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  • Lo Speciale

    Unioncamere-Symbola/L’analisi delle valore aggiunto prodotto e delle sue ricadute. Le filiere culturali valgono 78,6 mld Ma attivano complessivamente circa 227 mld (15,6 per cento del totale nazionale v.a.).
    Mezzogiorno indietro, in Campania l’incidenza sul totale dell’economia è pari al 4,5%.

    La cultura muove in Italia 227 miliardi di euro
    (Er.Pa.) – Se qualcuno avesse ancora dubbi sulla capacità di produrre arricchimento reale (e non solo intellettuale) da parte della cultura, l’indagine Symbola-Unioncamere presentata nei giorni scorsi a Roma - “Io sono cultura–l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi” -  evidenza numeri molti significativi. A conti fatti “le imprese delle filiere culturali e creative - è scritto nel Rapporto 2015 - producono 78,6 miliardi di valore aggiunto e attivano altri settori dell’economia arrivando a muovere complessivamente il 15,6% del valore aggiunto nazionale, equivalente a 227 miliardi di euro”. [continua]




    Lo speciale 1

    Le indicazioni emerse dal convegno Aifos svoltosi a Napoli lo scorso 5 giugno (D. Lgs. 231/01). Imprese tra responsabilità e rischi Magistrati, operatori del diritto, formatori e manager a confronto. "Ma è mai possibile che una legge del 2001 sia ancora così sconosciuta agli attori del mondo produttivo?".

    Luca Iovine con il Procuratore Guariniello a Napoli
    ​Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente approfondimento su una problematica di assoluta rilevanza per la gestione delle imprese: l’applicazione del D. Lgs 231/01.
    di Luca Iovine*
    Il D.Lgs 231/2001 appesantisce la questione del rischio di compliance e cioè il rischio che un’azienda non sia conforme a determinate norme, regole o standard. La compliance normativa indica il rispetto di specifiche disposizioni impartite dal legislatore, da autorità di settore, da organismi di certificazione nonché di regolamentazioni interne alle società stesse. Il mancato adeguamento o l’inefficace utilizzo di tali modelli determina una posizione di debolezza dell’impresa all’emergere di specifici reati.
    * Marketing Manager del Gruppo Iovine Salerno
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    I numeri dell'economia

    L’analisi dei dati sul mercato occupazionale dell’Osservatorio sul Precariato dell’Inps. Campania, tempo indeterminato +21,3% L’aumento complessivo delle nuove assunzioni a livello regionale (gennaio/aprile 2015 sul pari periodo 2014) è di 13.381 unità (+9,75%) leggermente al di sotto della media nazionale. 

    Nuove assunzioni in crescita, calano le cessazioni
    di Mario Gallo
    E’ stato di 188.679 unità l’incremento complessivo delle nuove assunzioni registrato nel primo quadrimestre 2015 rispetto al corrispondente periodo del 2014. I dati, pubblicati dall’Inps sul proprio sito istituzionale all’interno dell’”Osservatorio sul precariato”, evidenziano come il maggiore aumento riguardi le assunzioni a tempo indeterminato (+31,4%). In Campania l’aumento dei contratti di lavoro a tempo indeterminato nel I quadrimestre dell’anno (rispetto al I quadrimestre 2014) è stato pari al 21,35%.
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    Green Style

    Agrinsieme: “Consolidare la base strutturale delle aziende e la sfera organizzativa della filiera del Made in Italy”. Export: boom alimentare  I dati Istat riferiti al Mezzogiorno nel corso del primo trimestre 2015 evidenziano un forte incremento della produzione campana indirizzata oltre i confini nazionali (+13,4%).

    di Mario Gallo
    Cresce l’export nei primi tre mesi del 2015 e, contestualmente, aumentano anche le esportazioni del settore agroalimentare nazionale, soprattutto nelle regioni Nord-Orientali e meridionali, aree nelle quali, all’interno di un incremento delle esportazioni pari, rispettivamente, al 2,9 ed al 2,5%, spicca il contributo dei prodotti agroalimentari, cresciuto del 9%. A segnalarlo è il coordinatore di Agrinsieme Dino Scanavino.

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    Glocal di Ernesto Pappalardo

    Dopo le elezioni comunali pochi accenni di autocritica da parte dei democrat. Il “furbismo” Pd non sempre paga Lo svuotamento del ruolo degli organismi dirigenti non consente di procedere ad un vero rinnovamento della rappresentanza politica. La forma del partito “liquido” non funziona nei territori.

    Di questi tempi – quando anche i partiti sono “liquidi” – capita che all’improvviso le leadership sostanzialmente mediatiche (e cioè senza una base territoriale ampia ed organizzata di consensi) si ritrovino a fare i conti con qualche schiaffo in faccia che lascia il segno. La sconfitta alle comunali del Pd (e dell’impostazione verticistica che Renzi - nella foto sopra - ha imposto al partito) significa sostanzialmente che quando si scende sul campo di battaglia vero – quello fatto ancora di un “porta a porta” non televisivo – diventa molto complicato fare digerire alle comunità il partito che non c’è. [continua]




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