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ICEA - Istituto Certificazione Etica e Ambientale

  • Lo Speciale

    Osservatorio Cciaa Sa/L’analisi delle dinamiche del sistema produttivo locale E’ ancora crisi, i piccoli soffrono di più

    Nei primi tre mesi del 2014 il manifatturiero non riparte, segnali positivi dall’alimentare
    Si confermano strategici il livello dimensionale e la capacità di entrare sui mercati esteri

    Lo scenario dell’economia salernitana nel primo trimestre dell’anno continua a segnalare indicatori negativi. Non si ravvisano elementi di novità rispetto ai mesi scorsi, ma, naturalmente, il permanere della situazione di difficoltà rende ancora più incerte e difficili le prospettive di ripartenza. Il quadro sostanziale che emerge dall’ultima nota analitica del sistema camerale (Cciaa Salerno), conferma, in ogni caso, che le imprese medio-grandi soffrono meno delle piccole (a prescindere dal settore di riferimento) e che la capacità di intercettare spazi di vendita sui mercati esteri resta l’elemento dirimente tra le aziende che riescono a guardare al futuro con meno pessimismo e tutte le altre. Ulteriore conferma negativa arriva dal comparto delle costruzioni che si configura come quello più profondamente in crisi: “le imprese edili conoscono nel primo quarto dell’anno una flessione pari al -5,5% del volume d’affari, la più significativa tra tutti i settori”.
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    I numeri dell'economia

    Censis/ Si è  concluso il ciclo di riflessioni estive sul tema: “I vuoti che crescono Aumentano i divari territoriali, troppe “distanze”

    Anche all’interno di una stessa regione si allarga la forbice su redditi e occupazione 
    “Solo i soggetti intermedi possono lavorare sulle differenze che tendono ad acuirsi”

    L’analisi del Censis punta l’attenzione sul processo in atto di svuotamento delle responsabilità locali, sottolineando il vuoto che si viene a creare in termini di governo dei processi in area vasta, con particolare riferimento alle differenze tra territori non solo all’interno di regioni diverse, ma anche nell’ambito di una stessa regione. Una dinamica che rischia di aumentare le distanze nella scia di un dualismo sempre più marcato da Norc/Centro ed aree del Sud. “Solo i soggetti intermedi - evidenzia lo studio del Censis - possono lavorare sulle peculiarità e le differenze dei territori che, come si è visto, oggi tendono ad acuirsi. Alla stagione delle riforme per sottrazione si possono contrapporre le stesse critiche della controversa stagione dei tagli lineari. C'è il rischio che si proceda allo svuotamento delle responsabilità locali senza fare le opportune distinzioni in termini di virtuosità degli enti, analisi di efficienza nell'erogazione dei servizi, valutazione del gradimento delle comunità locali”.
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    Approfondimenti

    Osservatorio Ance Salerno/Gli effetti negativi del meccanismo di controllo della spesa Il patto di stabilità? “Stritola l’edilizia, in Campania bloccati 563 milioni”

    Nelle costruzioni tra il 2007 e il 2012 calo cumulato, a livello regionale, pari al 31%
    Per i ritardati pagamenti le imprese nel 37% dei casi costrette a ridurre il personale
    Lombardi: “Una beffa non impiegare la liquidità disponibile degli Enti locali virtuosi”

    Nei sei miliardi di euro di risorse per pagamenti in conto capitale bloccati dal patto di stabilità interno rientrano ben 563 milioni relativi alla Campania. Ai sei miliardi bisogna aggiungere altri 2,5 miliardi di euro circa a carico delle Regioni (per fatture precedenti al 31.12.2012). In questo modo il “danno” riconducibile alle dinamiche innescate dal patto di stabilità interno ammonta a 8,5 miliardi. I dati sono stati evidenziati dal Centro Studi Ance Salerno sulla base di un’indagine di Ance nazionale.
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    Green Style

    Ismea-Istat/L’analisi delle vendite nel primo trimestre 2014 sui mercati internazionali Agroalimentare, export con il segno più

    Il food Made in Italy compensa ancora sul “fronte” estero il calo della domanda interna
    La Cia: Carrello della spesa più “leggero” con una contrazione di circa il 12 per cento

    E’ positivo il bilancio dell’export agroalimentare italiano nel primo trimestre del 2014. A confermarlo le elaborazioni Ismea dei dati Istat che, oltre a registrarne l’incremento dell’1,9% in valore, sottolineano i notevoli progressi per formaggi, salumi e frutta il cui export è aumentato, rispettivamente, del 7,9%, del 6,5% e del 7% sui primi tre mesi dello scorso anno. Proprio le esportazioni all’estero danno una notevole mano alle produzioni agroalimentari nazionali che, sul fronte interno, continuano a scontare una contrazione degli acquisti che sfiora il 12% rispetto ai livelli pre-crisi, così come evidenziato dalla Cia-Confederazione Italiana Agricoltori.
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    Glocal di Ernesto Pappalardo

    Dati sconfortanti nel rapporto della Banca d’Italia dedicato alle economie regionali Sempre più (s)profondo Sud (tra le eterne campagne elettorali)

    Il significato più autentico della crisi profonda e strutturale che continua ad attraversare i territori del Sud è stato ottimamente sintetizzato dalla Banca d’Italia nella nota introduttiva al rapporto sulle economie regionali diffuso lunedì scorso. Nella sequenza delle “differenze” tra il Centro-Nord ed il Mezzogiorno si coglie in maniera chiara come, di fatto, siamo in presenza di due “mondi” che si scrutano e si guardano con evidente senso di estraneità. Se iniziamo dal Pil, Bankitalia scrive: “la flessione registrata nel 2013 ha interessato tutte le aree del Paese, ma in modo decisamente eterogeneo le ripartizioni. È stata più ampia, e si è accentuata rispetto all’anno precedente, nel Mezzogiorno (-4,0 per cento; era stata di -2,9 nel 2012); si è attenuato il calo al Centro (-1,8 dal -2,5 dell’anno prima), nel Nord Est (-1,5 dal -2,5 del 2012) e soprattutto nel Nord Ovest (-0,6 dal -2,3 dell’anno precedente)”.
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