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ICEA - Istituto Certificazione Etica e Ambientale

  • Grandi opportunità all’estero anche per aziende di piccole dimensioni attraverso servizi di consulenza specializzati ed affidabili.L’export vince se è “taylor made” Sara Martucciello lancia “Wade World Network”, start up che ha partecipato alla prestigiosa vetrina del “Tecnologybiz 2017” a Napoli.

    Obiettivo prioritario? Orientare all’export. Il passaggio strategico più rilevante nel breve periodo per la maggior parte delle  micro, piccole e medie imprese del Mezzogiorno e della Campania risiede nella capacità di strutturare la propria organizzazione in modo da potere cogliere le opportunità di sviluppo delle proprie attività commerciali (e produttive) fuori dai confini nazionali. Non è un percorso semplice, ma anche attraverso le nuove tecnologie digitali e la creazione di reti di relazioni sempre più estese è diventata un’opzione meno astratta rispetto a qualche anno fa. In molti casi, però, manca il know how di competenze e di professionalità indispensabile per tentare il salto. E da questa constatazione sul campo è partita Sara Martucciello, giovane avvocato salernitano, ma già con grande esperienza professionale nel campo del diritto societario e dei contratti commerciali internazionali, per mettere a punto la sua start up - “Wade World Network” - costituita da meno di un anno ed invitata a partecipare alla prestigiosa vetrina del “Tecnologybiz 2017”, che si è svolto nei giorni scorsi a Napoli  nei saloni della Mostra d’Oltremare. 
    “Il concetto di fondo – spiega Martucciello a SalernoEconomy – è legato all’idea di mettere in condizione le piccole e piccolissime imprese meridionali di sbarcare sui mercati internazionali in piena sicurezza e con le giuste conoscenze in termini di domanda delle produzioni e dei servizi e di potenzialità di espansione del business. Il tutto interagendo con una piattaforma di competenze e professionalità in grado di interfacciarsi con le Mpmi in tempo reale, fino a diventare una community digitale a tutti gli effetti”.
    “Il nostro metodo – continua Martucciello – è stato testato in anni di esperienza che ci hanno permesso di immagazzinare dati ed analisi di scenario, ma anche contatti e relazioni con i diversi sistemi burocratici ed amministrativi dei vari Paesi con i quali si possono creare interessanti business per le nostre aziende”.
    Come siete organizzati per fornire un’assistenza così specifica, che punta al “door to door”, per così dire, dei flussi di export delle piccole aziende della nostra provincia e del Sud?
    “Siamo strutturati sul modello di un network costituito da società specializzate nell’internazionalizzazione per ogni fase del processo. L’obiettivo è accompagnare le aziende che aderiscono al nostro progetto lungo tutto il percorso di export, utilizzando un metodo sicuro di export selling basato su tre elementi fondamentali: conoscenza, velocità e flessibilità”.
    Ma concretamente che cosa siete in grado di offrire?
    “Una collaborazione win-win tra l’impresa ed il network, che punta a cogliere le opportunità, a pianificarle ed a gestirle utilizzando modelli consolidati da adattare alle singole realtà aziendali. Un sistema integrato che copre tutti i passaggi per esportare, abbattendo i costi ed ottimizzando tutte le competenze in un’unica struttura di consulenza specializzata: assistenza legale e societaria, contrattualistica nazionale ed internazionale, assicurazione del credito, legislazione e dogane, marchi e brevetti”.
    Ma “solo” questo può non bastare . . .
    “Siamo pronti ad assicurare consulenze su materie molto complesse come la fiscalità internazionale, ma anche sul versante degli studi di fattibilità e progettazione di una rete commerciale. E ancora localy temporary export manager, contabilità, revisione e certificazione bilanci etc etc. In questa assistenza a 360 gradi rientrano anche marketing e comunicazione, assicurazione e credito di firme, finanza agevolata, finanza di progetto”.
    Ripartiamo dall’inizio. Quando un’azienda decide di avvalersi delle vostre competenze da dove partite?
    “Dopo la fase indispensabile di ascolto e di approfondimento puntiamo a creare progetti su misura, elaborando strategie di business e programmando nel tempo il percorso di export. Siamo convinti che è possibile costruire grandi opportunità di sviluppo all’estero anche per aziende di piccole dimensioni attraverso l’ausilio di servizi di consulenza specializzati ed affidabili. E’ una sfida che si può vincere se affrontata con i mezzi e le competenze giuste, una sfida che vale la pena di affrontare: il business in gioco è estremamente rilevante”.


    Avv. Sara Martucciello
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La laurea? Non basta
22/09/2017

thumbnail-small-1.jpgQuesto articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) venerdì 15 settembre 2017.

di P. Coccorese

ed E. Pappalardo

Se tre indizi fanno una prova, allora è il caso di convincersi una volta e per tutte che la provincia di Salerno di sicuro non è “adatta” ai laureati. Per la verità, non si tratta di una constatazione particolarmente nuova, ma mettere in fila numeri e percentuali che confermano una triste verità fa sempre un po’ impressione. Primo indizio: solo l’8 per cento dei laureati è previsto in entrata nel mercato del lavoro salernitano (fonte: Sistema Informativo Excelsior/Unioncamere/Ministero del Lavoro) nell’ultimo periodo monitorato (agosto-ottobre 2017) in relazione ai contratti che le imprese del settore privato – industria e servizi – hanno dichiarato di volere attivare.  [Continua]

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    Campania. La ripresa c’è, ma ancora lontani dalla pre-crisi
    07/07/2017

    Lo scenario.

    Lo stato di salute dell’economia campana nel 2016 ha mostrato segnali di miglioramento, ma non tali da allentare le preoccupazioni - nel breve e medio periodo – dal punto di vista reddituale ed occupazionale. Secondo diversi fonti analitiche la “ripresina” si è basata su una lieve espansione della domanda interna – che ha rilanciato in maniera disomogenea i consumi – e dell’export (prioritariamente incentrato sul segmento farmaceutico ed in seconda battuta sull’agroalimentare). Il dato che, comunque, fotografa la reale dimensione della situazione si sintetizza nel ritardo ancora ben consolidato del Pil rispetto al periodo pre-crisi (2007). Nel 2016 il prodotto interno lordo campano accusa ancora un -16% in relazione al Pil registrato dieci anni fa. [Continua]


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