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ICEA - Istituto Certificazione Etica e Ambientale

  • Unioncamere/Infocamere. I dati elaborati in considerazione dei flussi delle iscrizioni nell’ultimo triennio.Imprese straniere, crescita continua In Campania hanno raggiunto quota 36.930 e crescono nel terzo trimestre del 2015 al ritmo del 4 per cento soprattutto nelle filiere dell’edilizia e del commercio.
    Lombardi: “E’ la conferma dei cambiamenti in atto nelle dinamiche produttive. Necessario tutelare le nuove aziende ed incanalarle in progetti di crescita diffusa”.

    “Siamo i fronte ad un fenomeno che si inquadra all’interno dei mutamenti in atto nella composizione del tessuto produttivo. La spinta dinamica delle aziende a guida straniera negli ultimi anni si è rivelata un fattore molto positivo, contribuendo a reggere, per quanto possibile, l’urto di una crisi occupazionale che nel Mezzogiorno ed in Campania non è di certo stata archiviata. Nell’ambito della filiera delle costruzioni si registra un massiccio ingresso di imprese e partite Iva a titolarità straniera, anche nel segmento specifico che prevede la specializzazione degli addetti. E’ evidente, però, che occorre incanalare queste spinte importanti in un più ampio disegno strategico di rilancio del settore che continua a vivere una situazione di gravissima difficoltà”. L’analisi di Antonio Lombardi - presidente dell’Associazione Costruttori Salernitani - tiene conto delle cifre importanti che emergono dai dati Unioncamere/Infocamere relative alle dinamiche delle imprese a guida straniera in Italia ed in Campania. “In altre parole – continua Lombardi – proprio facendo leva sull’apporto delle nuove forze produttive, tra l’altro con una forte caratterizzazione di imprenditorialità giovanile, è indispensabile porre mano ad una manovra di generale rilancio degli investimenti nell’edilizia: non è più possibile continuare a passare da un annuncio all’altro senza che, poi, aprano effettivamente i cantieri. Né può bastare l’aspettativa che si concretizzino al più presto le gare pubbliche espletate in considerazione della tempistica legata a meccanismi procedurali incredibilmente complessi e penalizzanti per le imprese che pure non hanno fatto mancare in questi anni progettualità e proposte senza ricevere alcuna risposta”.
    I numeri in Campania e nelle cinque province.
    In Campania le imprese straniere toccano quota 36.930 ed aumentano nel terzo trimestre del 2015 di circa il 4 per cento rispetto ai tre mesi precedenti, arrivando ad incidere per oltre il 31 per cento (31,6%) sul totale delle imprese: “le aziende straniere crescono a ritmi frenetici” e “prediligono tra i settori il commercio e le costruzioni”. I dati sono stati estrapolati dal Centro Studi dell’Acs (Associazione Costruttori Salernitani).
    In provincia di Napoli sono operative - al 30 settembre 2015 - 17.117 imprese a guida straniera con una crescita del 6,8% rispetto al trimestre precedente e con un tasso di incidenza sul totale delle imprese del 6,1%. Subito dopo la provincia di Napoli, in Campania si colloca la provincia di Caserta con 8.831 aziende (+1,6%) ed un tasso di incidenza del 9,7%. Segue la provincia di Salerno con  7.035 imprese  (+1,7%) ed un tasso di incidenza del 5,9%. Poi, quelle di Avellino con 2.498 imprese (+0,2%) ed un tasso di incidenza del 5,7%; e di Benevento con 1.449 imprese (+1,2%) con un tasso di incidenza del 4,2%. Va sottolineato, quindi, che la presenza più diffusa dal punto di vista dell’incidenza sul numero complessivo di aziende si registra nel Casertano con un tasso percentuale (9,7%) superiore anche alla media-Italia (9,0%).
    I numeri all’interno del comparto delle costruzioni.
    Su tutto il territorio nazionale i numeri riferiti all’edilizia segnalano che le aziende con un titolare straniero sono 128.961 con un tasso di incidenza sul totale del comparto (854.947) pari al 15,1%. Va aggiunto che il tasso di crescita delle aziende a guida straniera che operano nelle costruzioni è nettamente superiore al tasso complessivo riferito al’edilizia. Le imprese straniere sono cresciute nel terzo trimestre del 2015 (rispetto al secondo) del +0,49% rispetto alla variazione totale del +0,10%. E nel periodo settembre 2012/settembre 2015 sono aumentate al ritmo del +3,9%. Si tratta, inoltre, di aziende guidate da un consistente numero di giovani: 31.388 sul totale di 128.961, al punto che il peso di queste imprese sul totale di quelle del comparto è del 24,3%. Mentre il peso complessivo delle aziende di costruzioni guidate da un giovane sul totale delle imprese del settore è pari al 10,8%. Una differenza di oltre dieci punti percentuali che spiega bene l’entità del fenomeno in atto.
    Lo scenario generale.
    L’incidenza del fenomeno delle aziende a guida straniera sulla composizione dello stock di imprese in Italia è diventata sempre più rilevante. “Giovane, dinamica - scrive nella nota del 20 novembre scorso Unioncamere -  e dai tratti sempre più orientali: è l’identikit dell’impresa straniera in Italia. Negli ultimi 3 anni le aziende guidate da immigrati sono aumentate del 19%. Soltanto tra luglio e settembre 2015 sono avanzate ad un ritmo quattro volte superiore al resto del tessuto produttivo (+1,51% contro lo +0,34%), contribuendo al 40% della crescita realizzata dall’intero sistema imprenditoriale italiano. Restando agli ultimi dodici mesi, ad allungare il passo sono stati soprattutto i titolari di ditte individuali provenienti dall’India (+25,8%), dal Bangladesh (+21,1%) e dal Pakistan (+20,3%). Un boom che ha portato a fine settembre l’esercito delle imprese capitanate da stranieri a quota 546mila. Un’impresa su quattro ha al comando un under 35, contro il 10% del totale delle aziende italiane”.
    La “geografia” delle imprese straniere.
    Su oltre 430mila imprese individuali a conduzione straniera “oltre un terzo - spiega sempre Unioncamere - è rappresentato da solo tre Paesi: Marocco, Cina e Romania rispettivamente con 15,3%, 11,1% e 11%. Le regioni preferite dagli imprenditori stranieri sono Lombardia (18%), Lazio (11,8%) e Toscana (9,9%). Marocchini e rumeni privilegiano come sede delle proprie imprese la Lombardia, mentre la Toscana è terra eletta dalla comunità cinese (20,6%), con la parte del leone svolta dalla provincia di Prato dove un’impresa individuale su quattro ha un titolare nato nel Celeste Impero. La Lombardia è la regione italiana preferita anche dagli imprenditori albanesi, mentre nel Lazio decidono di “fare impresa” soprattutto i migranti del Bangladesh: al 30 settembre scorso quasi la metà (43,9%) delle 28mila imprese individuali presenti in Italia con a capo un bengalese aveva sede nella regione”. 
    I comparti di riferimento delle imprese straniere.
    E’ possibile, inoltre, identificare le “specializzazioni” professionali che emergono analizzando i comparti di riferimento principali in base alla nazionalità degli imprenditori. “I cinesi - si legge nella nota di Unioncamere - sono occupati nella manifattura e nel confezionamento di articoli di abbigliamento (un’impresa su tre del settore è in mano ad un titolare nato in Cina), i rumeni prediligono le costruzioni (oltre 31mila le aziende presenti in Italia al 30 settembre scorso), mentre i marocchini (la comunità più numerosa nel tessuto economico italiano con 67mila unità) il commercio”.
    Imprese straniere molto giovani.
    Un’impresa straniera su quattro è giovanile “contro il 10% delle imprese considerate nel loro complesso”. Tra i settori individuati dai giovani stranieri “spiccano noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (scelti dal 28% degli imprenditori non italiani), alloggio e ristorazione (un impresa straniera su 4 è under35) e le costruzioni (oltre il 24%). In totale in Italia al 30 settembre scorso risultavano presenti 124mila imprese straniere under35 su un totale di 608.545 imprese giovanili”.
    (Fonte: Com. Stampa Acs/28.11.2015)


    Il presidente dell'A.C.S. Antonio Lombardi
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La laurea? Non basta
22/09/2017

thumbnail-small-1.jpgQuesto articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) venerdì 15 settembre 2017.

di P. Coccorese

ed E. Pappalardo

Se tre indizi fanno una prova, allora è il caso di convincersi una volta e per tutte che la provincia di Salerno di sicuro non è “adatta” ai laureati. Per la verità, non si tratta di una constatazione particolarmente nuova, ma mettere in fila numeri e percentuali che confermano una triste verità fa sempre un po’ impressione. Primo indizio: solo l’8 per cento dei laureati è previsto in entrata nel mercato del lavoro salernitano (fonte: Sistema Informativo Excelsior/Unioncamere/Ministero del Lavoro) nell’ultimo periodo monitorato (agosto-ottobre 2017) in relazione ai contratti che le imprese del settore privato – industria e servizi – hanno dichiarato di volere attivare.  [Continua]

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    Campania. La ripresa c’è, ma ancora lontani dalla pre-crisi
    07/07/2017

    Lo scenario.

    Lo stato di salute dell’economia campana nel 2016 ha mostrato segnali di miglioramento, ma non tali da allentare le preoccupazioni - nel breve e medio periodo – dal punto di vista reddituale ed occupazionale. Secondo diversi fonti analitiche la “ripresina” si è basata su una lieve espansione della domanda interna – che ha rilanciato in maniera disomogenea i consumi – e dell’export (prioritariamente incentrato sul segmento farmaceutico ed in seconda battuta sull’agroalimentare). Il dato che, comunque, fotografa la reale dimensione della situazione si sintetizza nel ritardo ancora ben consolidato del Pil rispetto al periodo pre-crisi (2007). Nel 2016 il prodotto interno lordo campano accusa ancora un -16% in relazione al Pil registrato dieci anni fa. [Continua]


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