Glocal di Ernesto Pappalardo
Tutti in ordine sparso
La sensazione prevalente è che si brancoli nel buio di una crisi che nei piccoli sistemi di sviluppo locale - come quello salernitano - si arrotola sempre più su se stessa. Parlando con imprenditori, professionisti, politici, rappresentanti istituzionali, balza agli occhi, soprattutto, la mancanza più totale di un luogo - realmente operativo - dove provare a “fare sintesi”. Un luogo, cioè, utile a riordinare le idee, magari per buttare giù l’elenco delle cose che è possibile fare e di quelle che, invece, non sono proponibili (anche in termini tecnici ed amministrativi). Il mondo del “fare”, del lavoro, della produzione è, naturalmente, molto preoccupato: i numeri sono quelli che sono e segnalano che la crisi è davvero grave. Ma quello che angoscia un po’ tutti i protagonisti del circuito economico è, in realtà, l’assoluta mancanza di una via d’uscita condivisa. Non si intravede minimamente un percorso, un itinerario di “salvezza” che porti ad una discussione seria e non strumentale sul tavolo regionale che continua a rimanere l’unico in grado di smuovere le acque sia sotto il profilo degli investimenti necessari a dare corpo e contenuto a qualsiasi idea di sviluppo; sia dal punto di vista di una visione di ampio respiro, capace, cioè, di rendere dialoganti in maniera armonica (e non conflittuale) le varie piattaforme territoriali che compongono la Campania. Perché è appena il caso di ricordare che la scala di riferimento non può più essere solo quella provinciale. Occorre “sconfinare” almeno nella dimensione regionale (o interregionale). L’esigenza di mettere un punto fermo, di provare a descrivere quali sono i “paletti” di quella che è a tutti gli effetti la “vertenza-Salerno” è un aspetto della questione sul quale convengono tutti. Nessuno – tra politici, imprenditori, rappresentanti sindacali, liberi pensatori di varia estrazione, eccetera eccetera – nega che il primo passo sia proprio quello di sedere intorno ad un tavolo tutti quelli che vanno a comporre il “panel” del sistema economico, produttivo ed istituzionale provinciale. I problemi iniziano un attimo dopo. E non per le oggettive difficoltà legate all’articolazione di un confronto così difficile da gestire dal punto di vista funzionale. No, la preoccupazione predominante non è assolutamente quella di fallire nel centrare l’obiettivo minimale (mettere nero su bianco le priorità indispensabili per procedere alla realizzazione di un parco-progetti realmente finanziabile e, quindi, “cantierabile” in tempi brevissimi). No, la preoccupazione vera è un’altra: evitare che qualsiasi soggetto – pubblico o “privato” – possa impossessarsi della “leadership” della crisi. Un fatto paradossale, ma vero, che, peraltro, ben si inserisce nel “Dna” di questa città e di questa provincia, che preferiscono crogiolarsi nelle tattiche di neutralizzazione del presunto “avversario”, piuttosto che ritrovare slancio e passione comuni nel momento della drammatica difficoltà. E così, nonostante i segnali di positivo dinamismo che si fanno sempre più evidenti nell’arcipelago delle categorie produttive, alla fine si continua ad andare in ordine sparso. Saltellando da un problema all’altro, senza una strategia ben identificabile, senza un luogo “mite” dove azzerare protagonismi sterili (se non si colgono risultati concreti). Insomma, siamo alle solite. Si gira a vuoto. Tra “Caronte” e “Scipione l’Africano” che abbattono con il caldo torrido tutte le residue forze, a Salerno si respira sempre la solita aria. Aria di protagonismi solitari che non portano da nessuna parte. E’ questa non è una previsione meteorologica, ma solo una constatazione basata sui cicli storici che, purtroppo, ritornano e si ripetono immutabili. ERNESTO PAPPALARDO direttore@salernoeconomy.it
Glocal di Ernesto Pappalardo
La laurea? Non basta
22/09/2017
Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) venerdì 15 settembre 2017.
di P. Coccorese
ed E. Pappalardo
Se tre indizi fanno una prova, allora è il caso di convincersi una volta e per tutte che la provincia di Salerno di sicuro non è “adatta” ai laureati. Per la verità, non si tratta di una constatazione particolarmente nuova, ma mettere in fila numeri e percentuali che confermano una triste verità fa sempre un po’ impressione. Primo indizio: solo l’8 per cento dei laureati è previsto in entrata nel mercato del lavoro salernitano (fonte: Sistema Informativo Excelsior/Unioncamere/Ministero del Lavoro) nell’ultimo periodo monitorato (agosto-ottobre 2017) in relazione ai contratti che le imprese del settore privato – industria e servizi – hanno dichiarato di volere attivare. [Continua]
Campania. La ripresa c’è, ma ancora lontani dalla pre-crisi
07/07/2017
Lo scenario.
Lo stato di salute dell’economia campana nel 2016 ha mostrato segnali di miglioramento, ma non tali da allentare le preoccupazioni - nel breve e medio periodo – dal punto di vista reddituale ed occupazionale. Secondo diversi fonti analitiche la “ripresina” si è basata su una lieve espansione della domanda interna – che ha rilanciato in maniera disomogenea i consumi – e dell’export (prioritariamente incentrato sul segmento farmaceutico ed in seconda battuta sull’agroalimentare). Il dato che, comunque, fotografa la reale dimensione della situazione si sintetizza nel ritardo ancora ben consolidato del Pil rispetto al periodo pre-crisi (2007). Nel 2016 il prodotto interno lordo campano accusa ancora un -16% in relazione al Pil registrato dieci anni fa. [Continua]
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