anni.

    Il Por-Fesr ultima chance per creare nuovo lavoro
    Nei giorni scorsi la Regione Campania ha presentato gli Assi d’Intervento del POR  FESR 2014/2020. Un impegno importante per la nostra Regione che negli anni passati si è posizionata agli ultimi posti per capacità di spesa, tentando recuperi in extremis che hanno generato inevitabilmente sprechi ed erogazioni di denaro a pioggia senza una strategia comune che guidasse e soprattutto controllasse l’effettivo utilizzo delle risorse stanziate. Il nuovo POR-FESR mira alla realizzazione della Strategia Europa 2020 che promuove una crescita Intelligente, Sostenibile ed Inclusiva per gli Stati membri. [continua]




    L'intervista

    Lo scenario relativo alle produzioni nazionali si complica dopo i recenti provvedimenti assunti in sede comunitaria. “L’Ue affonda il Made in Italy” L’europarlamentare salernitana M5Stelle Isabella Adinolfi attacca: “Olio e pomodoro San Marzano solo la punta dell’iceberg. La verità è che a Bruxelles il Governo è drammaticamente assente sulle battaglie fondamentali in difesa del nostro agroalimentare”

    L’europarlamentare salernitana del M5Stelle Isabella Adinolfi
    (Ma.Ga.) – Le cronache più recenti segnalano due episodi molto gravi per l’agricoltura italiana e meridionale in particolare. Il primo. La plenaria di Strasburgo ha dato nei giorni scorsi il via libera definitivo al pacchetto di aiuti d'urgenza alla Tunisia: è stata autorizzata l'importazione di 35.000 tonnellate aggiuntive di olio d'oliva senza dazi all’interno dei confini dell’Unione Europea. Il secondo episodio sul quale vale la pena di soffermarsi riguarda, invece, l’oro rosso: i pomodori. Hanno fatto molto discutere le dichiarazioni del Commissario Europeo all’Agricoltura Phil Hogan, che ha ritenuto ammissibile la commercializzazione di pomodori San Marzano prodotti in Belgio. Sulle due questioni interviene l’europarlamentare salernitana del Movimento Cinque Stelle Isabella Adinolfi. [continua]




    Green Style di Mario Gallo

    I dati forniti da Cia e Turismo Verde nel corso del Festival che si è svolto nei giorni scorsi nel Lazio. Agriturismo è crescita boom Il comparto vale oltre il 25% del fatturato dei servizi del settore primario. Nel 2015 il fatturato diretto (senza indotto) è stato pari a circa 1,2 miliardi di euro e ha rappresentato oltre un quarto del valore dei servizi (attività secondarie) generati dall'agricoltura.

    Secondo i dati forniti da Cia e Turismo Verde negli ultimi dieci anni ha cessato l'attività il 22% delle aziende agricole, mentre nello stesso periodo le aziende agrituristiche sono più che raddoppiate, facendo registrare un +55%. Nel 2015 il fatturato diretto (senza indotto) degli agriturismi è valso circa 1,2 miliardi di euro e ha rappresentato oltre un quarto del valore dei servizi (attività secondarie) generati dall'agricoltura. Positive anche le prime stime per la prossima stagione estiva: + 15% (rispetto allo scorso anno) durante i week end di festa ma, soprattutto, un significativo incremento delle presenze, compreso tra i 7,5 e gli 8 milioni di ospiti, nel periodo maggio-settembre. [continua]




    Glocal di Ernesto Pappalardo

    Nonostante le potenzialità ed i margini di crescita inespressi, il settore primario continua a scontare ritardi nell’impostazione di una strategia di sviluppo. “Parenti poveri” soli e senza tutele Il comparto agricolo rappresenta una delle maggiori risorse per il rilancio del sistema economico e produttivo soprattutto nel Mezzogiorno, ma non è ancora valorizzato come accade in altri Paesi competitor dell’Italia.

    La newsletter del venerdì di questa settimana (online dall’8 aprile) è quasi per intero dedicata all’agricoltura ed ad comparto zootecnico. Approfondimenti sulle problematiche legate allo scenario del mercato del latte dopo l’abolizione delle quote Ue; sulla scarsa efficacia delle azioni di tutela delle eccellenze del Made in Italy (olio d’oliva e pomodoro San Marzano); fino alle trasformazioni in atto nel mondo delle imprese del settore primario ormai sempre più orientate ad entrare anche nei circuiti dell’accoglienza di visitatori attraverso gli agriturismi. Il quadro che emerge è molto chiaro: il comparto agricolo non è ancora realmente considerato la grande risorsa del sistema produttivo italiano. [continua]




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