contatore accessi free Salerno Economy - Blog di informazione economica

ICEA - Istituto Certificazione Etica e Ambientale

  • I dati presentati in occasione del “Sana” di Bologna. Escalation di carni avicole e vino.Ismea, consumi bio +10,3% Nel primo semestre 2017 continua il trend positivo rispetto allo stesso periodo del 2016. La spesa “green” vale circa il 3% di tutto l’agroalimentare.

    Continua la crescita dei consumi nel settore biologico a conferma di uno scenario che ha posizionato al centro delle scelte per l’alimentazione la consapevolezza degli acquisti basati su criteri che tengono conto della salute fisica e della sicurezza delle intere filiere che arrivano dal produttore alle tavole delle famiglie. Si tratta di una tendenza che incrocia i nuovi stili di vita molto più attenti a varie tipologie di diete che hanno in comune l’obiettivo di fare acquisire a quanti le adottano maggiore benessere a tutte le età. Nel primo semestre 2017 l'incremento è stato del 10,3% rispetto al periodo gennaio-giugno 2016 (+13,4% nel 2016 rispetto al 2015). “Un ottimo risultato - commentano gli analisti di Ismea -  se valutato in relazione ai crescenti e cospicui volumi di merce biologica commercializzata. La Gdo con i propri comparti dedicati al biologico, continua ad essere il principale canale di diffusione, erodendo quote di mercato ai performanti negozi specializzati. Il 65% della spesa bio avviene nel Nord Italia, il 24% nel Centro e l'11% al Sud”. L'incidenza del "bio" sulle categorie di spesa “è particolarmente marcata - spiega sempre Ismea - nei settori del miele (12,9%), uova (12,9%), frutta (7,8%) e ortaggi (5,6%). Il primo semestre 2017 registra anche la crescita record per la carne di pollo bio (+61% in volume) e per il vino bio (+108%). È questo il quadro che emerge dai dati presentati dall'Ismea nel corso dell'evento “Tutti i numeri del Bio italiano”, in occasione del Sana (Salone Internazionale del Biologico e del Naturale di Bologna).
    Numeri molto positivi sono stati forniti - sempre nel corso del Sana – dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina che ha fatto riferimento ai 300mila ettari convertiti in Italia nel 2016, “una superficie pari a tutta la provincia di Bologna, case e uffici compresi”. “Il tasso di crescita - ha sottolineato Martina - è del 20% nelle superfici coltivate, negli operatori impegnati e nei consumi. Un patrimonio che si basa sulla fiducia e sulla voglia dei consumatori di sostenere un sistema produttivo col minor impatto sull'ambiente possibile”. “In Europa dove si discute la riforma del settore - ha aggiunto il Ministro - non siamo disponibili ad accettare passi indietro sulla sicurezza e sulla sostenibilità dei prodotti. Anzi in Italia vogliamo rilanciare ancora. Serve un salto di qualità con l'approvazione al Senato del testo unico sul biologico, che ha già passato il vaglio della Camera. Una legge utile per investire di più nella ricerca, organizzare meglio i produttori e valorizzare le produzioni sui territori attraverso i distretti del biologico. Un intervento necessario per un settore che ormai ha superato i 5 miliardi di euro di valore e che fa sempre più parte del carattere distintivo del modello agricolo italiano”.
    (Fonti:  ismea.it/ 08.09.2017; politicheagricole.it/ 08.09.2017)


Torna indietro Stampa

La laurea? Non basta
22/09/2017

thumbnail-small-1.jpgQuesto articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) venerdì 15 settembre 2017.

di P. Coccorese

ed E. Pappalardo

Se tre indizi fanno una prova, allora è il caso di convincersi una volta e per tutte che la provincia di Salerno di sicuro non è “adatta” ai laureati. Per la verità, non si tratta di una constatazione particolarmente nuova, ma mettere in fila numeri e percentuali che confermano una triste verità fa sempre un po’ impressione. Primo indizio: solo l’8 per cento dei laureati è previsto in entrata nel mercato del lavoro salernitano (fonte: Sistema Informativo Excelsior/Unioncamere/Ministero del Lavoro) nell’ultimo periodo monitorato (agosto-ottobre 2017) in relazione ai contratti che le imprese del settore privato – industria e servizi – hanno dichiarato di volere attivare.  [Continua]

  • thumbnail-small-1.jpg

    Campania. La ripresa c’è, ma ancora lontani dalla pre-crisi
    07/07/2017

    Lo scenario.

    Lo stato di salute dell’economia campana nel 2016 ha mostrato segnali di miglioramento, ma non tali da allentare le preoccupazioni - nel breve e medio periodo – dal punto di vista reddituale ed occupazionale. Secondo diversi fonti analitiche la “ripresina” si è basata su una lieve espansione della domanda interna – che ha rilanciato in maniera disomogenea i consumi – e dell’export (prioritariamente incentrato sul segmento farmaceutico ed in seconda battuta sull’agroalimentare). Il dato che, comunque, fotografa la reale dimensione della situazione si sintetizza nel ritardo ancora ben consolidato del Pil rispetto al periodo pre-crisi (2007). Nel 2016 il prodotto interno lordo campano accusa ancora un -16% in relazione al Pil registrato dieci anni fa. [Continua]


  • Il Convertitore Valuta è offerto da Investing.com Italia.