Glocal di Ernesto Pappalardo
Il buio oltre la crisi
L’accavallarsi di dati, analisi, opinioni, strategie e quant’altro propone quotidianamente il circuito mediatico non fa altro che confermare l’assenza perdurante di un minimo di iniziativa pragmatica e realmente utile per i sistemi economici e produttivi locali. Al contrario: mentre si discutono iniziative importanti anche – se non soprattutto – in termini di programmazione finanziaria (fondi Ue), il territorio salernitano appare drammaticamente lontano dal cuore delle cose, delle scelte, delle decisioni che influiranno inevitabilmente sulla qualità della vita delle persone, delle imprese, di interi comprensori o, per meglio dire, agglomerati produttivi.
Nessun progetto, nessun elenco di priorità condivise, nessuna iniziativa capace di superare gli effetti di un localismo deleterio e strumentale addirittura rispetto ad una politica i cui disastrosi risultati sono sotto i nostri occhi. Niente da fare. Lo scadenzario reale continua a basarsi sugli appuntamenti elettorali: da quelli veramente minimali (fino all’ultima poltroncina disponibile da qualsiasi parte) a consultazioni che potrebbero assumere una loro effettiva rilevanza (si pensi alle europee del prossimo anno). Nella mente del circuito politico-amministrativo ha da tempo assunto uno spazio primario la corsa per la Regione (2015) e le ricadute (forse anche anticipate) sugli assetti del Comune di Salerno. E da questo angusto confine “operativo” non ci si sposterà di un millimetro nei prossimi mesi. Semplicemente desolante, se si volge lo sguardo alla mutazione genetica in atto nel tessuto produttivo costretto a fare i conti con la caduta della domanda interna e la propria inadeguatezza (a livello strutturale, tranne le eccezioni di alcuni asset portanti come la filiera agroindustriale, per esempio) rispetto alla competizione sui mercati internazionali. Il problema, quindi, non è solo la crisi che qui al Sud non lascia ancora intravedere spiragli concreti – e già questa non lieve “criticità” basta ed avanza – ma, principalmente, l’incapacità diffusa di immaginare una exit strategy con reali possibilità di successo. Questione di classe dirigente, naturalmente. Ma questo è un discorso veramente lungo, che, purtroppo, è diventato stereotipato.
ERNESTO PAPPALARDO
direttore@salernoeconomy.it
Glocal di Ernesto Pappalardo
La laurea? Non basta
22/09/2017
Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) venerdì 15 settembre 2017.
di P. Coccorese
ed E. Pappalardo
Se tre indizi fanno una prova, allora è il caso di convincersi una volta e per tutte che la provincia di Salerno di sicuro non è “adatta” ai laureati. Per la verità, non si tratta di una constatazione particolarmente nuova, ma mettere in fila numeri e percentuali che confermano una triste verità fa sempre un po’ impressione. Primo indizio: solo l’8 per cento dei laureati è previsto in entrata nel mercato del lavoro salernitano (fonte: Sistema Informativo Excelsior/Unioncamere/Ministero del Lavoro) nell’ultimo periodo monitorato (agosto-ottobre 2017) in relazione ai contratti che le imprese del settore privato – industria e servizi – hanno dichiarato di volere attivare. [Continua]
Campania. La ripresa c’è, ma ancora lontani dalla pre-crisi
07/07/2017
Lo scenario.
Lo stato di salute dell’economia campana nel 2016 ha mostrato segnali di miglioramento, ma non tali da allentare le preoccupazioni - nel breve e medio periodo – dal punto di vista reddituale ed occupazionale. Secondo diversi fonti analitiche la “ripresina” si è basata su una lieve espansione della domanda interna – che ha rilanciato in maniera disomogenea i consumi – e dell’export (prioritariamente incentrato sul segmento farmaceutico ed in seconda battuta sull’agroalimentare). Il dato che, comunque, fotografa la reale dimensione della situazione si sintetizza nel ritardo ancora ben consolidato del Pil rispetto al periodo pre-crisi (2007). Nel 2016 il prodotto interno lordo campano accusa ancora un -16% in relazione al Pil registrato dieci anni fa. [Continua]
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