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  • L'intervista

    L’intervista/Le strategie nel breve e medio periodo dell’istituto di credito cittadino Banca di Salerno, prestiti “taylor made” per gli artigiani

    Il direttore Canoro: “Pronti a sostenere le micro-imprese con interventi mirati”
    “Rivedremo i piani di ammortamento dei mutui alle famiglie per contenere i tassi”

    Vincenzo Canoro, direttore generale della Banca di Salerno
    “Il nostro obiettivo è tenere fede alla filosofia originaria del movimento del credito cooperativo: continuare ad essere una banca di vicinato rafforzando ulteriormente le azioni a supporto delle micro e piccole imprese e delle famiglie che tradizionalmente hanno un consolidato rapporto fiduciario con quella che un tempo era considerata in termini positivi una vera e propria banca di quartiere, per usare la metafora più calzante”. Vincenzo Canoro, da qualche mese direttore generale della Banca di Salerno, delinea in maniera concreta la strategia che l’istituto di credito sta già attuando in questi primi mesi del 2014 “con grande attenzione - sottolinea - ad interventi dimensionati sulle esigenze effettive della nostra clientela di riferimento: artigiani, piccoli imprenditori, nuclei familiari in grado di produrre piccole quote di risparmio annuale, solo per citare i bacini più ampi”.  [continua]




    I numeri dell'economia

    I dati Cciaa Salerno/L’analisi riferita al quarto trimestre 2013 ribadisce le criticità Scenario negativo, i piccoli soffrono di più

    Spiragli positivi per l’export, buona perfomance dell’artigianato Made in Salerno
    L’alimentare si conferma riferimento trainante, il commercio vede ancora “nero”
    Permane in contrazione l’andamento del volume di affari delle costruzioni: -9,8% 

    Lo scenario complessivo evidenzia una serie di indicatori in campo ampiamente negativo per manifatturiero, costruzioni, commercio e servizi. C’è qualche novità positiva legata all’export dell’artigianato “Made in Salerno”, ma è abbastanza chiaro che permane un trend di stallo recessivo. In altre parole non si ravvisano ancora le condizioni indispensabili per avviare un tentativo di vera e propria “ripartenza” diffusa. Anche se – va detto – probabilmente il punto di caduta è stato raggiunto, se non altro per la persistenza di un ciclo negativo che a tratti ha assunto le caratteristiche di mutamento strutturale. A soffrire maggiormente sono i piccoli che stentano particolarmente a fare fronte all’onda lunga della crisi e ad intercettare i mercati esteri, che restano, in ogni caso, il riferimento centrale per tutte quelle imprese che sono riuscite fino a questo momento a contenere i danni. Il report della Camera di Commercio di Salerno riferito al quarto trimestre del 2013 offre, quindi, una fotografia del sistema economico e produttivo provinciale che conferma sostanzialmente criticità e potenzialità ampiamente note. Il problema è che non si ravvisano iniziative concrete in grado di avviare a soluzioni problematiche ben note. [continua]




    Approfondimenti

    Centro Studi Ance Salerno/Le dinamiche relative ai finanziamenti europei Fondi Ue,  la spesa è ancora lenta

    Gli indicatori del Por Campania (Fesr) segnalano un residuo di circa 2,5 miliardi
    Le percentuali dei pagamenti non hanno superato in nessun caso la soglia del 60%
    Lombardi: “Occorre accelerare, gli Enti che non spendono vanno commissariati”

    In Campania, al 31 gennaio scorso, il totale dei pagamenti dei fondi comunitari Fesr (Fondo Europeo Sviluppo Regionale) è stato del 43,1% (1,97 miliardi di euro) su una dotazione finanziaria di 4,57 miliardi di euro. Il totale di certificazioni all'Unione Europea (al 31 dicembre 2013) è stato di 1,45 miliardi di euro (31,8%). Sono i dati diffusi dal Centro Studi dell'Ance (Associazione dei costruttori edili) di Salerno che ha analizzato i dati della Regione Campania relativi al percorso attuativo del Por Campania Fesr 2007/2013. Se si entra nel merito degli indicatori relativi ai sette assi di investimento (in base ai dati del Sistema Monitoraggio Monit e del bilancio regionale), il Centro Studi Ance Salerno evidenzia che le percentuali dei pagamenti e delle certificazioni "non superano in nessun caso le soglie del 60% per i pagamenti e del 55% per le certificazioni", secondo i dati pubblicati sul sito www.porfesr.regione.campania.it. [continua]




    Green Style

    Vinitaly/I comportamenti dei consumatori nel canale della grande distribuzione Il vino? Più qualità, meno quantità

    Nel circuito dei supermercati la quota di mercato ha raggiunto il  63 per cento
    Resiste la bottiglia “Doc”, in calo i brick, ma crescono le produzioni biologiche

    Meno quantità ma maggiore attenzione al rapporto tra prezzo e qualità: questo, in generale, il comportamento del consumatore italiano di vini nel corso del 2013 che emerge dalla ricerca svolta dall’Iri per Vinitaly 2014 (a Verona dal 6 al 9 aprile) sulle vendite di vino nei supermercati, un canale che distribuisce circa il 63% del vino. Resistono, quindi, la bottiglia Doc e il vino da tavola, cala, invece, il consumo del vino in brick, cresce quello del vino biologico. Chianti e Lambrusco, secondo la ricerca, risultano essere stati i vini più venduti nel 2013, mentre in Campania resistono, ai vertici del consumo, il Solopaca e l’Aglianico. [continua]




    Glocal di Ernesto Pappalardo

    Storie di territorio/L’azienda piemontese esporterà due milioni di litri (Uht) Centrale del Latte, Torino sbarca in Cina

    Mentre a Salerno si rischia pericolosamente di perdere il valore del “marchio”
    e non si prova a puntare sul partenariato pubblico/privato basato sulla qualità

    La Centrale del Latte di Torino – azienda privata, quotata in borsa al segmento Star di Borsa Italiana – ha da poco iniziato ad esportare latte a lunga conservazione e bevande di soia in Cina: circa 2 milioni di litri di prodotti a regime. Si tratta di una storia esemplare, una storia di territorio che contiene molti insegnamenti saggi, che – magari – potrebbero costituire la traccia di riferimento per non dissipare beni molto preziosi e, a quanto pare, poco considerati da queste parti: la filiera produttiva e, naturalmente, il marchio della Centrale del Latte di Salerno. Sono proprio la filiera produttiva ed il marchio che coagulano in sé i valori intorno ai quali si concentrano tutte le potenziali strategie di successo che dovrebbero essere prese in considerazione nei territori del Mezzogiorno alle prese con la ricerca di una via d’uscita dalla marginalizzazione industriale nella quale sono precipitati. Sono proprio i “rapporti fiduciari” con il consumatore, le consolidate filiere di qualità che - attraverso politiche di marketing mirate ed incentrate sul marchio, manco a dirlo – si configurano come tra i pochi asset vincenti rimasti al Sud. E, invece, si pensa ad altro. [continua]




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