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ICEA - Istituto Certificazione Etica e Ambientale

  • Un’analisi demografica ed economica sul massimo campionato.Calciatori, l’altro oro campano Secondo nostre elaborazioni, i giocatori della Serie A nati in questa regione diminuiscono, ma valgono 126 milioni di euro: è il terzo “pacchetto” più prezioso in ambito nazionale. Solo 3 i “salernitani”.

    di Alfonso Schiavino
     
    La Campania fornisce 26 calciatori alla Serie A attuale, solo un po’ meno della scorsa stagione, ma quanto basta per cedere la terza posizione a Toscana ed Emilia Romagna (27 giocatori). Fra queste tre regioni, tuttavia, il “nostro” contingente emerge per valore tecnico ed economico, almeno a voler considerare le quotazioni cumulate: rispettivamente 126 milioni, 109 e 58.
    Serie A, i giocatori nati in Italia sono 249.
    Ora davvero non è più calcio d’agosto. Chiuso il calciomercato ed esaurita la terza giornata (con una partita da recuperare), il massimo campionato 2017/18 sta entrando decisamente nel vivo. Allora, per capire un po’ meglio i caratteri del movimento calcistico nazionale, abbiamo voluto analizzare i contributi delle singole regioni alle 20 squadre principali del Paese. La platea è costituita dai giocatori nati in Italia che integrano le rose della Serie A. Al momento della terza giornata, la settimana scorsa, erano 249, circa la metà degli organici (ma possono essere ancora assunti gli svincolati). I dati di base sono tratti dal sito specializzato transfermarkt.it, che attribuisce anche un valore di mercato a ciascun atleta. I numeri che compaiono nei prossimi paragrafi sono nostre successive elaborazioni.
    Numeri assoluti: Lombardia, Lazio, Emilia Romagna & Toscana.
    La Lombardia dà 43 giocatori al campionato, il Lazio 35. Queste regioni confermano le posizioni della scorsa stagione. Molto interessante la gara per la terza piazza. La Campania, con 26 calciatori, dopo alcuni anni di discesa,  lascia il podio a Toscana ed Emilia Romagna, entrambe crescenti e appaiate a 27. Seguono Veneto (18), Calabria (11), Friuli VG (10), Piemonte e Marche (8), Sardegna e Liguria (7), Sicilia (6), Umbria e Trentino Alto Adige (5), Abruzzo (3). Val d’Aosta, Puglia e Molise hanno 1 rappresentante.
    Quota pro-capite: Friuli VG, Aosta, Toscana.
    La graduatoria cambia notevolmente se rapportiamo i calciatori alla popolazione delle rispettive regioni. In queste nostre elaborazioni, le cifre sono arrotondate.
    Il Friuli VG svetta con 1 giocatore ogni 122mila residenti. Seguono la Val d’Aosta (1 su 127mila, è Pellissier) e la Toscana (1 per 139mila). Le distanze sono brevi anche fra Emilia Romagna (165mila), Lazio (168.500), Umbria (178mila) e Calabria (179mila). Stesso discorso per il blocco formato da Marche (192mila), Trentino Alto Adige (213mila) e Liguria (224mila). Attaccata alla decima posizione ligure, ma pur sempre undicesima, troviamo la Campania: 1 calciatore in Serie A ogni 225mila residenti. La Lombardia è addirittura dietro (233mila), insidiata dalla Sardegna (236mila). Nel gruppone rientrano Veneto (273mila) e Molise (1 solo giocatore su 310mila persone). L’Abruzzo stenta (441mila), ma davvero incredibile è il Piemonte: 549mila. Quote insoddisfacenti si registrano in Sicilia (843mila) e soprattutto in Puglia: un solo effettivo su 4,1 milioni di corregionali.
    Città prolifiche: Roma, Napoli, Milano.
    Nella città di Roma sono nati 25 calciatori: un numero altissimo, se rapportato ai residenti (2,9 milioni) e alle altre 2 città feconde. Napoli (970mila abitanti) è meno popolata di Milano (1,4 miloni), ma entrambe hanno 9 calciatori. I bolognesi sono 5, i torinesi 4, gli udinesi 3.
    Province, quelli di Salerno il “caso” Castellammare.
    La provincia di Salerno presenta 3 esponenti in Serie A: 1 nato a Vallo della Lucania (il difensore torinista Molinaro) e 2 cavesi: l’attaccante Coda (Benevento) e il portiere Sorrentino (Chievo). Notevole il contributo di Castellammare di Stabia: 4 presenze, fra cui Quagliarella e il portiere Gigio Donnarumma. Castellammare ha altri 2 portieri nei quadri della A: Mirante e Antonio Donnarumma. Avellino, Benevento e Caserta non hanno rappresentanti.
    Valore delle quotazioni: Lazio, Lombardia, Campania.
    Per elaborare questa nostra classifica abbiamo sommato le quotazioni economiche attribuite a ciascun giocatore, accorpandole per regioni.
    I giocatori nati nel Lazio valgono complessivamente 203 milioni, quindi costituiscono di gran lunga il contingente più prezioso. Infatti i lombardi superano di poco i 180 milioni, mentre i campani oltrepassano i 126. La Toscana arriva a 109,5 milioni, l’Emilia Romagna si ferma a 58,4.
    Possiamo dedurre che queste ultime due regioni hanno parecchi giocatori, ma di prestigio tecnico ed economico inferiore ai campani, tranne pochi casi.
    I calciatori top: Bonucci, Insigne, Belotti.
    Laziale (di Viterbo) è l’italiano attualmente più costoso: Bonucci, il crack e il protagonista dell’ultimo calciomercato, vale 45 milioni secondo i redattori di transfermarkt.it. A sufficiente distanza insegue Insigne: 35 milioni per il campano di Frattamaggiore. Il lombardo Belotti e il toscano Bernardeschi condividono la terza posizione con 30.
    Solo in questa speciale graduatoria emerge un piemontese: Marchisio (25 milioni), con la stessa quotazione del calabrese Berardi, del laziale Romagnoli e del campano Gigio Donnarumma.


    Notevole il valore di mercato dei calciatori campani
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La laurea? Non basta
22/09/2017

thumbnail-small-1.jpgQuesto articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) venerdì 15 settembre 2017.

di P. Coccorese

ed E. Pappalardo

Se tre indizi fanno una prova, allora è il caso di convincersi una volta e per tutte che la provincia di Salerno di sicuro non è “adatta” ai laureati. Per la verità, non si tratta di una constatazione particolarmente nuova, ma mettere in fila numeri e percentuali che confermano una triste verità fa sempre un po’ impressione. Primo indizio: solo l’8 per cento dei laureati è previsto in entrata nel mercato del lavoro salernitano (fonte: Sistema Informativo Excelsior/Unioncamere/Ministero del Lavoro) nell’ultimo periodo monitorato (agosto-ottobre 2017) in relazione ai contratti che le imprese del settore privato – industria e servizi – hanno dichiarato di volere attivare.  [Continua]

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    Campania. La ripresa c’è, ma ancora lontani dalla pre-crisi
    07/07/2017

    Lo scenario.

    Lo stato di salute dell’economia campana nel 2016 ha mostrato segnali di miglioramento, ma non tali da allentare le preoccupazioni - nel breve e medio periodo – dal punto di vista reddituale ed occupazionale. Secondo diversi fonti analitiche la “ripresina” si è basata su una lieve espansione della domanda interna – che ha rilanciato in maniera disomogenea i consumi – e dell’export (prioritariamente incentrato sul segmento farmaceutico ed in seconda battuta sull’agroalimentare). Il dato che, comunque, fotografa la reale dimensione della situazione si sintetizza nel ritardo ancora ben consolidato del Pil rispetto al periodo pre-crisi (2007). Nel 2016 il prodotto interno lordo campano accusa ancora un -16% in relazione al Pil registrato dieci anni fa. [Continua]


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