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    Fipe - Confcommercio/Dopo cinque anni ritorna a crescere la domanda interna La spesa in vacanza? Prima il cibo Dei 40 miliardi del budget destinato alle ferie previsti nel periodo luglio-settembre oltre un quarto (11,5 mld) è riservato all’alimentazione: 8,4 mld  per bar e ristoranti e 3,1 mld per acquisti da consumare a casa.

    (Ma.Ga.) - Torna a crescere la domanda turistica interna nell’estate 2015, invertendo un trend negativo che durava da cinque anni, e con essa è in aumento anche la spesa per le vacanze. Questo il dato principale emerso dai calcoli della Fipe - Confcommercio sulle segnalazioni turistiche di questo avvio di stagione. Le presenze totali attese in Italia per il periodo luglio-settembre sono ben 414 milioni. Di queste, 181 milioni concentrate durante il picco di agosto (136 milioni quelle italiane e 45 milioni quelle straniere) per una spesa totale di 40 miliardi di euro (26 miliardi spesi dagli italiani e 14 miliardi provenienti dalle tasche dei turisti stranieri). [continua]




    Lo Speciale

    L’intervento. “Aziende sole, ma ancora vitali” I dati dell’analisi qualitativa su base semestrale delle dinamiche del settore delle costruzioni a cura del Centro Studi Ance Salerno. Cento interviste agli associati.
     

    Il presidente di Ance Salerno Antonio Lombardi
    di Antonio Lombardi*
    Il segnale che arriva dall’analisi semestrale del Centro Studi Ance Salerno è forte e chiaro: le imprese edili della nostra provincia ci credono ancora, non hanno tirato i remi in barca e continuano a lottare. Non a caso sono quelle più piccole che mostrano maggiormente indicatori in campo positivo, perché negli ultimi mesi hanno saputo cogliere le opportunità offerte dai provvedimenti inerenti le ristrutturazioni e l’efficientamento energetico. E’ in questo segmento che si sono catapultate iniziando anche un ulteriore processo di specializzazione e di riqualificazione del personale.
    *Presidente Ance Salerno [continua]




    Lo speciale 2

    Le dinamiche in atto sui mercati globali impongono la revisione dei percorsi formativi. L’innovazione nasce a scuola Per costruire un modello di sviluppo realmente competitivo occorre partire dal sistema dell’istruzione di base. Solo così si possono attivare processi di interscambio virtuoso con il sistema economico e produttivo.

    Luca Iovine
    Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
    di Luca Iovine*
    ​Istruzione e formazione sono fattori determinanti non solo per l’Italia ma pure per l’Unione Europea anche se non da sempre. Inizialmente infatti furono escluse dal Trattato di Roma del 1957 dove si privilegiava il concetto di ricchezza da un punto di vista strettamente economico, già con Maastricht acquisirono più importanza. D’altronde se non c’è cultura comune e ricchezza culturale non c’è ricchezza economica ed UE. Il progetto Erasmus, oggi diventato un contenitore per gli scambi culturali di tutte le età, andava in quella direzione, mobilitare l’istruzione a livello europeo per arricchirne i contenuti favorendo gli scambi e le conoscenze delle best practices.
    * Marketing Manager del Gruppo Iovine Salerno
    [continua]




    Approfondimenti

    L’analisi dei primi effetti concreti della riforma sul mercato dell’occupazione. Jobs Act “rimandato” a settembre La vera “carenza” del legislatore si rileva nelle finalità degli otto decreti. Gli sforzi sono stati concentrati sul versante della precarietà e del tempo indeterminato, ma resta il vuoto assoluto su alcuni “fronti” determinanti: contratti di partecipazione, welfare aziendale, sharing economy, interrelazione salari/produttività. E non è affatto poco.

    Jobs Act, ancora da verificare gli effetti di lunga durata
    di Antonio Viviano*
    ​Non possiamo fare altro che “rimandare” il Jobs Act a settembre e non perché andiamo in ferie: l’ultimo dato Istat ci dice che il tasso di disoccupazione è nuovamente al 12,7% condannando il Jobs Act, e la linea di azione scelta dal Governo, ad una bocciatura. Si tratta però di una bocciatura non secca: le riforme introdotte dai decreti attuativi hanno rinnovato parzialmente il mercato del lavoro e quindi la bocciatura è parziale.
    *
    Studio Viviano&Partners
    antonio@vivianoepartners.com [continua]




    Glocal di Ernesto Pappalardo

    Le analisi di Svimez e Confindustria hanno delineato le coordinate reali delle criticità nelle quali le regioni meridionali si dibattono senza troppe speranze di venirne a capo. Sud, il momento della verità Piani, programmi, annunci, proclami: tutto già visto e sentito più volte. Ma adesso la sensazione è che il tempo a disposizione sia davvero poco. Prima dell’economia è indispensabile affrontare le emergenze sociali: troppe le famiglie precipitate nel baratro di un disagio insostenibile.

    Il problema – come si diceva un tempo – è politico. E’ tutto politico, per la verità. Alla fine si è arrivati (con gravissimo ritardo) al nodo centrale della questione: che cosa intendono fare veramente le Istituzioni (Ue, Governo, Regione etc etc etc) per affrontare quella che è diventata a tutti gli effetti una vera e propria emergenza sociale, prim’ancora che economica e produttiva? Insomma, stringi e stringi non si può più bluffare. Non basteranno le solite “narrazioni” o le consuete contumelie sulla lamentosità dei meridionali. Si dovrà prendere atto dei numeri. Dei numeri che dimostrano in maniera incontrovertibile quanto poco concludente si sia rivelata la rappresentanza politico/istituzionale espressa a tutti i livelli dai cittadini del Sud e quanta poca voglia abbiano dimostrato di avere gli ultimi Governi (compreso quello in carica) di affrontare strutturalmente il dualismo crescente tra le diverse aree del Paese. [continua]




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