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ICEA - Istituto Certificazione Etica e Ambientale

  • Analisi Unioncamere/Il trend delle iscrizioni e delle cessazioni che emerge dai Registri delle CCIAA.Boom di imprese “under 35” In Campania ogni 1000 giovani residenti nascono 3,2 aziende: nel secondo trimestre del 2015 (aprile/giugno) saldo ampiamente positivo: +2.866. Tasso di crescita pari al +3,94% (Italia: +3,58%). In provincia di Salerno incidenza sul totale delle imprese iscritte del 13.2% (12° posto a livello nazionale).
     

    (Er.Pa.) – Il confine tra la ricerca di una collocazione nel circuito occupazionale e la crescita delle imprese “under 35” si conferma estremamente labile. La conferma arriva dall’indagine trimestrale realizzata da Unioncamere-Infocamere sulla base del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio. L’interpretazione dei dati è molto chiara. “Giovani in cerca di occupazione - si legge nella nota diffusa da Unioncamere - e giovani che l'occupazione la creano da soli, aprendo un'impresa. Sembra questo lo scenario di questa estate 2015, divisa tra la speranza dei più che la ripresa dell'economia finalmente si consolidi, riprendendo a produrre opportunità di lavoro, e la voglia di tanti altri di dare corpo ad un'idea diventando imprenditori di se stessi”.
    La Campania.
    Ed è proprio nel Mezzogiorno che si configura come più forte il legame tra carenza occupazionale e voglia di mettere su un’azienda pur di entrare nella filiera produttiva. “Che la risposta dell'impresa alla ricerca di un lavoro - spiega sempre Unioncamere - sia tra le principali motivazioni di questa crescita, è confermato dalla prevalenza di micro-iniziative (nel 76% dei casi le neo-imprese giovanili nascono nella forma di impresa individuale) e dalla quota con sede al Sud: le nuove iniziative dei giovani meridionali rappresentano infatti il 40,6% del totale delle nuove imprese in quell'area del Paese, con punte superiori o vicine a questa quota in Calabria, Campania e Sicilia”.
    Il fattore anagrafico, quindi, ha il suo preponderante peso, come si evince “dall’incidenza di nuove imprese giovanili sulla popolazione di persone con meno di 35 anni residenti nelle regioni italiane (in Campania ogni 1000 giovani residenti nascono 3,2 imprese)”.
    I numeri della Campania.
    Nel secondo trimestre del 2015 (aprile/giugno) nella nostra regione il saldo tra iscrizioni (4.253) e cessazioni (1.387) di imprese giovanili è stato ampiamente positivo: +2.866 (per un totale di 75.714 aziende under 35). Il tasso di crescita trimestrale è stato pari al +3,94% (Italia: +3,58%) e quello del totale delle imprese si è attestato a +0,72% (Italia: +0,63%). Un risultato che evidenzia come i giovani campani non stanno con le mani in mano e provano a ritagliarsi un proprio autonomo percorso nel mondo del lavoro.
    La provincia di Salerno.
    Numeri con il segno più anche in provincia di Salerno con un saldo delle imprese “under 35” di +487 iscrizioni ed un tasso di incidenza sul totale delle imprese iscritte alla Camera di Commercio pari al 13.2% (12° posto a livello nazionale in questa speciale graduatoria), percentuale sensibilmente superiore alla media-Italia (9,8%).
    Lo scenario nazionale.
    A livello nazionale “tra aprile e giugno le nuove imprese aperte da giovani con meno di 35 anni di età sono state quasi 32mila (in media 300 al giorno, sabati e domeniche incluse), pari ad un terzo di tutte le aperture di nuove imprese nel trimestre. Al netto delle chiusure rilevate nello stesso periodo (circa 11mila), l'esercito delle imprese giovanili nel secondo trimestre dell'anno si è dunque arricchito di oltre 20mila unità, arrivando a sfiorare il valore di 600mila aziende”. In termini assoluti “il contributo che i giovani hanno dato alla crescita della base imprenditoriale, tra aprile e giugno, è stato del 54% (a tanto ammonta la quota di imprese "under 35" rispetto al saldo trimestrale complessivo). Un contributo che appare ancora più significativo se si guarda alla sua intensità: il tasso di crescita trimestrale dell'imprenditoria giovanile, infatti, ha messo a segno un +3,6% a fronte dello 0.6% del complesso delle imprese”.
    I settori trainanti.
    In valore assoluto “i settori in cui i giovani hanno scelto di puntare sono stati il commercio (oltre 6.500 le imprese in più nel trimestre), i servizi di alloggio e ristorazione (+2.800) e le costruzioni (+2.300)”. In termini percentuali “la crescita di imprese under 35 è stata determinante per il bilancio trimestrale dei trasporti (le imprese giovanili da sole spiegano infatti oltre il 100% del saldo del comparto che, senza di loro, avrebbe chiuso con un saldo negativo), nelle costruzioni (78% il peso delle imprese giovanili sul saldo complessivo) e delle attività manifatturiere (in cui 3 su 4 delle imprese in più rilevate nel trimestre ha meno di 35 anni)”.
    (Fonte: unioncamere.it/17.08.2015)


    In Campania ogni 1000 giovani residenti nascono 3,2 imprese
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La laurea? Non basta
22/09/2017

thumbnail-small-1.jpgQuesto articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) venerdì 15 settembre 2017.

di P. Coccorese

ed E. Pappalardo

Se tre indizi fanno una prova, allora è il caso di convincersi una volta e per tutte che la provincia di Salerno di sicuro non è “adatta” ai laureati. Per la verità, non si tratta di una constatazione particolarmente nuova, ma mettere in fila numeri e percentuali che confermano una triste verità fa sempre un po’ impressione. Primo indizio: solo l’8 per cento dei laureati è previsto in entrata nel mercato del lavoro salernitano (fonte: Sistema Informativo Excelsior/Unioncamere/Ministero del Lavoro) nell’ultimo periodo monitorato (agosto-ottobre 2017) in relazione ai contratti che le imprese del settore privato – industria e servizi – hanno dichiarato di volere attivare.  [Continua]

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    Campania. La ripresa c’è, ma ancora lontani dalla pre-crisi
    07/07/2017

    Lo scenario.

    Lo stato di salute dell’economia campana nel 2016 ha mostrato segnali di miglioramento, ma non tali da allentare le preoccupazioni - nel breve e medio periodo – dal punto di vista reddituale ed occupazionale. Secondo diversi fonti analitiche la “ripresina” si è basata su una lieve espansione della domanda interna – che ha rilanciato in maniera disomogenea i consumi – e dell’export (prioritariamente incentrato sul segmento farmaceutico ed in seconda battuta sull’agroalimentare). Il dato che, comunque, fotografa la reale dimensione della situazione si sintetizza nel ritardo ancora ben consolidato del Pil rispetto al periodo pre-crisi (2007). Nel 2016 il prodotto interno lordo campano accusa ancora un -16% in relazione al Pil registrato dieci anni fa. [Continua]


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