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ICEA - Istituto Certificazione Etica e Ambientale

  • Il “viaggio” nei quattro sub-comprensori provinciali alla ricerca delle nuove identità economiche e produttive. Profili di futuro in Area vasta Le macro-aggregazioni nel Salernitano? La Città dell’Agro Nocerino Sarnese;la Grande Salerno; la Città del Quarto Paesaggio/Parco del Cilento e The Golden Coast (Costiera Amalfitana).

    Questo articolo è apparso sul Mattino (Edizione Salerno) di sabato 17 dicembre. Sintetizza la “mappa” dei nuovi “profili” economici e produttivi potenzialmente emergenti nel territorio provinciale diviso in quattro sub/comprensori.
    La discussione in corso sulla nuova identità dei territori – le “smart city”, gli “smart land” – pone in evidenza il concetto di “Area Vasta” che fa riferimento al principio di città o “densità territoriale” (spazio allargato multi/scalare). Quali possono essere le macro/aggregazioni nel Salernitano? Sostanzialmente quattro: la Città dell’Agro Nocerino Sarnese; la Grande Salerno estesa alla Valle dell’Irno e ai Picentini, alla Piana del Sele ed all’alto Sele; la Città del Quarto Paesaggio (area oltre-Sele e  Parco de Cilento); “The Golden Coast” (Costiera Amalfitana e Cava de’ Tirreni).
    La “Città dell’Agro Nocerino/Sarnese”.
    Può contare fin da subito su un tessuto produttivo ed attrattivo importante. La parte mancante va individuata nella carenza di costruzione di “reti complesse” intersettoriali: perché a partire dall’agro/alimentare è possibile “intrecciare” una nuova storia del territorio. Come non pensare, per esempio, al recupero del patrimonio archeologico (Nuceria Alfaterna, solo per citare l’attrattore per così dire strutturale)?
    La “Grande Salerno” “green” e tecnologica.
    Questo nuovo agglomerato territoriale composto dal perimetro municipale sul quale insiste la città di Salerno e dalle aree confinanti direttamente ed in minima parte indirettamente (Valle dell’Irno, Picentini, Piana del Sele/Alto Sele, litorale costiero fino ad Agropoli/Paestum) conducono alla constatazione di un’identità “in bilico”, un vero e proprio “ibrido” non ancora fertile. Occorre ri/valorizzare agricoltura; agro-industria; paesaggio; ambiente; beni culturali; turismi. In questo modo l’area industriale della città di Salerno diventa il naturale attrattore di industrie ad alto valore aggiunto di innovazione tecnologica.
    Parco del Cilento e provincia Sud.
    Si tratta dell’area vasta più o meno coincidente con il perimetro del Parco del Cilento e del Vallo di Diano. Su quali asset puntare? Agricoltura, allevamento, multifunzionalità delle aziende del primario sono gli assi portanti dei nuovi turismi/“light”, leggeri perché attenti alla ricerca di una relazione poco mediata con la natura e l’ambiente; desiderosi di riscoprire i principi di una dieta alimentare il più possibile salutare (mediterranea) e, quindi, incardinata alla perfezione in uno stile di vita “green”; edilizia bio/compatibile e rigenerativa nei piccoli centri urbani del Parco e nei campi, nei terreni, nelle campagne.
    “The Golden Coast”
    Il punto nodale risiede nelle criticità della rete di mobilità di cose e persone. Aumentare il livello di interazione delle reti internet private e pubbliche significa l’inizio di una rivoluzione che dovrebbe consentire di approdare all’identità di una “Costa d’Amalfi 2.3.4.0”. Il miglioramento dell’assistenza sanitaria e dei servizi alla persona è il punto di svolta per costruire una nuova mappa dell’attrazione turistica. Ma all’Area Vasta Costiera Amalfitana converrà guardare più a Nord che a Sud, più a Sorrento che a Salerno per la definizione di una nuova e più ampia “Golden Coast”.


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La laurea? Non basta
22/09/2017

thumbnail-small-1.jpgQuesto articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) venerdì 15 settembre 2017.

di P. Coccorese

ed E. Pappalardo

Se tre indizi fanno una prova, allora è il caso di convincersi una volta e per tutte che la provincia di Salerno di sicuro non è “adatta” ai laureati. Per la verità, non si tratta di una constatazione particolarmente nuova, ma mettere in fila numeri e percentuali che confermano una triste verità fa sempre un po’ impressione. Primo indizio: solo l’8 per cento dei laureati è previsto in entrata nel mercato del lavoro salernitano (fonte: Sistema Informativo Excelsior/Unioncamere/Ministero del Lavoro) nell’ultimo periodo monitorato (agosto-ottobre 2017) in relazione ai contratti che le imprese del settore privato – industria e servizi – hanno dichiarato di volere attivare.  [Continua]

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    Campania. La ripresa c’è, ma ancora lontani dalla pre-crisi
    07/07/2017

    Lo scenario.

    Lo stato di salute dell’economia campana nel 2016 ha mostrato segnali di miglioramento, ma non tali da allentare le preoccupazioni - nel breve e medio periodo – dal punto di vista reddituale ed occupazionale. Secondo diversi fonti analitiche la “ripresina” si è basata su una lieve espansione della domanda interna – che ha rilanciato in maniera disomogenea i consumi – e dell’export (prioritariamente incentrato sul segmento farmaceutico ed in seconda battuta sull’agroalimentare). Il dato che, comunque, fotografa la reale dimensione della situazione si sintetizza nel ritardo ancora ben consolidato del Pil rispetto al periodo pre-crisi (2007). Nel 2016 il prodotto interno lordo campano accusa ancora un -16% in relazione al Pil registrato dieci anni fa. [Continua]


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