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ICEA - Istituto Certificazione Etica e Ambientale

  • L’analisi congiunturale della Camera di Commercio conferma la situazione di difficoltà delle reti di vendita.Commercio, ancora buio fitto In provincia di Salerno nel secondo trimestre si conferma la tendenza alla riduzione della spesa (-4%). Budget “ristretti” soprattutto nel comparto alimentare (-6,7%): netta frenata delle famiglie. Aspettative concentrate sui prossimi mesi per tentare il recupero.

    (Er.Pa.) - Nel contesto più generale dello scenario economico e produttivo della provincia di Salerno (descritto nei giorni scorsi dall’Ente Camerale) - che segnala nel secondo trimestre dell’anno in corso indicatori ancora in territorio negativo per il manifatturiero (produzione -1,7%, fatturato -1,9%, ordinativi -2,4% e export -2,3%) - le coordinate riferite al commercio confermano una situazione molto difficile e complessa.
    I numeri parlano chiaro: -4,0% il calo delle vendite complessivo (era –2,3% la variazione tendenziale nel trimestre precedente). Situazione particolarmente difficile per il settore alimentare (-6,7%), che risulta “in peggioramento di quasi tre punti percentuali rispetto al dato gennaio-marzo, mentre più contenuta la riduzione per quello non alimentare (-2,9%)”. Non bene anche il trend della GdO. “In calo anche le vendite delle grandi superfici (-3,6%) - si legge nella nota della Camera di Commercio - che risultavano stazionarie nel trimestre precedente”.
    A cosa è dovuto questo generale arretramento? “I dati del monitoraggio sul commercio - scrive sempre la Cciaa - appaiono risentire della perdurante debolezza della domanda interna, che quindi ha un ulteriore elemento di evidenziazione se si considera il settore della distribuzione che ovviamente si nutre in gran parte di questa componente”. “L’andamento  del  commercio  salernitano - spiega ancora la Cciaa -  è  in  linea  con  quello  complessivo regionale, dove tuttavia permane una dicotomia tra le aree interne, notoriamente meno toccate dai flussi turistici, e le aree litoranee, con le prime decisamente più in difficoltà delle seconde”.
    Risulta, comunque, “stabile il saldo tra attese di incremento e di decremento delle vendite degli esercenti salernitani per l’ultimo trimestre dell’anno (+2), determinato dalle positive aspettative della Grande Distribuzione Organizzata (+10), superiori a quelle registrate nel contesto regionale”. In ogni caso la provincia di Salerno in ambito regionale “risulta sempre l’unica nella quale gli ottimisti superano i pessimisti”.
    I servizi.
    In negativo anche il bilancio delle imprese dei servizi della provincia di Salerno che “registrano, tra aprile e giugno, una riduzione tendenziale del volume d’affari del -1,1% che, essendo la contrazione  più  modesta  tra  le  province  campane,  rappresenta  il  migliore risultato”. In recupero, invece, “la performance delle imprese dei servizi avanzati alle imprese: -0,7% dopo il –3,3% del primo trimestre”. Anche “le imprese dei servizi alle persone e il commercio all’ingrosso e di autoveicoli mostrano un percorso di risalita, chiudendo il periodo con un volume d’affari con un –0,2% contro il –1,8% di gennaio-marzo, le prime, e di +0,3% contro il –2,9% le seconde”.
    I comparti “che maggiormente hanno sofferto sono stati invece quelli delle mense e dei bar (-4,9%) e dell’informatica e telecomunicazioni (-4,6%). Maggiori difficoltà vengono registrate dalle imprese più piccole (-2,4%) rispetto a quelle con oltre 10 dipendenti (0,1%)”. Ma le imprese dei servizi “guardano con occhi positivi al terzo trimestre del 2015: +9 punti il saldo tra attese di crescita e di diminuzione del volume d’affari. Forte ottimismo per le imprese del settore alberghi, ristoranti e servizi turistici, (+51 l’analogo saldo), per i trasporti (+8) e per gli altri servizi (+21)”.
    Altri servizi.
    La voce Altri servizi, comprendente anche le attività finanziarie e immobiliari, “probabilmente ha cominciato a beneficiare di una ripartenza delle compravendite immobiliari; i recenti dati diffusi dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, segnalano una crescita in provincia, nel primo semestre dell’anno, nel numero di transazioni normalizzate (ovvero le quote di immobili che hanno cambiato proprietario) di oltre il 6%”.
    Le costruzioni.
    Anche gli imprenditori “che operano nelle Costruzioni, settore fortemente penalizzato dall’inizio della crisi, sembrano intravedere qualche spiraglio, sia realizzando una variazione in aumento nel volume d’affari del periodo aprile-giugno dell’1,1% rispetto all’analogo periodo dell’anno prima, sia segnando un saldo positivo di 8 punti percentuali delle aspettative per il trimestre successivo”.
    (Fonte: Com. St. CamCom Salerno/07.10.2015)


    Ancora contesti negativi per il manifatturiero salernitano
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La laurea? Non basta
22/09/2017

thumbnail-small-1.jpgQuesto articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) venerdì 15 settembre 2017.

di P. Coccorese

ed E. Pappalardo

Se tre indizi fanno una prova, allora è il caso di convincersi una volta e per tutte che la provincia di Salerno di sicuro non è “adatta” ai laureati. Per la verità, non si tratta di una constatazione particolarmente nuova, ma mettere in fila numeri e percentuali che confermano una triste verità fa sempre un po’ impressione. Primo indizio: solo l’8 per cento dei laureati è previsto in entrata nel mercato del lavoro salernitano (fonte: Sistema Informativo Excelsior/Unioncamere/Ministero del Lavoro) nell’ultimo periodo monitorato (agosto-ottobre 2017) in relazione ai contratti che le imprese del settore privato – industria e servizi – hanno dichiarato di volere attivare.  [Continua]

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    Campania. La ripresa c’è, ma ancora lontani dalla pre-crisi
    07/07/2017

    Lo scenario.

    Lo stato di salute dell’economia campana nel 2016 ha mostrato segnali di miglioramento, ma non tali da allentare le preoccupazioni - nel breve e medio periodo – dal punto di vista reddituale ed occupazionale. Secondo diversi fonti analitiche la “ripresina” si è basata su una lieve espansione della domanda interna – che ha rilanciato in maniera disomogenea i consumi – e dell’export (prioritariamente incentrato sul segmento farmaceutico ed in seconda battuta sull’agroalimentare). Il dato che, comunque, fotografa la reale dimensione della situazione si sintetizza nel ritardo ancora ben consolidato del Pil rispetto al periodo pre-crisi (2007). Nel 2016 il prodotto interno lordo campano accusa ancora un -16% in relazione al Pil registrato dieci anni fa. [Continua]


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