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  • Lo Speciale

    AgrOsserva/Ancora negativi riflessi della crisi sui budget familiari per la spesa Campania, battuta d'arresto per l'agricoltura

    E la filiera dell'alimentare perde 44 imprese nel primo trimestre dell'anno

    Agricoltura in affanno, agroalimentare in sostanziale tenuta, anche se accusa il colpo di un saldo di 44 aziende in meno nei primi tre mesi del 2014. Questo il quadro di sintesi delle dinamiche di variazione (dal punto di vista della nati/moralità delle imprese) in due segmenti strategici del sistema produttivo campano. I dati sono contenuti nel Rapporto AgrOsserva a cura di Ismea e UnionCamere riferito al primo trimestre 2014 presentato nei giorni scorsi (15 maggio scorso). 
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    I numeri dell'economia

    Rapporto Censis-Cia/Le dinamiche settoriali negli ultimi cinque anni Agricoltura, asset strategico per tornare a crescere

    Dal 2010 117mila nuove aziende: 106mila nel primario e 11mila nell'agroalimentare
    Tra il 2009 ed il 2013 aumentano gli iscritti alle facoltà collegate alla realtà della terra

    La filiera dell’agroalimentare si conferma tra gli asset produttivi più importanti per la crescita dell’economia. Aumenta anche la percezione diffusa a livello generale della rilevanza strategica sia delle imprese agricole che di quelle agroalimentari. La conferma arriva dalla ricerca “Un futuro per l'Italia: perché ripartire dall'agricoltura” realizzata dal Censis su incarico della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), che è stata presentata nei giorni scorsi a Roma.
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    Approfondimenti

    Unioncamere/ Elaborazione Centro Studi Ance conferma trend crescita Auto-impiego giovanile, è boom in Campania

    In provincia di Salerno saldo positivo (+1.682) con un tasso di incidenza pari al 14,11%
    Lombardi: “Risposta coraggiosa per lavorare, ora bisogna sostenere meglio le start up”

    I giovani campani scommettono sull’auto/impiego e le imprese under 35 incidono per il 14,3 per cento sul totale delle aziende censite nel circuito camerale (media nazionale 10,7%). Una percentuale superiore, quindi,  di circa 4 punti allo scenario/Italia, che colloca la Campania – per “peso” delle imprese giovanili sul totale dello stock – dietro solo alla Calabria, dove incidono per il 15,6%. La Campania registra, in ogni caso, il maggior tasso di crescita delle aziende under 35 tra le regioni dell’Obiettivo Convergenza con un  +11% a fine 2013 rispetto al pari periodo del 2012 (superiore al 10,4% della media-Italia). Seguono Puglia (+9,8%); Sicilia (+9,3%) e Calabria (+8,42%). I dati sono stati elaborati dal Centro Studi Ance Salerno sulla base del report Unioncamere (“L’impresa un’opportunità concreta di auto impiego per i giovani” pubblicato lo scorso 12 maggio) che sottolinea come questa dinamica sia riconducibile all’alto tasso di disoccupazione giovanile nelle regioni del Mezzogiorno con una conseguente attivazione di percorsi di auto/impiego superiore ad altre aree del Paese.
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    Green Style

    Ismea-Coldiretti/La spending review imposta dalla crisi  I tagli delle famiglie "gelano” la dieta mediterranea

    Nei primi mesi del 2014 risultano in calo gli acquisti degli alimenti base rispetto al 2013
    In tavola meno pasta (-5%), olio extravergine (-4%), pesce (-7%) e verdura fresca (-4%)

    La crisi trascina con sé anche la dieta mediterranea. Ad evidenziarlo un’analisi della Coldiretti sugli acquisti delle famiglie italiane nel primo bimestre dell’anno che conferma il trend negativo - secondo Ismea - già in atto da anni. I dati dell’analisi mostrano, nei primi mesi del 2014, un calo della spesa per la pasta (-5%), l’olio extravergine (-4%), il pesce (-7%) e la verdura fresca (-4%) rispetto al 2013. Secondo la Coldiretti “i prodotti base della dieta mediterranea sono quelli che hanno maggiormente subito il taglio della spesa alimentare, che in media è stato pari al 2 per cento e non ha risparmiato nessun prodotto della tavola. In controtendenza solo il vino che – sempre secondo Coldiretti - registra un aumento della spesa del 3 per cento a fronte però di un calo nel numero di bottiglie acquistate per effetto della tendenza a bere meno ma meglio”.
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    Glocal di Ernesto Pappalardo

    Contro la desertificazione industriale tavoli di partenariato pubblico-privato
    Le “task force” territoriali? Al Centro/Nord

    Tutte le analisi degli scenari economici confermano per il Mezzogiorno una situazione di grave difficoltà nella ricerca di una via d’uscita da una condizione di effettivo e diffuso disagio sociale derivante dalla contrazione dei livelli occupazionali e dalle conseguenze di un vero e proprio disastro politico/amministrativo. Non si tratta certamente di una novità. Né gli accadimenti degli ultimi mesi segnalano concreti fenomeni di inversione di tendenza. Al contrario, appare, addirittura, enfatizzato il quadro di un contesto socio/produttivo sostanzialmente incapace di esprimere strutturalmente ed organicamente un disegno di rinascita collettiva. Troppe frammentazioni da un lato (i famosi “blocchi” sociali di una volta sono in disfacimento); troppe inadeguatezze nel fare “sintesi” da parte di chi, pure, ricopre ruoli di responsabilità istituzionale, dall’altro. In mezzo quelli che un tempo erano considerati interlocutori di primaria importanza, i cosiddetti corpi intermedi, appunto. Anch’essi alle prese con un cambio d’identità complesso, che – se ritardato o mal gestito – potrebbe, per molti versi, rivelarsi semplicemente auto/distruttivo in termini di effettiva capacità di rappresentanza e di interlocuzione con le basi di riferimento.

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