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  • Lo Speciale

    Il report Ismea/L’analisi delle dinamiche finanziarie all’interno del settore primario. Imprese agricole, domanda di credito ancora debole Difficoltà di accesso e mancanza di liquidità tra i principali fattori di criticità del sistema produttivo: il 59% delle imprese intervistate li indica quali cause di fuoriuscita dal mercato.

    Ancora bassa la richiesta di credito delle imprese agricole
    di Mario Gallo

    Nel 2014 il 74,7% delle aziende agricole non ha fatto alcuna richiesta di finanziamento al circuito bancario, anche se è in crescita la quota di imprese del settore primario che ha comunque interagito con gli istituti di credito, percentuale salita al 25,3% dal 18,3% del 2013. I dati emergono dall’indagine qualitativa sull’accesso al credito condotta da Ismea nel mese di dicembre 2014 che ha coinvolto 730 operatori ed i cui risultati sono stati pubblicati nei giorni scorsi all’interno del Report trimestrale sul credito delle imprese agricole curato dall’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare. Rispetto al 2013, inoltre, risulta un miglioramento del contesto delle relazioni, con l’incremento della percentuale di aziende agricole che ha dichiarato condizioni di accesso al credito più favorevoli (dall'1,5% al 10%) e con la flessione di operatori che percepiscono un peggioramento delle condizioni offerte dalle banche (dal 35% al 29%).
    [continua]




    Approfondimenti

    L’analisi tecnica delle dinamiche introdotte dal provvedimento varato dal Governo Renzi. Autonomi o subordinati al tempo del Jobs Act Con l’abrogazione delle assunzioni “precarie” si rafforza la certezza di non assistere all’applicazione (d’ufficio) di un contratto diverso da quello ipotizzato inizialmente.

    Le assunzione 'precarie' cedono il passo
    di Antonio Viviano*

    Il decreto di attuazione del Jobs Act ha abrogato, all’art. 49 e 50, quelle forme contrattuali che erano ritenute “causa” della precarietà o, meglio, quei contratti che hanno, fin dall’inizio, generato “confusioni” e “fraintendimenti” nella loro applicazione: il contratto a progetto, l’associazione in partecipazione con apporto di lavoro ed il fenomeno delle “false” partita iva. Con l’introduzione dello sgravio contributivo per i nuovi assunti si è intervenuto “di fatto” rendendo il contratto a tempo indeterminato economicamente più vantaggioso. Ora, con l’abrogazione formale ed immediata delle forme contrattuali su esposte, chi assumerà con un contratto avrà un minimo di certezza di non vedersi applicato, d’ufficio o dal giudice, un contratto diverso. Personalmente ritengo che quest’abrogazione era dovuta e senza alcun rimpianto, in considerazione del fatto che l’intervento non si riduce alla sola eliminazione delle forme contrattuali ma vuole definire in maniera chiara anche gli elementi che caratterizzano la subordinazione rispetto all’autonomia.
    *
    Studio Viviano&Partners
    antonio@vivianoepartners.com [continua]




    Lo speciale 2

    Nei giorni scorsi il presidente Mauro Maccauro ha presentato il documento alla stampa. Regionali, la piattaforma di Confindustria Salerno I cinque punti di forza: opportunità Mediterraneo; qualità, forza lavoro e capitale umano; risorsa conoscenza; patrimonio di bellezza; cultura di impresa. Le cinque priorità da affrontare: sensibilità industriale; ambiente e habitat sociale; semplificazione; fondi europei; tassazione.

    Il presidente di Confindustria Salerno Mauro Maccauro
    Nei giorni scorsi il presidente degli industriali salernitani Mauro Maccauro ha presentato la piattaforma programmatica che sarà sottoposta all’attenzione dei candidati alla presidenza della Regione Campania nel corso di una serie di confronti in programma nella sede associativa. “In occasione del voto che aprirà in Campania un nuovo ciclo istituzionale - ha sottolineato Maccauro - abbiamo inteso  fornire il nostro contributo di idee per la costruzione di un progetto-Regione che restituisca smalto e nuovo slancio alla nostra terra. La prossima legislatura regionale sarà, infatti, un banco di prova fondamentale: le scelte che si compiranno dovranno essere indirizzate, non solo al recupero delle quote di competitività perdute in questi anni a causa della crisi economica, ma anche a consentire all’intero territorio regionale di avanzare lungo una prospettiva di sviluppo a tutto tondo, coordinando intorno ad essa gli sforzi della politica e, più in generale, della collettività. Al centro va messa la capacità diffusa di fare impresa e di creare un binomio a nostro avviso inscindibile tra il lavoro e la persona, l’unico in grado di legare sviluppo economico e crescita sociale.” [continua]




    Green Style

    Il 7 e 8 maggio prossimi attività formativa organizzata a Salerno dalla Medicert srl. Il 2015? Anno internazionale del suolo Sauli (Associazione italiana per l’ingegneria naturalistica): “E’ assolutamente necessario adottare misure finalizzate al miglioramento della qualità ambientale dei territori e degli ecosistemi”. 

    Il 7 e l’8 maggio  prossimi “Medicert srl” nell’ambito delle attività dedicate alla formazione ed all’aggiornamento professionale ha organizzato a Salerno due incontri formativi dedicati alle tematiche inerenti l’ingegneria naturalistica, disciplina incentrata sui sistemi di impiego - come materiale da costruzione - di componenti vegetali vivi (piante) in abbinamento con pietrame, terra, legname etc. Il corso, tenuto dal Dott. Fabio Palmeri e dal Dott. Gino Menegazzi, è patrocinato dall’Aipin (Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica). Riportiamo l’intervista che il presidente dell’Aipin Giuliano Sauli ha rilasciato ad “Ecobionews”, newsletter periodica di “Medicert srl”. [continua]




    Glocal di Ernesto Pappalardo

    I parametri Eurostat/Ocse confermano il divario competitivo tra le aree del Nord-Centro e del Sud. Il vero tesoro è il “capitale territoriale” L’analisi di Aldo Bonomi evidenzia la necessità di ripartire dalla visione che pone al centro le varie componenti di base in grado di determinare la ricchezza delle regioni del Mezzogiorno.

    In campagna elettorale si tende quasi sempre a perdere di vista il perimetro reale dei problemi con i quali è urgente confrontarsi. Si preferiscono altri terreni di scontro, alimentando una confusione generale che finisce per rendere complicata la distinzione agli occhi di tutti (anche degli osservatori professionali, non solo dei semplici cittadini-elettori) delle priorità programmatiche dei diversi candidati e schieramenti in campo. L’effetto-minestrone diventa predominante e solo in pochi conservano il “desiderio” di cimentarsi nel difficile esercizio di comprendere la reale valenza operativa delle proposte che si dichiara di volere attuare una volta eletti. Eppure in una democrazia matura il primo pilastro della relazione fiduciaria tra candidati ed elettori è proprio la “sottoscrizione” di un patto - al momento del voto - in base ad un impegno solenne sulle cose che entrambi le parti in causa (candidati ed elettori) ritengono di realizzare. Niente di tutto questo accade da anni nel nostro Paese ed in particolare nelle regioni del Sud. I programmi dei candidati (e dei partiti) sono fumosi; le proposte quasi sempre prive di un aggancio concreto alla dinamica dei finanziamenti che potrebbero renderle praticabili; la visione dei problemi o è molto lontana dalla realtà effettiva delle cose o, pure quando parte da un’analisi concreta, si rivela priva di un piano attuativo articolato in tempi certi ed adeguati alla “normale” capacità di attesa dei destinatari degli interventi. [continua]




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