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ICEA - Istituto Certificazione Etica e Ambientale

  • Nei territori ad alto tasso di sviluppo proliferano le buone pratiche a sostegno delle PmiPer aiutare le imprese? Angeli anti-burocrazia L’iniziativa della Camera di Commercio di Monza/Brianza e Regione Lombardia per supportare operativamente le aziende del distretto Green High Tech e per semplificare le procedure in materia ambientale.

    Tra le principali problematiche che gravano sulle spalle delle imprese (soprattutto quelle di piccole dimensioni) rientra il “contrastato” rapporto con le Pubbliche Amministrazioni. Un rapporto che incide negativamente sia dal punto di vista dell’accelerazione dei processi di miglioramento delle condizioni di contesto, sia sotto il profilo della tempistica relativa alle procedure inerenti i progetti di crescita delle aziende. Non è azzardato parlare in maniera, purtroppo, estesa di fenomeni di vero e proprio “ostruzionismo burocratico” che finiscono con il generare atteggiamenti fortemente rinunciatari fino alle estreme conseguenze di abbandonare (o, peggio ancora, non scegliere) determinati territori a vantaggio di altri ritenuti più operativi ed efficienti in termini di capacità di azione delle P.A. di riferimento. Come spesso accade, è proprio nelle regioni dove le cose funzionano meglio che si sperimentano modelli e soluzioni che, invece, dovrebbero essere al centro dell’attenzione in primo luogo in quelle aree del Mezzogiorno (e, quindi, della Campania e della provincia di Salerno) dove si assiste con “naturale” frequenza ad esempi anche clamorosi di distanza siderale tra aspettative delle imprese e risposte del circuito amministrativo/istituzionale. Insomma, proprio dove sarebbe più il caso di offrire maggiore assistenza, non si mette mano a risposte concrete, finendo nel solito piccolo cabotaggio di annunci eminentemente mediatici senza alcuna ricaduta ( o quasi) sul terreno dell’operatività day by day.
    Ecco, invece, che a Monza prendono forma gli “Angeli anti-burocrazia”. Sì, veri e propri “angeli custodi” delle imprese che operano nel distretto “Green High Tech” e di quelle alle prese con procedure in materia ambientale. L’iniziativa nasce dalla partnership tra la Camera di Commercio e la Regione Lombardia. Entrando nel dettaglio, il programma “Semplificazione dei servizi per le imprese del settore ICT” - è spiegato  in una nota della Cciaa di Monza e Brianza del 27 gennaio scorso - si pone l’obiettivo di aiutare le piccole e medie aziende impegnate nell’innovazione tecnologica “con un’attenzione particolare al distretto Green High Tech del vimercatese, favorendo le imprese nell’accesso e nell’utilizzo dei servizi amministrativi e promozionali offerti dalla Pubblica Amministrazione, e supportando contestualmente le aziende e le start up innovative del settore”. Tra le fasi di lavoro affidate all’Angelo Anti Burocrazia “sarà fondamentale - è evidenziato nel comunicato - l’individuazione delle criticità e l’elaborazione di proposte di semplificazione presso le singole imprese”. Tra gli obiettivi del progetto “è prevista la realizzazione di sportelli di consulenza e supporto per le imprese del settore Ict”. Il secondo progetto - “L’Autorizzazione Unica Ambientale (Aua) e il suo carico burocratico” - è nato “per semplificare i procedimenti amministrativi  a carico delle imprese in tema ambientale” e si pone la finalità di  “definire un percorso tecnico-amministrativo che velocizzi le procedure di rilascio delle autorizzazioni uniche ambientali (Aua), attraverso l’utilizzo di sistemi digitali”. Le imprese dialogano con un unico interlocutore in via telematica, il Suap: “l’obiettivo è di ridurre gli oneri a carico delle imprese e di definire un protocollo di collaborazione interistituzionale che stabilisca ruoli, competenze e responsabilità dei soggetti pubblici coinvolti, migliorando il sistema di gestione delle pratiche”.
    Insomma, questi “angeli custodi” dovranno lavorare in maniera pratica, affiancare le imprese e provare a risolvere realmente i loro problemi. Una bella idea e, soprattutto, un aiuto sostanziale nel mare delle procedure e delle incomprensibili tortuosità che tanto incidono (con spese vive) sui processi gestionali delle aziende. Peccato che di angeli custodi (buoni) in Campania ed in provincia di Salerno non se ne trovino molti. E pensare che tanti giovani professionisti a spasso starebbero proprio bene nella parte.
    ERNESTO PAPPALARDO
    direttore@salernoeconomy.it


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La laurea? Non basta
22/09/2017

thumbnail-small-1.jpgQuesto articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) venerdì 15 settembre 2017.

di P. Coccorese

ed E. Pappalardo

Se tre indizi fanno una prova, allora è il caso di convincersi una volta e per tutte che la provincia di Salerno di sicuro non è “adatta” ai laureati. Per la verità, non si tratta di una constatazione particolarmente nuova, ma mettere in fila numeri e percentuali che confermano una triste verità fa sempre un po’ impressione. Primo indizio: solo l’8 per cento dei laureati è previsto in entrata nel mercato del lavoro salernitano (fonte: Sistema Informativo Excelsior/Unioncamere/Ministero del Lavoro) nell’ultimo periodo monitorato (agosto-ottobre 2017) in relazione ai contratti che le imprese del settore privato – industria e servizi – hanno dichiarato di volere attivare.  [Continua]

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    Campania. La ripresa c’è, ma ancora lontani dalla pre-crisi
    07/07/2017

    Lo scenario.

    Lo stato di salute dell’economia campana nel 2016 ha mostrato segnali di miglioramento, ma non tali da allentare le preoccupazioni - nel breve e medio periodo – dal punto di vista reddituale ed occupazionale. Secondo diversi fonti analitiche la “ripresina” si è basata su una lieve espansione della domanda interna – che ha rilanciato in maniera disomogenea i consumi – e dell’export (prioritariamente incentrato sul segmento farmaceutico ed in seconda battuta sull’agroalimentare). Il dato che, comunque, fotografa la reale dimensione della situazione si sintetizza nel ritardo ancora ben consolidato del Pil rispetto al periodo pre-crisi (2007). Nel 2016 il prodotto interno lordo campano accusa ancora un -16% in relazione al Pil registrato dieci anni fa. [Continua]


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