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ICEA - Istituto Certificazione Etica e Ambientale

  • Green Style

    Coldiretti/In crescita la percentuale nella fascia d’età compresa tra 18 e 34 anni. “Hobby farmers" sempre più giovani Con un investimento di 250 euro è possibile realizzare un orto “chiavi in mano” per 20 metri quadri in giardino, comprensivo di terra, vasi, concime, attrezzi, reti, sostegni vari, sementi e piantine.

    Si stima che saranno circa venti milioni gli italiani che, con i primi caldi stagionali, si dedicheranno al lavoro negli orti, nei giardini o nei terrazzi per curare, oltre ai vasi di fiori, anche piccole coltivazioni di lattughe, pomodori, piante aromatiche, peperoncini, zucchine e melanzane. Ad evidenziarlo è la Coldiretti che sottolinea anche come la percentuale di “hobby farmers” tra i giovani di età compresa tra i 18 ed i 34 anni è salita al 50,8 per cento ed ha addirittura sorpassato quella degli anziani over 65 anni che è del 47,9 per cento, secondo il Censis. [continua]




    Lo Speciale

    Il consuntivo 2014 del movimento cooperativo conferma i segnali di ripresa della domanda.
     
    Petrone: “Ora puntiamo su eccellenze ed export” Il presidente di Federcampana Bcc: “Raggiunti risultati importanti. Abbiamo incrementato l’erogazione del credito ad imprese e famiglie. Ora guardiamo con maggiore speranza al 2015”. In crescita impieghi (+42 milioni di euro) e raccolta (+200 milioni di euro), stabile l’utile netto.
     

    Il presidente di Federcampana Bcc Silvio Petrone
    E’ soddisfatto il presidente della Federazione Campana delle Banche di Credito Cooperativo Silvio Petrone. I dati finali riferiti al 2014 gli consentono di sottolineare che “anche se è stato un anno difficile, abbiamo tenuto fede all’impegno di non diminuire gli impieghi verso le famiglie e le imprese”. E di aggiungere: “Siamo stati premiati anche sul versante della raccolta: segno che il rapporto fiduciario con le comunità nelle quali siamo insediati è sempre molto vivo e forte”. “Siamo riusciti a mantenere - continua Petrone - un profilo strategico in sintonia con la nostra missione socio-economica: vicini al territorio, attenti alle logiche della corretta gestione, ma, soprattutto, decisi a privilegiare le relazioni con i nostri soci e la nostra clientela”. “L’aumento degli impieghi in un anno molto difficile come quello che abbiamo alle spalle - tiene ad evidenziare - descrivono la nostra capacità di ascolto e di accompagnamento concreto rispetto alle difficoltà del circuito produttivo e delle famiglie. Andiamo, quindi, avanti sulla stessa strada, implementando l’attitudine consulenziale verso la nostra clientela e posizionandoci sempre più a supporto delle imprese che hanno voglia di ripartire e di crescere: più attenzione alla costruzione di reti di aziende virtuose ed export oriented, ma anche sostegno pieno alle famiglie alle prese con redditi in contrazione". [continua]




    Approfondimenti

    L’analisi tecnica delle dinamiche introdotte dal “Jobs Act” varato dal Governo Renzi. NASpI: nuova indennità di disoccupazione o reale politica di tutela dei lavoratori? Rimodulato il sostegno economico per chi perde il involontariamente il lavoro. Si auspica un concreto passaggio dalla logica degli strumenti “passivi” a quella degli strumenti “attivi”.

    La Naspi prevede un importo pari al 75% della retribuzione
    di Antonio Viviano*
    La legge delega 183/14 ha conferito al Governo, all’art. 1 commi 1 e 2, il compito di riordinare la normativa in materia di ammortizzatori sociali. Con il decreto legislativo 22/2015, in vigore dal 7 marzo 2015, è stata introdotta la NASpI: Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego. Non solo la Naspi (che ha unificato i trattamenti di Aspi e Mini Aspi), ma anche due novità importanti come la DIS-COLL a favore dei collaboratori coordinati e continuativi e l’ASDI per coloro che al termine della Naspi si trovino ancora in stato di bisogno.
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    Studio Viviano&Partners
    antonio@vivianoepartners.com [continua]




    I numeri dell'economia

    Lo studio elaborato dalla Confcommercio sulle dinamiche dei flussi di visitatori in entrata.
     
    Solo 12 stranieri su 100 scelgono il Sud “Se il turismo straniero in Italia toccasse il livello di permanenza media della Spagna, le entrate valutarie aumenterebbero di 14 miliardi di euro”. L’incremento del 20% di questo indicatore (4,4 giorni) genererebbe +6,9 miliardi di euro su base annua.

    Nel Mezzogiorno solo 6 milioni di arrivi sui 50 complessivi
    “Negli ultimi sei anni, gli arrivi dei turisti stranieri nel nostro Paese - è scritto nel report di Confturismo/Confcommercio presentato nei giorni scorsi a Cernobbio - sono aumentati di 8 milioni passando da quasi 42 milioni del 2008 a poco più di 50 milioni del 2014, anno che ha registrato oltre 184 milioni di pernottamenti per una spesa di 34 mld di euro”. Ma dall'analisi comparativa con i competitors storici dell’Italia emerge che “in Spagna, dove il numero di arrivi internazionali nel 2014 (50,8 mln) è simile a quello dell'Italia, le entrate valutarie sono molto maggiori (49 mld), così come in Francia: 42 mld di entrate con un numero di arrivi (46 mln) addirittura inferiore a quello dell'Italia”. Il risultato è che “in Italia la spesa per arrivo è di 681 euro, in Francia di 914 euro ed in Spagna di 959 euro”. In altre parole: “in Italia gli stranieri spendono meno perché minore è la spesa media per pernottamento (un turista straniero spende 312 euro in Francia, 186 in Italia) e perché più breve è la durata del soggiorno (la permanenza media è di 5,1 giorni in Spagna e di 3,7 giorni in Italia)”. In base a questi calcoli - sostiene Confturismo/Confcommercio - “al turismo italiano mancano all'appello circa 14 miliardi di entrate valutarie (quasi 1 punto di Pil), che si otterrebbero se il nostro Paese avesse il livello di permanenza media della Spagna”. [continua]




    Glocal di Ernesto Pappalardo

    Come di consueto la settimana di Pasqua si trasforma in test per le previsioni estive. Turismo, l’eterna sfida perduta Nella fondamentale partita per captare i flussi di visitatori stranieri le regioni del Sud continuano ad essere in ritardo. Solo il 12 per cento di quanti arrivano dall’estero visita il Mezzogiorno.

    Ci risiamo. Con l’arrivo della settimana di Pasqua iniziano i soliti dibattiti sulle potenzialità “inespresse” del turismo al Sud. E’ una pratica che dura da decenni e che si conferma ogni anno in netto peggioramento. Perché? Perché proprio quando le dinamiche “macro” evidenziano l’aumento dei flussi di visitatori dall’estero, tanto più aumenta il tasso di “appropriazione” di meriti (imperscrutabili, per la verità) da parte dei politici nostrani. Poi, però, arriva lo studio approfondito ed articolato – in questo caso della Confcommercio (presentato a Cernobbio nei giorni scorsi) – che dimostra come proprio nelle regioni del Mezzogiorno sia più alta l’incapacità di attrarre gli stranieri: solo il 12 per cento dei turisti provenienti da oltre confine visita le regioni meridionali. Sarà un caso? Sarà un “complotto” internazionale? Sarà un’incredibile coincidenza “ciclica”? [continua]




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