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ICEA - Istituto Certificazione Etica e Ambientale

  • Le prospettive di rilancio dell’economia provinciale dopo un altro anno di grave crisi“Più credito per le Pmi export oriented” Salvati (Bcc Battipaglia): “Pronti a sostenere il tessuto produttivo salernitano con grande attenzione all’apertura ed al consolidamento della presenza sui mercati internazionali”.

    di Ernesto Pappalardo

    Lo scenario del credito in provincia di Salerno anche nei primi mesi del 2015 lascia intravedere grande attenzione da parte delle banche alla valutazione dei rischi con conseguenti difficoltà soprattutto per le piccole e medie imprese a fare fronte ad un ulteriore periodo “difficile”. Il movimento del credito cooperativo continua a confermare livelli di impieghi in linea con gli ultimi anni e preannuncia ulteriore sensibilità rispetto alle dinamiche dell’export e all’urgenza di sostenere le reti di aggregazione anche al di la dei confini dei distretti produttivi. Fausto Salvati, direttore generale della Banca di Credito Cooperativo di Battipaglia e Montecorvino Rovella, in questa intervista a salernoeconomy.it preannuncia le linee strategiche dell’istituto di credito per il nuovo anno.
    Quali dinamiche stanno caratterizzando in questo scorcio finale del 2014 le relazioni tra banche ed imprese?
    “Le relazioni tra banche ed imprese sono apparentemente tese per la dinamica connessa al deterioramento dei crediti che sta coinvolgendo un po’ tutte le banche. Le piccole banche, le banche del Credito Cooperativo in particolare, continuano a mostrare un atteggiamento maggiormente disteso, ancorché preoccupato, nell’offerta di credito. E’ evidente che la congiuntura economica in cui versa il Paese e tutta l’Eurozona impongono un atteggiamento di maggiore prudenza rispetto al passato. L’attenzione al rischio di credito sollecita oggi un’analisi accurata del merito creditizio. Nonostante tutto gli ultimi mesi mostrano una ripresa, seppure a passi lenti, nell’erogazione del credito rispetto all’andamento della prima parte dell’anno. Ma siamo cauti nel dire che questa ripresa sarà sostenibile o parimenti replicabile nel corso del prossimo anno”.
    Dal suo osservatorio che impressione si ricava? Ripartirà la domanda di credito?
    “Viviamo ancora le grandi difficoltà della crisi e ci sono nelle nostre aree ancora molte resistenze  a lavorare in rete, a fare sistema: un atteggiamento che potrebbe risultare determinante per la ripresa soprattutto per le caratteristiche di un territorio come il nostro. A tutto ciò si unisce da un lato  un quadro normativo in continua evoluzione con regole che spesso non tengono conto delle peculiarità di alcune strutture bancarie rispetto alle altre, dall’altro l’attuale congiuntura nazionale che non favorisce certo uno scenario di crescita sostenuta nel breve termine, con particolare riferimento alla dinamica degli impieghi. La domanda di credito è prevalentemente focalizzata sulle ristrutturazioni debitorie più che su progetti di investimento orientati alla crescita e all’innovazione. Il vero punto non è dunque la presenza di una “domanda di credito”, ma il modo in cui essa si qualifica. Probabilmente è possibile prevedere una crescita della domanda di credito per comparti, quelli più tradizionali ed attivi (es. la manifattura e l’agroalimentare), talvolta stimolati dalle dinamiche concorrenziali prevalentemente su mercati esteri”.
    Su quali priorità si concentrerà l’azione del movimento del Credito Cooperativo?
    “Per il prossimo futuro il Credito Cooperativo ricercherà la creazione di modelli sostenibili per far fronte al contesto di riferimento, fungendo possibilmente da volano per la ripresa dell’economia reale nei territori in cui opera e contribuendo a sostenere i comparti produttivi storici e/o con maggiori potenzialità dell’economia italiana, primi fra tutti la manifattura, l’agroalimentare, il terziario. Il movimento del Credito Cooperativo punterà al sostegno alle imprese export oriented e lavorerà per dare nuove basi al rapporto tra banca e imprese attraverso il confronto e la consulenza. Il sostegno alle imprese viaggerà di pari passo con il sostegno alle famiglie con offerte coerenti sui mutui casa e nel credito al consumo, rivisti in chiave proattiva ed innovativa e attraverso il rilancio del comparto risparmio e previdenza”.
    Come pensate di rivitalizzare l’economia provinciale? Siete pronti a recitare il ruolo di agenzie di sviluppo territoriale? La convince questa impostazione strategica o è troppo “avanzata” per il mondo del Credito Cooperativo?
    “Alla sua provocazione rispondo che il Credito Cooperativo ha da sempre (e per definizione) il ruolo di agente per lo sviluppo del territorio. La Banca di Credito Cooperativo di Battipaglia e Montecorvino Rovella nel 2014 ha destinato i suoi impieghi per oltre il 60% alle imprese locali (dati al 30.11.2014). L’orientamento all’economia del territorio si conferma come nostra nota caratteristica: conosciamo gli operatori economici locali da sempre. La crisi ha fatto emergere con forza il bisogno di conoscenza del territorio e questa conoscenza è nostro presidio storico. Probabilmente sono gli altri istituti di credito che oggi scoprono l’importanza di imitarci. La rivitalizzazione dell’economia provinciale passerà attraverso un’operatività coerente con il nostro modo di essere banca. Concretamente la nostra banca attiverà nuove linee di prodotto dedicate alle imprese per poter fare fronte ad esigenze sempre più specifiche. Finanzieremo progetti innovativi, forniremo liquidità a breve termine per rispondere ad esigenze temporanee di credito, rivitalizzeremo le linee di credito agrario per sostenere il comparto agricolo, continueremo a tenere attivi i canali dedicati al credito agevolato attraverso garanzie Confidi e Medio Credito Centrale. Staremo vicini agli operatori locali come abbiamo sempre fatto”.



    Fausto Salvati, direttore gen. Bcc Battipaglia e Montecorvino R.
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La laurea? Non basta
22/09/2017

thumbnail-small-1.jpgQuesto articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) venerdì 15 settembre 2017.

di P. Coccorese

ed E. Pappalardo

Se tre indizi fanno una prova, allora è il caso di convincersi una volta e per tutte che la provincia di Salerno di sicuro non è “adatta” ai laureati. Per la verità, non si tratta di una constatazione particolarmente nuova, ma mettere in fila numeri e percentuali che confermano una triste verità fa sempre un po’ impressione. Primo indizio: solo l’8 per cento dei laureati è previsto in entrata nel mercato del lavoro salernitano (fonte: Sistema Informativo Excelsior/Unioncamere/Ministero del Lavoro) nell’ultimo periodo monitorato (agosto-ottobre 2017) in relazione ai contratti che le imprese del settore privato – industria e servizi – hanno dichiarato di volere attivare.  [Continua]

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    Campania. La ripresa c’è, ma ancora lontani dalla pre-crisi
    07/07/2017

    Lo scenario.

    Lo stato di salute dell’economia campana nel 2016 ha mostrato segnali di miglioramento, ma non tali da allentare le preoccupazioni - nel breve e medio periodo – dal punto di vista reddituale ed occupazionale. Secondo diversi fonti analitiche la “ripresina” si è basata su una lieve espansione della domanda interna – che ha rilanciato in maniera disomogenea i consumi – e dell’export (prioritariamente incentrato sul segmento farmaceutico ed in seconda battuta sull’agroalimentare). Il dato che, comunque, fotografa la reale dimensione della situazione si sintetizza nel ritardo ancora ben consolidato del Pil rispetto al periodo pre-crisi (2007). Nel 2016 il prodotto interno lordo campano accusa ancora un -16% in relazione al Pil registrato dieci anni fa. [Continua]


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