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  • Lo Speciale

    Unioncamere/Previsioni poco ottimistiche per il terzo trimestre dell’anno in corso L’estate “fiacca” ancora le imprese

    Nell’industria, le aspettative su produzione e fatturato in crescita solo nell’alimentare
    I saldi estivi non rilanciano il commercio dei piccoli, attese migliori tra i più grandi
    E nelle aree del Mezzogiorno le proiezioni degli imprenditori risultano più negative

    Trend ancora negativo per il manifatturiero
    Sistema produttivo in difficoltà anche durante i mesi estivi in linea con il quadro di sostanziale frenata del Pil dovuto in larga parte alla contrazione del mercato interno. Ulteriore conferma arriva dall’analisi di Unioncamere che segnala ancora una volta la differenza di scenari previsionali tra piccole e medio/grandi aziende. Particolarmente difficile la situazione al Sud, come evidenziano gli indicatori inerenti produzione e fatturato.
    “La battuta d’arresto subìta, tra aprile e giugno, dalle imprese manifatturiere - si legge in un nota di Unioncamere - porta in terreno negativo le previsioni per il trimestre estivo. A segnalare l’orizzonte più fosco, ancora una volta, le piccole imprese con meno di 50 dipendenti, per le quali l’attesa di una riduzione della produzione e del fatturato nel periodo luglio-settembre prevale di 16 punti percentuali rispetto a chi, invece, intravvede una crescita di entrambe gli indicatori. Meno pesante (rispettivamente -5,2 punti per la produzione e -3,5 per il fatturato) il bilancio delle aspettative per le imprese con oltre 50 dipendenti”.
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    Approfondimenti

    Coldiretti-Ixe’/Verso la conclusione il tradizionale periodo di vacanze estive Estate low cost, con il freno tirato sui consumi

    Spending review delle famiglie su alloggi, località e uscite in locali e ristoranti
    Riscoperte le case in affitto o di proprietà, ritorna l’ospitalità da parenti ed amici

    Estate in calo per i lidi balneari
    Le vacanze estive stanno per andare definitivamente in archivio anche quest’anno e lasciano alle spalle molte aspettative deluse. La crisi dei redditi familiari ha inciso molto concretamente sulle modalità dei soggiorni e sugli stili di vita nei luoghi di villeggiatura. Grande attenzione al contenimento dei costi, riduzione della permanenza nei posti prescelti, poche uscite al ristorante o in pizzeria.
    In questi giorni stanno finendo le vacanze per nove italiani su dieci  “in una estate pazza - si legge in un nota della Coldiretti - fortemente condizionata dal maltempo che ha cambiato destinazioni, durata e budget”. Secondo l’ indagine Coldiretti/Ixe’ la “maggioranza del 60 per cento degli italiani quest’anno non ha trascorso neanche una notte di vacanza fuori casa”. Le vacanze degli italiani nell’estate 2014 sono state “comunque low cost per effetto soprattutto dei risparmi nell’alloggio, nella scelta della località ma anche nella durata che il 30 per cento ha ridotto”.
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    Green Style

    Il piano del Governo prevede diverse tipologie di agevolazioni Dieci azioni per i giovani imprenditori agricoli

    Il pacchetto di aiuti agli under 40 per incentivare il ricambio generazionale:
    mutui a tasso zero, agevolazioni per la compravendita dei terreni, accesso al credito

    Sono dieci le azioni messe in campo dal Governo per favorire il ricambio generazionale in agricoltura. Il Ministero delle Politiche agricole, attraverso il piano Campolibero, l'Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare e la Politica agricola comune (PAC) 2014-2020, mette a disposizione dieci tipologie di agevolazioni al fine di incrementare l'occupazione dei giovani nel comparto agricolo. Dai mutui a tasso zero, alle agevolazioni per l'acquisto e la vendita dei terreni, dagli sgravi di 1/3 del costo del lavoro, all'accesso al credito, un pacchetto di aiuti per gli under 40 che decidono di investire il loro futuro nella terra. 
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    I numeri dell'economia

    Cgia/Elaborato un indice specifico sulla base dei dati Istat, Bankitalia e Infocamere La Campania più “esposta” al rischio-usura

    La variazione negativa degli impieghi bancari in rapporto all’aumento delle sofferenze
    genera un pericoloso cortocircuito per imprese e famiglie nelle aree del Mezzogiorno

    Rischio usura sempre più dilagante in Campania
    E’ la Campania la regione italiana a maggior rischio usura. A dirlo è l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre sulla base di un’elaborazione su dati Istat, Banca d’Italia e Infocamere. Dall’analisi dell’indice realizzato emerge che nel 2013 la Campania, seguita da Calabria, Abruzzo, Puglia e Sicilia, è la realtà dove la “penetrazione” di questo drammatico fenomeno ha raggiunto i livelli maggiori. L’ulteriore innalzamento del rischio usura consegue alla diminuzione degli impieghi bancari alle famiglie e alle imprese che, tra la fine del 2011 e lo stesso periodo del 2013, è stata di quasi 100 miliardi di euro (97,2 miliardi). Nello specifico le prime hanno subito una contrazione di 9,6 miliardi (-1,9%), le seconde hanno registrato una flessione pari a ben 87,6 miliardi di euro (-8,8%). A lanciare l’allarme il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi: “A seguito della forte contrazione dei prestiti praticata dalle banche alle famiglie e alle imprese, c’è il pericolo che l’usura, soprattutto nel Mezzogiorno, assuma dimensioni preoccupanti”.
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    Glocal di Ernesto Pappalardo

    L’analisi della Cgia evidenzia la fragilità della rete di sostegno a Pmi e famiglie La crisi? Avvantaggia gli usurai

    Tutti i nodi prima o poi vengono al pettine. E’ del tutto evidente, per esempio, che di fronte al persistere della stretta creditizia - soprattutto nelle regioni meridionali - l’unica reazione plausibile da parte dei soggetti più a rischio (e cioè di quelli già “segnalati” all’interno del circuito bancario come clienti “difficili”) si configura nel ricorso al mercato “parallelo” (ed illegale) della liquidità che si caratterizza in larga parte per il triste e pericoloso fenomeno dell’usura. Un mercato che si articola - al di là dei pur ampiamente presenti solisti “artigiani” -  in una vera e propria “filiera” organizzata sempre più in maniera capillare sul territorio e molto rafforzata dai processi restrittivi (più che selettivi in senso qualitativo, molto probabilmente) messi in campo dalle banche. Il lievitare delle sofferenze ha implementato le dinamiche di contenimento della concessione dei prestiti, finendo, però, per escludere in maniera sistemica (sebbene del tutto coerente con i principi della corretta e sana gestione del merito del credito) una “fetta” di utenza destinata “fatalmente” a cadere nelle braccia degli usurai.
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