I numeri dell'economia
                     
      
      
      Confesercenti/L’analisi delle dinamiche economiche nel breve e nel medio periodo
      Sei anni per recuperare i consumi pre-crisi
      Nel 2014 si prevede una nuova caduta del Pil (0,2%) ed un consistente calo degli investimenti fissi lordi (-1,5%); debito pubblico ancora in crescita (135,7 miliardi di euro)
        
          
           
    In Italia ripresa economica ancora lontana 
          
Saranno necessari sette anni per il rientro del Pil sui valori del 2007, sei anni per i consumi e otto anni per i livelli occupazionali. Questo il quadro che si desume dal Rapporto di Previsione sull’Economia Italiana Confesercenti-Ref secondo il quale, dopo un 2014 in cui vengono confermati numerosi dati economici negativi, nel 2015 non si assisterà ad una svolta positiva, ma solo a piccoli miglioramenti non sufficienti per la creazione di benefici consistenti per il mercato interno e l’occupazione.
Nel 2014 cali per Pil e investimenti, debito pubblico in crescita. Tiene l’export (+1,9%).
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                    La nota politica
                     
      
      
      Il correntismo tra i democrat continua ad ostacolare un reale processo di cambiamento
      La sfida del Pd tra la Campania e Firenze
      Scenario complesso all’interno del partito stretto nella morsa degli scontri del passato
mentre si accumulano ritardi sulla definizione di una piattaforma di idee e di proposte
        
          
           
    Matteo Renzi 
          
di Ernesto Pappalardo
La domanda è insistente da mesi: alla fine, quale decisione prenderà Matteo Renzi sulle “complicate” vicende campane interne al Pd? La scadenza delle elezioni regionali rischia di trasformarsi per i democrat (come ampiamente prevedibile) in una sorta di resa dei conti dopo decenni di correntismo e di leaderismi confinanti con veri e propri culti della personalità. Sui danni provocati dalla frammentazione del territorio (e dei bacini di voto) in base alla geografia “neofeudale” scaturita dall’elezione diretta dei sindaci è meglio sorvolare. E’ una stagione che in termini di dialettica democratica ha provocato all’interno degli ex Ds solo devastazioni, favorendo la nascita dei tristemente “famosi” partiti personali. E va aggiunto che ha anche fortemente appiattito le posizioni del partito (e la stessa genesi delle idee e della conseguente “visione” politica) su quelle espresse dai propri esponenti che si insediavano al vertice delle istituzioni (Comuni, Province, Regione). 
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                    Green Style
                     
      
      
      E’ stato firmato a Roma il protocollo con la Camera di Commercio Italiana dell’Ontario
      Confagricoltura punta sul Canada
      Obiettivi dell’iniziativa: favorire i processi di aggregazione imprenditoriale con percorsi
di qualificazione del segmento “Food&Beverage” e lotta capillare all’italian sounding
        
          
           
          
Sviluppo e promozione delle produzioni enogastronomiche Made in Italy di qualità  in Canada: queste le finalità del protocollo di intesa firmato a Roma nei giorni scorsi da Confagricoltura e Camera di Commercio Italiana dell’Ontario (“Italian Chamber of Commerce of Ontario – ICCO”). Presenti il direttore generale di Confagricoltura, Luigi Mastrobuono (nella foto a sinistra), il segretario generale della ICCO, Corrado Paina, il vicepresidente di Confagricoltura, Giandomenico Consalvo ed il delegato e partner associato della Camera di Commercio italo-canadese, Roberto Mastronardi.
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                    L'intervista
                     
      
      
      Nelle analisi di scenario non si colgono segnali di cambiamento per il Sud
      Tavella (Cgil): “Lotta aperta alla precarietà”
      “Situazione critica in Campania, occorre un grande piano di investimenti del Governo”
“Rischio di sostenibilità sociale della crisi, è necessaria una nuova politica economica”
“Anche il sindacato deve rinnovarsi: non può rimanere immobile, se tutto si modifica”
        
          
           
    Franco Tavella 
          
di Ernesto Pappalardo
Lo scenario economico nazionale e meridionale continua ad evidenziare criticità radicate e difficili da superare nel breve periodo. Nelle regioni del Sud le previsioni per i prossimi mesi confermano il permanere di una situazione di “stallo” con la maggior parte degli indicatori in campo negativo. L’attenzione è incentrata sui provvedimenti del Governo, ma si discute anche e soprattutto della riforma del mercato del lavoro. Il ruolo dei corpi intermedi – associazioni datoriali ed organizzazioni sindacali – rimane al centro dell’attenzione, stimolando ragionamenti spesso strumentali, anche se va detto che proprio il “Jobs Act” resta uno dei banchi di prova più attesi in Europa per l’esecutivo guidato da Matteo Renzi. Che cosa ne pensa il sindacato in Campania? Quali soluzioni propone? Il segretario regionale della Cgil, Franco Tavella, avverte: tutte le decisioni ed i provvedimenti che “alimentano” la precarizzazione del lavoro “saranno aspramente contrastate”. Quello che occorre – evidenzia – è un piano nazionale di investimenti in grado di ridare fiato al sistema economico e produttivo del Mezzogiorno, perché al Sud – sottolinea – “o investe lo Stato o investe la criminalità organizzata”. Né manca nel ragionamento del segretario regionale della Cgil il richiamo alla necessità di rileggere in maniera critica il ruolo del sindacato: “La strada del cambiamento e del rinnovamento - afferma - è per noi una strada obbligata”.
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                    Glocal di Ernesto Pappalardo
                     
      
      
      Le diverse opzioni per rimettere in moto il circuito economico e produttivo del Sud
      Fisco alla torinese per attivare investimenti
      Il sindaco Piero Fassino ha preannunciato interventi per la riduzione delle imposte sulle imprese che intendono insediarsi sul territorio del capoluogo piemontese creando posti di lavoro
        
          
           
          
Il tema di fondo – strettamente connesso all’emergenza occupazionale – è la riattivazione degli investimenti pubblici e privati. Tutte le analisi confermano che gli effetti  della varie manovre governative di tipo restrittivo che si sono succedute a partire dal 2011 (Governo Monti) hanno avuto “conseguenze” maggiori nel Mezzogiorno che in altre parti d’Italia. Non è un caso che da Mario Draghi in giù venga richiamata sempre di più l’attenzione sull’esigenza inderogabile di stimolare la domanda aggregata. Il punto, quindi, è sinteticamente questo: da che parte cominciare? Avere un’idea chiara su questa cruciale materia sarebbe già un sostanziale passo in avanti. Se si escludono i fondi europei (e qui il Governo Renzi  già ha fatto capire bene come la pensa ai cittadini del Sud riducendo  la quota di cofinanziamento statale inerente il ciclo 2014-2020), è chiaro che bisogna concentrarsi sui capitali privati. Tenendo bene conto del fatto che in giro per il mondo – non solo per l’Italia – si muovono decine di miliardi di dollari (e di euro) in cerca di buone occasioni. Evidente, quindi, l’esigenza di iniziare a porsi il problema di diventare una “buona occasione” per quanti hanno il problema di fare fruttare le ingenti masse di liquidità che gestiscono in proprio o per conto terzi.
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