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ICEA - Istituto Certificazione Etica e Ambientale

  • Vince ancora il format delle vacanze tranquille: sole, mare e buon cibo. Prevalenti gli arrivi nella fascia di età 45/64 anni. Tempo di permanenza medio 6/8 giorni.Turismo British oriented L’identikit dei visitatori stranieri parla inglese. Flussi più intensi in entrata da Regno Unito e Stati Uniti. Picco di spesa media a Positano (356 euro pro capite al giorno). 

    L’identikit dei visitatori stranieri parla inglese. Flussi più consistenti in entrata da Regno Unito e Stati Uniti. Picco di spesa media a Positano (356 euro pro capite al giorno).
     
    Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (Edizione Salerno) venerdì 10 febbraio 2017.
     
    di Paolo Coccorese e Ernesto Pappalardo
     
    L’identikit del visitatore straniero nel capoluogo e nella provincia di Salerno restituisce l’immagine di uno scenario turistico forse abbastanza prevedibile, ma non privo di sorprese se si prendono in considerazione le valutazioni espresse in merito ad alcune “caratteristiche” relative ai principali fattori di attrattività delle località più “gettonate” del Salernitano. Ha tra i 45 e i 64 anni; proviene principalmente dal Regno Unito (ma anche da Stati Uniti e Germania); preferisce fermarsi una settimana/dieci giorni e spende in media 204 euro al giorno (oscillando in un range compreso tra 79 e 356 € in base al luogo prescelto per soggiornare).
    Fonte e  metodologia della ricerca.
    Le informazioni sui comuni della provincia di Salerno sono tratte dall’indagine campionaria sul turismo internazionale realizzata ogni anno dalla Banca d’Italia, incentrata  su interviste ai viaggiatori in transito alle frontiere italiane. Di tale set di dati sono state analizzate le risposte fornite nel corso del 2015 (e pubblicate nel 2016) dai viaggiatori stranieri che hanno soggiornato per almeno due notti in uno dei comuni della provincia di Salerno indicato come destinazione principale, e che si sono recati nella zona per motivi personali (es. turismo, viaggi di nozze, ecc.) e non per lavoro. In base a tali criteri, sono state esaminate 247 interviste. Per quel che riguarda i dati sui singoli comuni, sono stati presi in considerazione solo quelli per i quali erano disponibili almeno cinque interviste.
    Il target prevalente.
    Come detto, le percentuali riferite ai Paesi di provenienza incoronano il Regno Unito (31,6%) che “surclassa” Stati Uniti (14,2%) e Germania (11,3%). Solo in questi tre casi si supera la soglia del 10%. Seguono: Francia (8,5%); Irlanda (5,7%); Spagna (4,5%); Danimarca (3,2%); Russia (3,2%); Austria (2,4%) e Svizzera (2,4%). Siamo, quindi, ancora in presenza dell’onda lunga di relazioni per così dire “storiche” da parte di queste tipologie di flussi in entrata con porzioni di territorio salernitano (come peraltro risulta dall’analisi della spesa media giornaliera pro-capite nei dieci comuni più frequentati). Le fasce d’età rappresentate in maniera più consistente sono quelle tra 45 e 64 anni (32,8%), tra 35 e 44 anni (23,1%), e tra 25 e 34 anni (21,9%). Più distanziati i giovanissimi (15/24 anni, 8,9%) e gli over 65 (13,4%). Anche in questo caso è evidente la conferma della scelta di un’offerta abbastanza tradizionale e non orientata al puro divertimento come accade per gli under 24 – per esempio – in relazione a ben identificate località di Grecia e Spagna. Conferma che risulta anche dal periodo di soggiorno prevalente: 6/8 giorni (37,7%), la classica settimana di relax costruita in larga parte sugli asset mare/cultura/ambiente-paesaggio/buon cibo. “Format” che conquista anche un ulteriore 20,2% per la durata 9-12 giorni, ed un altro 12,1% per quella 13-15 giorni.
    La spesa media pro-capite.
    In questo caso è stata analizzata la spesa media pro-capite giornaliera (esclusa quella destinata al trasporto) dei turisti stranieri nei dieci comuni più frequentati. Netta la differenza tra Costiera Amalfitana e Cilento (oltre che con la città capoluogo). Per dire: a Positano gli ospiti provenienti dall’estero in media immettono in circuito qualcosa come 356 euro al giorno;  ad Agropoli “solo” 132 €; a Capaccio/Paestum “solo” 157  €; a Castellabate (nel comprensorio di Pollica, Acciaroli, Agnone) “solo” 168 €. Fanalino di coda Salerno: 79 €. Un dato che fa riflettere sulla capacità di articolazione nel capoluogo di un’offerta maggiormente rilevante, sebbene negli ultimi anni siano state realizzate buone perfomance (soprattutto nel periodo invernale). La “graduatoria” dei comuni per spesa pro-capite quotidiana pone in vetta, quindi, Positano. Seguono Amalfi (315 €); Ravello (301 €); Minori (236 €); Praiano (198 €); Maiori (179 €).  Poi, il Cilento con Castellabate, Capaccio/Paestum ed Agropoli. E, infine, il capoluogo. Se si considera la media dell’intera provincia, ci si attesta a 204 euro a persona (al giorno).  Fotografia – si dirà – cristallizzata nel tempo: è certamente vero. Al punto che queste risultanze autorizzano ad individuare dinamiche abbastanza statiche nella messa a fuoco di offerte che, più che proporre innovazioni espansive, appaiono improntate a profili difensivi. Insomma, le due Coste non cercano interazioni virtuose (che sono la chiave di volta per la crescita del tasso di permanenza e, quindi, di incremento della spesa media giornaliera), ma si “arroccano” nelle loro tipologie vincenti. Né la parte pubblica sembra in grado di mettere in campo visioni (e strumenti di stimolo profilati a misura del comparto turistico) adeguate all’urgenza di fare crescere in primo luogo le opportunità di occupazione (soprattutto per le fasce under 35). Va, in ogni caso, aggiunto che la zona a Sud del capoluogo ha certamente avviato da diversi anni un percorso migliorativo dell’offerta. Mentre la Costiera Amalfitana non lascia ancora percepire scatti innovativi anche in termini di “allargamento” della mappa dei luoghi da inserire nei tour proponibili in particolare ai turisti stranieri. Sia a Sud che a Nord del capoluogo, è appena il caso di ribadirlo, resta insoluto il tema della destagionalizzazione strutturale e non occasionale.
    Il giudizio sulla qualità dell’accoglienza.
    Le interviste raccolte nella ricerca della Banca d’Italia hanno dedicato grande attenzione alla valutazione dei turisti stranieri in merito ad alcune caratteristiche dei comuni prescelti per il soggiorno: cortesia (accoglienza e simpatia degli abitanti); arte (le città e le opere d’arte); ambiente (il paesaggio e l’ambiente naturale); alloggio (gli alberghi e le altre possibilità di sistemazione); pasti (la cucina ed i prodotti enogastronomici); prezzi (il costo della vita). In via preliminare, deve essere rimarcato che la media della provincia si avvicina e supera in molti casi il 9 (su 10): siamo, quindi, su standard molto importanti, e certamente non è un caso. Vuol dire che negli anni si è lavorato ad affinare la qualità dell’accoglienza nel suo complesso: uno sforzo non da poco, anche se ancora da perfezionare. La graduatoria relativa al giudizio complessivo è guidata da Maiori (9,40). Alle sue spalle si colloca Castellabate (9,33), unica località (con le sue zone limitrofe, naturalmente) a Sud di Salerno nelle prime cinque posizioni. A seguire: Positano (9,25); Minori (9,20); Ravello (9,10); Amalfi (9,07); Praiano (9,00); Capaccio/Paestum (8,80); Agropoli (8,50); Salerno (8,33).  La media complessiva della provincia si attesta a 8,88.
    La classifica della “simpatia”.
    Tra gli indicatori più importanti rientra quello della cortesia (accoglienza e simpatia degli abitanti). Quali sono i residenti (e gli operatori)  più simpatici a contatto con i turisti stranieri (almeno secondo la ricerca Bankitalia)? Sarà una “coincidenza”, ma quelli percepiti come più “distratti” sono quelli dei comuni dove la spesa pro-capite è più alta. La graduatoria della simpatia è guidata da Castellabate (9,75) e si articola nel modo seguente: Praiano (9,33); Ravello (9,31); Agropoli (9,20); Capaccio/Paestum (9,17); Minori (9,17); Salerno (9,07); Maiori (9,00); Amalfi (8,93); Positano (8,58). In questo caso la media complessiva della provincia è pari a 9,04.


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La laurea? Non basta
22/09/2017

thumbnail-small-1.jpgQuesto articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) venerdì 15 settembre 2017.

di P. Coccorese

ed E. Pappalardo

Se tre indizi fanno una prova, allora è il caso di convincersi una volta e per tutte che la provincia di Salerno di sicuro non è “adatta” ai laureati. Per la verità, non si tratta di una constatazione particolarmente nuova, ma mettere in fila numeri e percentuali che confermano una triste verità fa sempre un po’ impressione. Primo indizio: solo l’8 per cento dei laureati è previsto in entrata nel mercato del lavoro salernitano (fonte: Sistema Informativo Excelsior/Unioncamere/Ministero del Lavoro) nell’ultimo periodo monitorato (agosto-ottobre 2017) in relazione ai contratti che le imprese del settore privato – industria e servizi – hanno dichiarato di volere attivare.  [Continua]

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    Campania. La ripresa c’è, ma ancora lontani dalla pre-crisi
    07/07/2017

    Lo scenario.

    Lo stato di salute dell’economia campana nel 2016 ha mostrato segnali di miglioramento, ma non tali da allentare le preoccupazioni - nel breve e medio periodo – dal punto di vista reddituale ed occupazionale. Secondo diversi fonti analitiche la “ripresina” si è basata su una lieve espansione della domanda interna – che ha rilanciato in maniera disomogenea i consumi – e dell’export (prioritariamente incentrato sul segmento farmaceutico ed in seconda battuta sull’agroalimentare). Il dato che, comunque, fotografa la reale dimensione della situazione si sintetizza nel ritardo ancora ben consolidato del Pil rispetto al periodo pre-crisi (2007). Nel 2016 il prodotto interno lordo campano accusa ancora un -16% in relazione al Pil registrato dieci anni fa. [Continua]


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