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  • Lo Speciale

    Storie del cambiamento/Si annullano (o quasi) le distanze geografiche, mutano le “letture” della quotidianità. SARO & SAMI, i nuovi salernitani  Il racconto del pendolare salernitano che ogni giorno raggiungeva l’ufficio nella capitale. “La mia giornata sul Frecciarossa. Sveglia alle 4 del mattino e ritorno alle otto di sera, sperando nella corsa perfetta”. 

    Agostino Merola, SARO per circa tre anni
    di Ernesto Pappalardo
    In queste ultime settimane si è molto scritto (e parlato) di Salerno, della sua identità culturale, economica e produttiva, della sua prospettiva di futuro. La prima cosa che colpisce è che molti “pezzi” di realtà ormai ben sedimentata non vengono in alcun modo presi in considerazione da chi, pure, dovrebbe “organizzare” lo sviluppo. E, intanto, ci si attarda in retoriche narrative ancorate a quello che Salerno sarebbe potuta diventare è non è, purtroppo, diventata. Perché, probabilmente, Salerno resta una città dal profilo incompiuto.
    [continua]




    I numeri dell'economia

    L’analisi della Banca d’Italia/I trend relativi agli acquisti nel periodo della crisi Consumi, bollette più "pesanti" La spesa media mensile di una famiglia di due persone nel 2013 è stata pari a 1.687 euro in Campania (2.366 euro in Italia). E rispetto al 2007 è diminuita del 13,5 per cento in termini reali.

    Le utenze drenano maggiori risorse alle famiglie
    (Er.Pa.) - La crisi economica ha influito non poco sulla contrazione dei consumi delle famiglie campane in considerazione della diminuzione del reddito disponibile. Secondo l’analisi della Banca d’Italia (diffusa nelle scorse settimane), che prende in considerazione i dati Istat, “nel 2013 la spesa media mensile di una famiglia di due persone era pari a 1.687 euro in Campania (in Italia era di 2.366 euro)”. Se, poi, si allarga il periodo di riferimento, “rispetto al 2007 era diminuita del 13,5 per cento in termini reali, più che nel resto del Paese (-9,5 per cento), ma meno di quanto era calata mediamente nelle regioni del Mezzogiorno (-14,2 per cento)”. [continua]




    Approfondimenti

    L’analisi delle tipologie contrattuali nell’ambito della riforma del Governo Renzi. “Job on Call”, tutele garantite “Strumento utile nei settori del turismo e dei pubblici esercizi in quanto caratterizzati da alta instabilità dovuta in larga parte alla stagionalità o a forme di incentivi al consumo”.

    Per il contratto a chiamata stesse tutele di quello subordinato
    di Antonio Viviano*
    Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D.Lgs. 81/2015 che negli articoli 13–18 traccia le nuove regole del lavoro a chiamata o “Job On Call”. Rispetto a quanto introdotto dal Decreto Biagi nel 2003, il riordino dei contratti di lavoro voluto dal Governo Renzi stabilisce le modalità per poter utilizzare la suddetta forma contrattuale ponendo il rispetto di due requisiti: uno soggettivo legato all'età del prestatore, sempre utilizzabile con lavoratori di età superiore ai 55 ed inferiore ai 24 anni; un requisito oggettivo legato invece alla possibilità di svolgere prestazioni discontinue secondo le esigenze individuate dai C.C.N.L., in mancanza di un accordo collettivo si applicano le condizioni individuate con decreto del Ministro del Lavoro.
    *
    Studio Viviano&Partners
    antonio@vivianoepartners.com [continua]




    Green Style

    Presentata nei giorni scorsi ad “Expo 2015” la guida per la scelta delle specialità ittiche. E ora “Mangiamoli giusti” Slow Food: Più di 500 specie native, ma con una quantità in peso ridotta, incapaci di resistere alle pratiche massive. Fino a 50 anni fa si consumavamo in Italia circa 150 categorie di pesce, oggi non più di 40, ma l’80% del consumo è solo su 10.

    (Ma.Ga.) - È stata presentata allo Slow Food Theater, nell’ambito di Expo 2015, la guida Slow Food “Mangiamoli giusti”, pubblicazione che aiuta a scegliere in modo consapevole e sostenibile il pesce da mettere in tavola. L’obiettivo è quello di fornire uno strumento utile a comprendere quali siano i pesci da cucinare e quali quelli da lasciare in mare, combinando piacere e responsabilità. [continua]




    Glocal di Ernesto Pappalardo

    Nella confusione del quadro istituzionale emerge con sempre maggiore chiarezza la distanza dell’economia regionale dai territori più avanzati. Sviluppo? Com’è lontana Brescia Visto dalla Campania il modello produttivo della provincia Lombarda – tra le prime in Europa – appare irraggiungibile. Eppure la strada da seguire per provare a ripartire è la stessa: prima di tutto puntare sulla manifattura e sul capitale umano delle aziende.

    Numeri impressionanti. Il Pil del territorio bresciano è pari a 35 miliardi di euro (il 2,7% del Pil nazionale); il valore aggiunto ammonta a 10 miliardi, di cui 9 provenienti dal manifatturiero, con 430mila occupati su 1,3 milioni di abitanti. “Le nostre eccellenze non si limitano all’industria, ma sono nell’artigianato, nel commercio, nel turismo, nella cultura e nell’agroindustria. Siamo una vera forza”.  [continua]




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