Glocal di Ernesto Pappalardo
Tra Caligola e Nerone il colpo di sole dei partiti
Il tema della resurrezione dei partiti suscita attenzione e richiede – almeno così ci viene segnalato – un supplemento di ragionamento. Dopo mesi e mesi di silenzio - scrivemmo un paio di settimane fa – i partiti si avviano a dare segni di esistenza in vita semplicemente perché si avvicina il tempo della vendemmia elettorale, non per altre e ben più nobili motivazioni. Si prospetta, quindi, una situazione – a dir poco – avvilente. Se non altro perché certifica la morte cerebrale di qualsivoglia forma di partecipazione civica al processo di elaborazione ed attuazione di qualsivoglia forma di iniziativa politica. Non si rintracciano, cioè, minimi segnali di avvicinamento tra partiti e tessuto sociale nelle sue variegate sfaccettature. La distanza abissale tra la “politica” - ormai assimilata in senso negativo ai partiti - e la gente vera, in carne ed ossa, è senza alcun dubbio cresciuta in questi tempi di dura crisi economica. La sensazione è che due mondi separati siano destinati a sfiorarsi ancora per molto tempo. Da un lato la realtà di chi continua a crogiolarsi nella dimensione della gestione del potere e dell’occupazione delle caselle di un risiko ormai fine a se stesso; dall’altro chi avverte crescente lo scollamento tra i problemi da risolvere e la mancanza di risposte concrete ed efficaci. Lo sport preferito resta quello di inabissarsi per mesi e mesi nel gioco del passaggio del “cerino” tra un Ente e l’altro senza trovare mai la sintesi necessaria per uscire da circoli tortuosi ed inconcludenti. Un solo esempio per tutti: il triste caso del Cstp resterà nella storia di questo territorio non solo per le colpe e le responsabilità - che pure non possono essere genericamente attribuite a tutte le parti in campo – ma, soprattutto, per l’incredibile danno che sta producendo ai cittadini-contribuenti. Eppure, per Napoli la Regione ha risolto esose criticità inerenti il trasporto pubblico senza stare troppo a tergiversare. Qui stiamo parlando di un’utenza di migliaia e migliaia di persone che è stata trattata peggio del bestiame che si convoglia sui carri-merci. Una macchia trasversale a tutte le Istituzioni a vario titolo responsabili e chissà se il peggio deve ancora venire. Altra inqualificabile ed ingiustificabile vicenda: il mare a chiazze marroni con i rifiuti galleggianti a macchia di leopardo ben oltre il litorale cittadino. Anche in questo caso – è bene ripeterlo – le colpe non sono di tutti e non tutti hanno lo stesso grado di responsabilità: ma la vergogna di quanto accaduto – ed accade – resta a testimonianza di due mondi che non comunicano quasi più. E allora importa ben poco alla stragrande maggioranza dei salernitani che cosa sta bollendo nelle pentole dei partiti nostrani: è certo che non cambierà granché nel breve e medio periodo. La questione vera intorno alla quale vale la pena ragionare con la massima attenzione è ben chiara a tutti: occorre assolutamente recuperare il principio della rappresentanza reale. La riforma della legge elettorale è il perno centrale della non più rinviabile ricostruzione del patto fiduciario tra cittadini ed Istituzioni. La prima partita si giocherà proprio su questo terreno: la scelta diretta e senza intermediari di Deputati e Senatori che dovranno farsi carico in Parlamento delle problematiche della nostra comunità. Da qui può iniziare la rinascita della politica e dei partiti? Speriamo di sì. Ma il passato ci ha insegnato che non sempre i migliori hanno vinto la sfida delle urne: i più votati, a volte, non hanno mantenuto le attese suscitate. Continua, poi a mancare drammaticamente all’appello la piena consapevolezza da parte della cosiddetta filiera istituzionale dell’urgenza di recuperare il dialogo con i corpi intermedi che restano la cinghia di trasmissione effettiva delle istanze del territorio. Anche in questo caso mesi e mesi persi senza alcuna forma di interazione concreta ed efficace. Se tutti parlano e nessuno ascolta, ci si ritrova sempre in una grande confusione di ruoli e competenze. Se almeno dopo le calure di Ferragosto si ripartisse avendo coscienza non solo delle cose da fare – quelle sono note a tutti – ma principalmente delle specifiche responsabilità di tutti e di ciascuno, sarebbe un bel passo in avanti. Tra “Caligola” e “Nerone”, però, il dubbio che il “colpo di sole” continui ad avvolgere i partiti è più che legittimo. Insomma, l’autunno tradizionalmente “caldo” non ci aiuterà. E anche questa non è più una notizia. ERNESTO PAPPALARDO direttore@salernoeconomy.it
Glocal di Ernesto Pappalardo
La laurea? Non basta
22/09/2017
Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) venerdì 15 settembre 2017.
di P. Coccorese
ed E. Pappalardo
Se tre indizi fanno una prova, allora è il caso di convincersi una volta e per tutte che la provincia di Salerno di sicuro non è “adatta” ai laureati. Per la verità, non si tratta di una constatazione particolarmente nuova, ma mettere in fila numeri e percentuali che confermano una triste verità fa sempre un po’ impressione. Primo indizio: solo l’8 per cento dei laureati è previsto in entrata nel mercato del lavoro salernitano (fonte: Sistema Informativo Excelsior/Unioncamere/Ministero del Lavoro) nell’ultimo periodo monitorato (agosto-ottobre 2017) in relazione ai contratti che le imprese del settore privato – industria e servizi – hanno dichiarato di volere attivare. [Continua]
Campania. La ripresa c’è, ma ancora lontani dalla pre-crisi
07/07/2017
Lo scenario.
Lo stato di salute dell’economia campana nel 2016 ha mostrato segnali di miglioramento, ma non tali da allentare le preoccupazioni - nel breve e medio periodo – dal punto di vista reddituale ed occupazionale. Secondo diversi fonti analitiche la “ripresina” si è basata su una lieve espansione della domanda interna – che ha rilanciato in maniera disomogenea i consumi – e dell’export (prioritariamente incentrato sul segmento farmaceutico ed in seconda battuta sull’agroalimentare). Il dato che, comunque, fotografa la reale dimensione della situazione si sintetizza nel ritardo ancora ben consolidato del Pil rispetto al periodo pre-crisi (2007). Nel 2016 il prodotto interno lordo campano accusa ancora un -16% in relazione al Pil registrato dieci anni fa. [Continua]
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