contatore accessi free Salerno Economy - Blog di informazione economica
  • Lo Speciale

    La nuova associazione è stata costituita nell’ambito del sistema-Confcommercio Federnautica: "Il nostro obiettivo?  Fare sistema" Il presidente Di Stefano: "Il nostro settore è sottovalutato, manca un approccio strategico da parte della filiera istituzionale. Sul piano imprenditoriale è necessaria una forte spinta ai processi aggregativi".

    Il presidente di Federnautica Davide Di Stefano
    Il 5 marzo scorso si è svolta l’assemblea costituente di Federnautica ed è stato eletto alla presidenza Davide Di Stefano, imprenditore impegno nel segmento del diportismo. L’iniziativa - nata all’interno di Confcommercio Imprese per l’Italia della provincia di Salerno – si pone come “obiettivi prioritari - è scritto in una nota diffusa ala stampa - lo sviluppo di progetti che favoriscano l’aggregazione delle aziende della filiera/risorsa ed il sostegno all’intero comparto”. Il Consiglio Direttivo che affiancherà Di Stefano è così composto: Ubaldo Muoio – Navalia srl; Ventura Italo – Distretto turistico Riviera Salernitana; Ennio Falcone – Presidente Lega Navale Sezione di Amalfi; Giovanni Paolo Sabia - Elidiport srl; Antonino Ventura – Pontili Ventura snc; Pasquale Rofrano – Tecnomotorseaway; Giovanni Iannuzzi - B&B Yachting; Fabrizio Scaramella – Southstar srl; Piergiorgio D’Errico – Neg srl; Carmine Landi – CVL Nautica Division srl; Daniele Ardia Daniele – Sealife Salerno sas; Attilio Piccolo – Green Boat Technology. [continua]




    I numeri dell'economia

    Ricerca Censis/L’analisi della domanda rivela un vasto bacino di "sommerso" L’infermiere? Si paga di tasca propria La domanda è in crescita: dalle iniezioni alle medicazioni, fino all'assistenza a malati cronici e non autosufficienti. 2,7 miliardi di euro è il valore annuo dell'«out of pocket» per questo tipo di prestazioni. Un italiano su due paga in nero.

    In Italia spesa privata per prestazioni infermieristiche a 2,7 mld
    Quasi 9 milioni di italiani pagano di tasca propria per avere un infermiere. In un anno si sono rivolti a un infermiere privatamente 8,7 milioni di persone (il 17,2% dei cittadini maggiorenni). Sono soprattutto malati cronici (2,8 milioni) e persone non autosufficienti (1,4 milioni). È nel Nord-Ovest che si registra la quota più alta di persone che ricorrono a un infermiere pagandolo di tasca propria (il 25,8% dei residenti adulti), al Nord-Est la percentuale scende all'11,7%, al Centro al 15,4% e al Sud al 14,5%. È quanto emerge da una ricerca realizzata dal Censis per l'Ipasvi, la Federazione Nazionale dei Collegi di Infermieri. 2,7 miliardi di euro è il valore annuo dell'«out of pocket» per prestazioni infermieristiche. Sulla base dei dati raccolti dal Censis, in dodici mesi la spesa privata per prestazioni infermieristiche in Italia è stata pari complessivamente a 2,7 miliardi di euro. [continua]




    Approfondimenti

    L’analisi tecnica delle dinamiche introdotte dal “Jobs Act” varato dal Governo Renzi
     
    La revisione dei contratti, si poteva fare di più? L’intervento del Governo non appare sostanziale, mira a rendere più evidenti i confini tra lavoro subordinato parasubordinato. La battaglia alla precarietà va combattuta sul versante del costo del lavoro.

    Jobs Act: aboliti Co.Co.Pro. e associazione in partecipazione
    di Antonio Viviano*
    Partiamo da un dato positivo: a gennaio il tasso di disoccupazione scende al 12,6%, seguendo l’andamento già registrato a dicembre 2014 (12,9%), dato che si traduce in circa 130mila posti di lavoro in più. Numeri incoraggianti che si legano al clima positivo che si inizia a respirare nel mondo del lavoro: la complessa riforma in cui è impegnato il Governo inizia a dare i primi risultati sia sul piano motivazionale che su quello dei numeri. All’interno del Jobs Act si inserisce anche il decreto di revisione delle tipologie contrattuali caratteristiche del mondo del lavoro. L’ultimo grande intervento risale alla riforma “Biagi”del 2003 che introdusse nel nostro ordinamento nuove tipologie contrattuali, flessibili, e che ha determinato, secondo alcuni, la precarietà del lavoro in Italia. Con la delega ricevuta, il Governo mette le mani nei contratti: tema assai delicato e di importanza fondamentale. L’entrata in vigore del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, rappresenta il primo passo verso la riaffermazione della suddetta tipologia contrattuale come “la forma comune di rapporto di lavoro”.
    *
    Studio Viviano&Partners
    antonio@vivianoepartners.com [continua]




    Glocal di Ernesto Pappalardo

    Aumenta il grado di fiducia di imprese e famiglie, ma mancano ancora segnali concreti di inversione di tendenza La ripresa e le occasioni da non perdere Mentre in altri territori si accelera per “approfittare” di importanti dinamiche macro (QE, euro debole, Jobs Act, petrolio ai minimi) nelle regioni del Sud non si intravedono strategie operative per scuotersi dalla crisi.
     

    Si fa un gran parlare negli ultimi giorni dei cosiddetti “segnali” della  ripresa economica. Non manca il tentativo di “contagiare” l’opinione pubblica con una sorta di effetto-ottimismo da parte del Governo centrale. Insomma, la stimolazione dell’aspetto evocativo in senso positivo di fatti e notizie supera di gran lunga il ragionamento in senso stretto su temi ed argomenti precisi. Si tende, in altre parole, a disegnare profili capaci di sollecitare la fiducia di famiglie ed imprese in modo da giungere ad una rappresentazione che conforta e consolida le scelte che chi governa ha messo in campo. E’ un modo di procedere che riguarda tutti i livelli istituzionali. Accade, per essere chiari, anche in Campania con la “lettura” offerta dal governatore Caldoro sullo stato delle cose nella nostra regione. L’obiettivo, ovviamente, è lo stesso: captare consenso, fabbricare consenso, gettare un ponte sul futuro di breve periodo per chiedere il voto a proprio favore. D’altro canto, si è andata sempre più affermando la “dittatura” dei numeri e delle statistiche che domina incontrastata nel circuito mediatico, spesso, senza alcun approfondimento tecnico. Al punto che si può leggere sullo stesso argomento tutto ed il contrario di tutto. Anche le cifre sono, quindi, diventate strumento di propaganda (in un senso o nell’altro). [continua]




    Green Style

    Dossier Coldiretti/Le dinamiche imitative di due dei migliori esempi del Made in Italy Il falso parmigiano supera quello vero Nel 2014 la quantità della produzione originale è stata inferiore a quella realizzata all’estero. Ma il fenomeno dell’italian sounding diventa sempre più insidioso anche all’interno dei confini nazionali.

    Nonostante il 2014 sia stato l’anno del record delle esportazioni dell’agroalimentare Made in Italy, il valore dell’export legato a due prodotti di punta del panorama italiano, il Parmigiano Reggiano ed il Grana Padano, ha registrato, in controtendenza, un calo. Anche rispetto ad altri formaggi, quali il Pecorino ed il Gorgonzola. Coldiretti, all’interno del suo primo “Dossier sul mercato del Parmigiano Reggiano, tra crisi ed opportunità” ha denunciato il moltiplicarsi nel mondo delle imitazioni del più importante formaggio prodotto in Italia lanciando su twitter l’#hashtag  #ParmigiAmo. [continua]




Torna indietro Stampa