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ICEA - Istituto Certificazione Etica e Ambientale

  • Presentata nei giorni scorsi la nuova iniziativa dedicata all’analisi delle dinamiche di un comparto strategico per il Made in Italy.Nasce l’"Osservatorio del Vino" I primi dati: il 64% del consumo è “domestico”, soprattutto durante i pasti (72%). Le vendite nel canale del “fuori-casa” risultano in crescita nel terzo trimestre 2015 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente: +3,1% nei volumi e + 2,3% nei valori. 

    E’ stato presentato nei giorni scorsi, presso la sede del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, l’Osservatorio del Vino italiano, nato per iniziativa dell’Unione Italiana Vini in collaborazione con Ismea e Sda Bocconi, partners del progetto.
    L’Osservatorio del Vino italiano.
    L'Osservatorio del Vino è un progetto promosso da Unione Italiana Vini - che rappresenta più del 50% del fatturato nazionale nel settore del commercio vinicolo e l'85% dell'export - con la partnership strategica di Ismea e Sda Bocconi-Wine Management Lab, e con la partecipazione tecnica di Wine Monitor-Nomisma. Il progetto dell'Osservatorio nasce sulla scia di una collaborazione quasi ventennale tra Uiv ed Ismea nel rilevamento di alcuni dati del settore con l'obiettivo di allargare la base di monitoraggio del mercato e integrarla, grazie al supporto di Sda Bocconi-Wine Management Lab, con analisi di marketing ed indicazioni strategiche utili per le imprese.
    I primi dati: il 64% del consumo di vino è domestico.
    I primi dati resi noti dall’Osservatorio, in occasione della sua presentazione, riportano che il 64% del consumo di vino è domestico, soprattutto durante i pasti (72%). Il dato sulle vendite di vino nel canale del "fuori-casa" (Horeca, che in Italia rappresenta il 38% delle vendite totali) risulta in crescita nel III° trimestre 2015 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente: +3,1% nei volumi e + 2,3% nei valori, contro una tendenza all'opposto negativa sul versante dei valori per il canale off-trade (e quindi GDO in primis, che rappresenta il 64% delle vendite totali) sempre riferita allo stesso intervallo temporale che sacrifica il -3,9% in volume per mantenere un + 0,9% in valore.
    Alla presentazione hanno partecipato, oltre al presidente di Unione Italiana Vini, Domenico Zonin, il Vice Ministro Andrea Olivero, Fabio del Bravo, Ismea, Silvia Zucconi, Nomisma Wine Monitor, e Denis Pantini, Nomisma Wine Monitor. Presenti, inoltre, alcuni tra i più autorevoli rappresentanti istituzionali e del mondo vitivinicolo a livello nazionale.
    "Nasce l'Osservatorio del Vino italiano – ha dichiarato Domenico Zonin, presidente di Unione Italiana Vini - il primo e unico punto di riferimento istituzionale per la raccolta, l'analisi, il commento e la diffusione dei dati statistici del settore vitivinicolo, sia sul fronte produttivo che su quello dei mercati interno e internazionale. Si tratta di un'iniziativa inedita per il nostro Paese e di fondamentale importanza per un comparto produttivo che oggi rappresenta l'eccellenza dell'intero "sistema Italia", ma che soffre la mancanza di un fonte di rilevazione, commento e diffusione di dati statistici del settore fondati e garantiti istituzionalmente". "La novità di questo Osservatorio – ha sottolineato il presidente Zonin - è che l'elaborazione statistica viene effettuata sulla base dei dati trasmessi dalle aziende a cadenza periodica. Tutto ciò garantisce alle stesse imprese il vantaggio di avere analisi di mercato aggiornate e affidabili in grado di rispondere tempestivamente alle esigenze informative necessarie per orientare le strategie commerciali e di marketing delle moderne aziende del settore. Con l'Osservatorio del Vino, inoltre, vogliamo offrire alle istituzioni un quadro aggiornato e corretto del mercato del vino indispensabile per operare scelte normative e di regolazione adeguate alla realtà. Attraverso questo lavoro intendiamo costruire un luogo privilegiato per animare il dibattito strategico sul settore vitivinicolo in Italia".
    "Il vino si conferma la punta di diamante del nostro settore agroalimentare - ha dichiarato Raffaele Borriello, Direttore Generale Ismea - un comparto che, grazie all'elevata propensione all'export e alla sua innata capacità di raccontare la storia del territorio di origine, fa da guida per l'intero Made Italy sui mercati esteri. Le esportazioni di vino nel 2015 potrebbero raggiungere un risultato record di 5,5 miliardi di euro, mettendo a segno un aumento di circa il 7% sul dato del 2014. Un fattore importante di questo successo è stata la spinta della grande vetrina mondiale dell'EXPO a cui si sono affiancate una serie di misure per l'internazionalizzazione varate dal Governo che lasciano ben sperare anche per il 2016, nonostante le incertezze legate alle tensioni geo politiche in atto e alla crisi di molte economie extra Ue. In questo contesto, l'istituzione di un Osservatorio del Vino, anche grazie al contributo di enti di ricerca, istituzioni e università, potrà rafforzare questa tendenza, mettendo a disposizione delle aziende elementi conoscitivi e previsionali che servono a potenziare le strategie commerciali".
    "Il Wine Management Lab – ha aggiunto Andrea Rea, Responsabile Wine management lab SDA Bocconi - rappresenta l'impegno concreto di Sda Bocconi per il vino italiano. Per conquistare la leadership internazionale, l'attività di generazione di conoscenze è fondamentale per rafforzare la peculiare capacità imprenditoriale italiana nella complessa competizione internazionale. La partnership con Uiv e Ismea per l'Osservatorio del Vino propone un modello efficace di ricerca, che integra competenze qualificate, network e accessibilità dell'informazione".
    (Fonte. ismea.it/10.12.15)


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La laurea? Non basta
22/09/2017

thumbnail-small-1.jpgQuesto articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) venerdì 15 settembre 2017.

di P. Coccorese

ed E. Pappalardo

Se tre indizi fanno una prova, allora è il caso di convincersi una volta e per tutte che la provincia di Salerno di sicuro non è “adatta” ai laureati. Per la verità, non si tratta di una constatazione particolarmente nuova, ma mettere in fila numeri e percentuali che confermano una triste verità fa sempre un po’ impressione. Primo indizio: solo l’8 per cento dei laureati è previsto in entrata nel mercato del lavoro salernitano (fonte: Sistema Informativo Excelsior/Unioncamere/Ministero del Lavoro) nell’ultimo periodo monitorato (agosto-ottobre 2017) in relazione ai contratti che le imprese del settore privato – industria e servizi – hanno dichiarato di volere attivare.  [Continua]

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    Campania. La ripresa c’è, ma ancora lontani dalla pre-crisi
    07/07/2017

    Lo scenario.

    Lo stato di salute dell’economia campana nel 2016 ha mostrato segnali di miglioramento, ma non tali da allentare le preoccupazioni - nel breve e medio periodo – dal punto di vista reddituale ed occupazionale. Secondo diversi fonti analitiche la “ripresina” si è basata su una lieve espansione della domanda interna – che ha rilanciato in maniera disomogenea i consumi – e dell’export (prioritariamente incentrato sul segmento farmaceutico ed in seconda battuta sull’agroalimentare). Il dato che, comunque, fotografa la reale dimensione della situazione si sintetizza nel ritardo ancora ben consolidato del Pil rispetto al periodo pre-crisi (2007). Nel 2016 il prodotto interno lordo campano accusa ancora un -16% in relazione al Pil registrato dieci anni fa. [Continua]


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