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  • Green Style di Mario Gallo

    Coldiretti/Deloitte. L’analisi della propensione ai consumi nel periodo delle festività. A Natale per i regali 219 euro Il budget calcolato per singolo nucleo familiare è sostanzialmente stabile rispetto al 2014, ma cala la spesa destinata alle uscite fuori casa anche in considerazione della preoccupazione derivante dai recenti eventi legati al terrorismo internazionale.

    Da un’analisi della Coldiretti - sulla base dell'indagine di fine anno 2015 di Deloitte - si evidenzia che, a fronte di un taglio netto del 10 per cento nelle spese per divertimenti in compagnia, resteranno sostanzialmente invariate quelle destinate dalle famiglie a regali e cibo. A Natale, quindi, anche sulla spinta dei recenti fatti di cronaca, si preferirà scambiarsi i regali e preparare una buona cena a casa piuttosto che andare al ristorante, al cinema, a teatro, ai concerti o nelle discoteche. [continua]




    Glocal di Ernesto Pappalardo

    Le analisi di scenario confermano l’aumento del divario tra le aree meridionali e quelle del Centro Nord del Paese. Convenienze attrattive? Anno zero Sempre più evidente la mancanza di una visione di sistema. Ha preso il sopravvento un insieme confuso di provvedimenti finanziari, appostamenti e variazioni di bilancio, fondi di sviluppo che stentano a impattare positivamente sui territori.

    Mentre infuria la “battaglia” sui decimali con il segno più per rendere mediaticamente roboante l’annuncio della ripresa – naturalmente da parte del Governo e dei partiti della maggioranza – appare sempre più chiaro che le regioni e soprattutto le imprese meridionali dovranno vedersela sostanzialmente da sole. Si è ormai palesato in maniera abbastanza concreta lo scenario che ci attende nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Un disegno vero e proprio – e cioè con obiettivi strategici certi e con altrettante risorse strategicamente appostate e certe – non è percepibile. E se non è percepibile significa che qualsiasi strumento sia stato reso disponibile per il Sud non è in grado di generare fiducia e, quindi, neanche la partecipazione e l’adesione dei privati. Di fronte a questa situazione toccherà ripartire al basso, con tutto quello che ne deriva dopo anni lunghissimi di crisi che hanno generato il drastico “dimagrimento” del tessuto produttivo e una dura selezione sul campo delle aziende che ora – sopravvissute – si guardano intorno per capire, prima di tutto, che aria tira al di la delle narrazioni che imperversano soprattutto sui social network. [continua]




    Il lavoro

    I mutamenti dello scenario normativo consentono di individuare nuovi percorsi in grado di alleggerire il carico fiscale su imprese e lavoratori. Ecco i “Flexible Benefits” L’azienda può riconoscere al dipendente una serie di servizi che non rientrano nel regime di tassazione ordinario ai fini della determinazione del reddito. In questo modo si configura la “strada maestra” per lo smart working.

    Flexible Benefits: incentivi al lavoratore senza tassazione
    La Pricewaterhouse Coopers, colosso della consulenza mondiale, ha pubblicato il rapporto “Paying Taxes 2016” che analizza tre indicatori che con cui hanno a che fare le imprese in 189 Paesi: Total Tax Rate, Time to Comply e Tax Payments. Il primo misura il peso del totale delle tasse pagate dalle imprese e l’Italia fa segnare una “somma” pari al 64,8% riferito al 2014, composto da un 19,5% di tasse sui profitti, 43,4% di tasse sul lavoro e il restante 1,9% di altre tasse. Il dato complessivo del Time to Comply, cioè il tempo impiegato per adempiere agli obblighi fiscali, è pari a 269 ore annue divise in 39 h per tasse sui profitti, 198 h per tasse sul lavoro e 32 h per altre tasse. Infine il numero di versamenti da effettuare è pari a 14. Rispetto al rapporto 2015 l’Italia ha migliorato seppur di poco il suo rate, ma la media europea ci dice che il Total Tax Rate si ferma al 40,6% ed il time to comply si ferma a 172 ore. [continua]




    Lo Speciale

    Unioncamere/Infocamere. I dati elaborati in considerazione dei flussi delle iscrizioni nell’ultimo triennio. Imprese straniere, crescita continua In Campania hanno raggiunto quota 36.930 e crescono nel terzo trimestre del 2015 al ritmo del 4 per cento soprattutto nelle filiere dell’edilizia e del commercio.
    Lombardi: “E’ la conferma dei cambiamenti in atto nelle dinamiche produttive. Necessario tutelare le nuove aziende ed incanalarle in progetti di crescita diffusa”.

    Il presidente dell'A.C.S. Antonio Lombardi
    “Siamo i fronte ad un fenomeno che si inquadra all’interno dei mutamenti in atto nella composizione del tessuto produttivo. La spinta dinamica delle aziende a guida straniera negli ultimi anni si è rivelata un fattore molto positivo, contribuendo a reggere, per quanto possibile, l’urto di una crisi occupazionale che nel Mezzogiorno ed in Campania non è di certo stata archiviata. Nell’ambito della filiera delle costruzioni si registra un massiccio ingresso di imprese e partite Iva a titolarità straniera, anche nel segmento specifico che prevede la specializzazione degli addetti. E’ evidente, però, che occorre incanalare queste spinte importanti in un più ampio disegno strategico di rilancio del settore che continua a vivere una situazione di gravissima difficoltà”. L’analisi di Antonio Lombardi - presidente dell’Associazione Costruttori Salernitani - tiene conto delle cifre importanti che emergono dai dati Unioncamere/Infocamere relative alle dinamiche delle imprese a guida straniera in Italia ed in Campania. [continua]




    L'acquario di Luca Iovine

    Qualità e competenze specifiche nell’ambito della filiera edile diventano sempre più sostanziali. Costruzioni, la sfida della Soa  Il prossimo 31 dicembre scade il termine - per le aziende operanti nel settore degli appalti pubblici - entro il quale offrire alla valutazione degli organismi autorizzati  i requisiti economici e tecnici acquisiti negli ultimi dieci anni. 

    Sempre pił importante l'attestazione SOA
    L’attestazione SOA è una sorta di patente che le aziende edili operanti nel settore dei lavori pubblici devono ottenere per potere partecipare alle gare d’appalto. Tale certificazione, insieme a quella di qualità, determina l’expertice dell’impresa e cioè quali tipologie di lavoro (strade, acquedotti, edifici, ferrovie) può realizzare e per quale importo. Il sistema delle attestazioni SOA è da sempre stato mal digerito dagli imprenditori edili affezionati all’Albo Nazionale Costruttori, meno costoso, meno accessibile e pertanto maggiormente garantista delle posizioni di mercato acquisite. Un’impresa, una volta ottenuta la sua “iscrizione”, non la perdeva più, poteva semmai ampliarla ed entrare in altri ambiti di operatività. [continua]




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