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ICEA - Istituto Certificazione Etica e Ambientale

  • Si può raggiungere la copertura integrale delle spese per la realizzazione dei progetti.Apicoltura, finanziamenti a fondo perduto La Regione Campania ha adottato il bando riservato alle iniziative delle associazioni di produttori finalizzate al miglioramento delle condizioni generali del micro-comparto e della commercializzazione. Risorse per € 88.013.

    di Gaetano Longobardi*
    Nel contesto di una più generale rivalorizzazione del comparto agricolo si inseriscono anche alcuni segmenti che costituiscono un vero e proprio valore aggiunto sia dal punto di vista della manutenzione del territorio che sotto il profilo della salvaguardia degli equilibri ambientali. E’ il caso, per esempio, dell’apicoltura che in Campania vanta numeri di tutto rispetto e che – al di la della produzione in volume – si caratterizza per un’alta qualità media del miele. Nell’ambito del recupero delle tradizioni agricole, in questo specifico ambito di riferimento, si registrano fermenti positivi, anche alla luce delle nuove tecnologie e di una crescente ricerca di alimenti salubri e al di fuori della logica industriale dei grandi numeri. Diventa, quindi, importante l’occasione dei fondi disponibili attraverso il bando della Regione Campania che prevede finanziamenti a fondo perduto.
    Con decreto dirigenziale n. 11 del 15 novembre 2016, la Regione Campania ha adottato il bando che finanzia le iniziative di associazioni di apicoltori tese a migliorare le condizioni generali della produzione e della commercializzazione dei prodotti dell’apicoltura. La misura è dotata di risorse per € 88.013,00. Possono presentare domanda di finanziamento le associazioni di apicoltori aventi sede in Campania costituite da almeno 40 soci. Le attività finanziate, possono consistere in seminari e convegni tematici; assistenza tecnica alle aziende; incontri periodici con apicoltori, dimostrazioni pratiche ed interventi in apiario per l’applicazione di mezzi di lotta da parte degli esperti apistici; distribuzione dei farmaci veterinari appropriati; acquisto sciami, nuclei, pacchi d’api ed api regine,– acquisto di api regine. E’ prevista l’erogazione di un contributo a fondo perduto che può raggiungere la copertura integrale delle spese per la realizzazione dei progetti. Le domande di finanziamento devono essere presentate entro il 20 dicembre 2016.
     
    *Fondatore ed Amministratore del sito www.contributipmi.it
     
    La scheda.
    L'apicoltura è l'allevamento di api allo scopo di sfruttare i prodotti dell'alveare, costituito da un'arnia popolata da una famiglia di api. Le specie di api allevate sono diverse ma, per la sua produttività, ha netta predominanza l'ape europea o ape mellifera (Apis mellifera Linnaeus) che è la specie del genere Apis più diffusa al mondo. Il mestiere dell'apicoltore consiste sostanzialmente nel procurare alle api ricovero, cure, e vegliare sul loro sviluppo. In cambio egli raccoglie una quota discreta del loro prodotto, consistente in: miele, polline, cera d'api, pappa reale, propoli, veleno.
    Praticata in tutti i continenti, questa attività varia a seconda delle varietà di api, del clima e del livello di sviluppo economico dell'agricoltore. L'allevamento di api è una branca della zootecnica intesa nell'accezione più ampia del termine.
    L'apicoltura è riconosciuta, in conformità a quanto stabilito dalla legge 24 dicembre 2004 n. 313 recante Disciplina per l'apicoltura, attività di interesse nazionale utile per la conservazione dell'ambiente naturale, dell'ecosistema e dell'agricoltura in generale ed è finalizzata a garantire l'impollinazione naturale e la biodiversità di specie apistiche, con particolare riferimento alla salvaguardia della razza di ape italiana o ape ligustica (Apis mellifera ligustica Spinola che è una sottospecie dell'ape mellifera) e delle popolazioni di api autoctone tipiche o delle zone di confine. L'apicoltura contribuisce, altresì, alla salvaguardia della biodiversità vegetale. Si stima che almeno diecimila specie di piante si sarebbero già estinte se non ci fossero le api.
    La Regione Campania ha disciplinato con propria legge 29 marzo 2006, n. 7 gli interventi per l'incremento, lo sviluppo e la salvaguardia dell'apicoltura che è considerata attività imprenditoriale agricola a tutti gli effetti, anche se non correlata necessariamente alla gestione del terreno. L'apicoltura inoltre, avendo caratteristiche e finalità proprie, è strettamente collegata al settore agricolo quale fattore insostituibile nei processi di impollinazione per il miglioramento qualitativo e quantitativo delle produzioni agricole.
    (Fonte: http://www.agricoltura.regione.campania.it/api/apicoltura.html)


    Gaetano Longobardi (www.contributipmi.it)
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La laurea? Non basta
22/09/2017

thumbnail-small-1.jpgQuesto articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) venerdì 15 settembre 2017.

di P. Coccorese

ed E. Pappalardo

Se tre indizi fanno una prova, allora è il caso di convincersi una volta e per tutte che la provincia di Salerno di sicuro non è “adatta” ai laureati. Per la verità, non si tratta di una constatazione particolarmente nuova, ma mettere in fila numeri e percentuali che confermano una triste verità fa sempre un po’ impressione. Primo indizio: solo l’8 per cento dei laureati è previsto in entrata nel mercato del lavoro salernitano (fonte: Sistema Informativo Excelsior/Unioncamere/Ministero del Lavoro) nell’ultimo periodo monitorato (agosto-ottobre 2017) in relazione ai contratti che le imprese del settore privato – industria e servizi – hanno dichiarato di volere attivare.  [Continua]

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    Campania. La ripresa c’è, ma ancora lontani dalla pre-crisi
    07/07/2017

    Lo scenario.

    Lo stato di salute dell’economia campana nel 2016 ha mostrato segnali di miglioramento, ma non tali da allentare le preoccupazioni - nel breve e medio periodo – dal punto di vista reddituale ed occupazionale. Secondo diversi fonti analitiche la “ripresina” si è basata su una lieve espansione della domanda interna – che ha rilanciato in maniera disomogenea i consumi – e dell’export (prioritariamente incentrato sul segmento farmaceutico ed in seconda battuta sull’agroalimentare). Il dato che, comunque, fotografa la reale dimensione della situazione si sintetizza nel ritardo ancora ben consolidato del Pil rispetto al periodo pre-crisi (2007). Nel 2016 il prodotto interno lordo campano accusa ancora un -16% in relazione al Pil registrato dieci anni fa. [Continua]


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