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  • L'intervista

    Gli scenari della filiera dell'edilizia confermano trend molto negativi. “Costruzioni, fondi Ue ultima spiaggia”

    Spinelli (Feneal Uil): “Attiveremo un tavolo di monitoraggio per evidenziare le responsabilità”. “Piccoli Comuni abbandonati a se stessi, nessuno si occupa dei progetti che restano al palo.”

    Patrizia Spinelli, segretaria provinciale della Feneal Uil di Salerno
    di Ernesto Pappalardo

    “Il dato inquietante è che dietro l’aumento delle ditte individuali e delle partite Iva  in Campania ed in provincia di Salerno sta prendendo sempre più piede la precarizzazione dei posti di lavoro principalmente nel settore delle costruzioni. Siamo, ormai, in piena emergenza anche perché si restringe il flusso di contribuzioni verso gli Enti di riferimento del comparto e questa situazione mette in discussione prioritariamente anche la normale attività di rappresentanza e di tutela dei lavoratori da parte delle organizzazioni sindacali”. Patrizia Spinelli, segretaria provinciale della Feneal Uil di Salerno con tabelle e analisi di riferimento alla mano, non usa giri di parole per descrivere quello che sta accadendo. “Siamo allarmati – dice a salernoeconomy.it – perché da un lato la crisi delle costruzioni si è trasformata in una palude dove lavoratori ed imprese girano a vuoto senza ottenere la ripartenza effettiva anche di piccole quote di investimenti pubblici; e dall’altro quel poco di lavoro che c’è ancora, davvero poco, viene organizzato in modo da evitare il più possibile la stabilizzazione degli operai. E’ un fenomeno che colpisce i vari profili professionali (da quelli medio/bassi a quelli più specializzati) e che anticipa – sottolinea Spinelli – una tendenza destinata, purtroppo, a consolidarsi nel tempo”.
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    La nota politica

    Nel breve e medio periodo si rivelerà determinante l'esito dello scontro in atto nei democrat. Il Pd e l’epilogo della vecchia storia

    Lo scontro aperto nel partito del presidente del Consiglio è destinato a condizionare fortemente il cammino delle riforme. La componente post/Ds proverà a contrastare fino all'ultimo la “mutazione genetica” imposta da Matteo Renzi.

    Momento di transizione all'interno del Pd
    di Ernesto Pappalardo

    Il problema di fondo che deve risolvere Matteo Renzi è abbastanza complicato. Si trascina da anni e, soprattutto, si configura come il tentativo di scrivere l’epilogo della storia di una “nomenclatura” che difficilmente sgombrerà il campo senza rinunciare a profondere tutte le energie contro il presidente del Consiglio/segretario. La questione della vera identità politica del Pd è solo apparentemente un “rebus” socio/culturale. In realtà è un tipico scontro di potere all’italiana, infarcito di episodi di trasformismo mischiati con tecniche di sopravvivenza in un’arena dove il ricambio generazionale è un concetto del tutto astratto.
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    I numeri dell'economia

    Censis/Prevale un atteggiamento di sfiducia nell’evoluzione della situazione economica. La crisi? Fa riempire i salvadanai Boom di contanti e depositi bancari: 234 miliardi in più rispetto al 2007 (+9,2%). Consumi azzerati, investimenti immobiliari dimezzati, liquidità delle famiglie salita a 1.209 miliardi. Soldi “cash” o fermi sui conti correnti per ogni evenienza.

    La crisi
    La crisi spinge al risparmio oltre che al contenimento dei consumi. Nel clima di incertezza e di pessimismo che si è diffuso nel corso degli ultimi sette anni ha preso il sopravvento la prudenza: meglio mettere da parte quello che è possibile, anche a costo di ridurre il tenore di vita e di tirare la cinghia oltre le stesse esigenze quotidiane. La conferma di questo atteggiamento arriva attraverso l’elaborazione dei dati contenuti nel nono numero del “Diario della transizione” del Censis, che “ha l'obiettivo di cogliere e descrivere i principali temi in agenda in un difficile anno di passaggio attraverso una serie di note di approfondimento diffuse nel 2014”. 
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    Green Style

    Dati Ismea/Variazione negativa a livello nazionale ed in particolare al Sud ed al Nord. Cala la produzione di vino in Campania (-10%) Rispetto ai 1,644 dello scorso anno i volumi dovrebbero attestarsi a 1.480 ettolitri. In particolare, ha inciso sulle diverse fasi fenologiche il clima non certo tra quelli auspicabili, che ha condizionato fioritura, allegagione e invaiatura.

    Si attesterà al 15% la variazione negativa della produzione di vino a livello nazionale nel 2014 stimata da Ismea e Unione Italiana Vini (41 milioni di ettolitri) rispetto ai 48,2 milioni diffusi dall'Istat per il 2013, un anno in cui, comunque, si è avuta una produzione particolarmente abbondante, l’8% in più rispetto alla media dei cinque anni precedenti. Dolenti note anche per la produzione vinicola attesa in Campania che nel 2014, pur non raggiungendo i livelli negativi della media nazionale, accuserà, sempre secondo le stime Ismea, una riduzione del 10% rispetto a quanto prodotto nello scorso anno.
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    Glocal di Ernesto Pappalardo

    Le buone pratiche amministrative delle Regioni del Centro/Nord per combattere la crisi Investimenti, la "ricetta" toscana Attrarre finanziamenti sui territori per provare ad uscire dal persistente stallo recessivo. La valorizzazione degli asset produttivi competitivi si conferma una priorità strategica

    La crisi allunga i suoi tempi e continua a creare gravi problematiche alle imprese e, più complessivamente, ai sistemi produttivi locali. L’elenco delle criticità aumenta di giorno in giorno e si moltiplicano le analisi che spiegano come non sarà affatto facile venire a capo di una situazione a dir poco compromessa. Inutile indugiare su quali siano i provvedimenti da varare immediatamente: tagli alla spesa corrente; privatizzazioni; riforme strutturali della pubblica amministrazione; alleggerimento della pressione fiscale; ridisegno delle regole del mercato del lavoro (Jobs Act nel senso più completo ed equilibrato possibile); credito a imprese e famiglie eccetera eccetera . E’ una litania che, ormai, evidenzia solo la rappresentazione estetica del fallimento di tutti i Governi degli ultimi vent’anni (e rischia di diventare il “Vietnam” di quello presieduto da Renzi). Di fronte a questo quadro tipicamente italiano - in quanto le responsabilità vengono continuamente rimpallate da un attore protagonista all’altro del disastro/Italia -  le uniche ricette innovative e creative per fare qualcosa di concreto in tempi compatibili con l’età media di una generazione arrivano – come sempre – dai territori.
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