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  • L'intervista

    L’intervista. L’analisi dell’economista pugliese sulle prospettive del Mezzogiorno Viesti: “Basta con l’auto-flagellazione, il Sud può ripartire”

    “Occorre sostenere gli asset industriali vincenti e valorizzare le intelligenze dei giovani”
    “Senza politiche nazionali (efficaci) non può bastare la spinta dello sviluppo dal basso”
    “Il sindacato (autoriformato) è un interlocutore indispensabile per i processi di crescita”

    Gianfranco Viesti
    di Ernesto Pappalardo

    “C’è molta confusione in giro. La sensazione è che manchi un’idea chiara di sviluppo, un disegno generale nel quale fare confluire tutte le proposte operative non solo per il Sud, ma per la ripartenza dell’Italia. Naturalmente, per il Mezzogiorno la situazione è ancora più complessa e difficile. Ma è giunto il momento di smetterla con l’auto-flagellazione e di concentrarsi sulle cose che abbiamo e che funzionano (e non sono poche), e su quelle da fare. Un punto, però, è chiaro: senza efficaci politiche di sviluppo nazionali non è immaginabile un rilancio, dell’Italia e del Sud. Solo la spinta locale (quando c’è) non basta”. Gianfranco Viesti, economista e meridionalista tra i più affermati ed ascoltati anche grazie a prese di posizione spesso fuori dal coro dell’auto-commiserazione dominante negli ultimi anni nelle regioni del Sud, in questa intervista rilasciata a salernoeconomy.it entra nel merito delle questioni legate alla crisi strutturale dei modelli produttivi ed evidenzia la necessità di articolare le politiche per il Sud partendo principalmente da un disegno nazionale in grado di interagire con le particolarità dei territori. 
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    I numeri dell'economia

    Exelsior Unioncamere/Le previsioni relative al mercato del lavoro per l’anno in corso Cuochi e baristi, ecco i profili vincenti

    In provincia di Salerno 1.690 contratti di lavoro riguarderanno le professionalità riferite
    alle attività ricettive ed al circuito della ristorazione; il saldo complessivo resta  negativo nell’ambito dei flussi occupazionali riferiti al personale dipendente: 1.760 unità in meno

    I profili nel turismo e nella ristorazione sempre tra i più richiesti
    di Mario Gallo

    Sono i profili intermedi tipici del turismo e della ristorazione (cuochi, camerieri e baristi).quelli maggiormente ricercati dalle imprese della provincia salernitana nel corso del 2014. Il dato si inserisce all’interno delle previsioni di assunzione formulate dalle imprese dell’agricoltura, dell’industria e dei servizi, registrate dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro per l’anno in corso. Si stima, infatti, che tra le 11.560 assunzioni di lavoratori dipendenti previste per quest'anno dalle imprese della provincia di Salerno ben 1.690 riguarderanno le professioni qualificate nelle attività ricettive e nella ristorazione. Resta, comunque, negativo il saldo occupazionale nel salernitano relativamente alle assunzioni di personale dipendente stimato da Unioncamere: -1.760 unità contro -3.700 dello scorso anno.

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    Green Style

    I provvedimenti approvati dal Governo per sostenere la competitività sui mercati esteri

    Lo “sblocca-Italia” punta sul Made in Italy
    Tra le iniziative rientra anche la realizzazione di un marchio unico per l’agroalimentare
    e la promozione di articolate campagne di contrasto al fenomeno dell’italian-sounding

    All’interno del decreto “Sblocca Italia”, approvato dal Consiglio dei Ministri nei giorni scorsi, è stata prevista l’adozione delle norme di “Promozione straordinaria del Made in Italy e misure per l'attrazione degli investimenti”, messe a punto dal Ministero dello Sviluppo economico in collaborazione con il Mipaaf per la parte riguardante l'agroalimentare. Nel piano di generale rilancio dell’internazionalizzazione del Paese attraverso il previsto sostegno alle imprese italiane, sono 4 le direttrici di intervento a cui sono destinate parte degli stanziamenti previsti dal piano specificamente per il sostegno dell'agroalimentare italiano nel mondo.
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    La nota politica

    Le manovre dei partiti in vista della scadenza della prossima primavera entrano nel vivo Se il centrodestra scopre il civismo dal basso

    Si invertono le dinamiche che hanno caratterizzato l’atteggiamento degli schieramenti
    Il Governatore Caldoro prova ad allargare i confini dell’area di riferimento dell’ex Pdl

    Stefano Caldoro
    di Ernesto Pappalardo

    La politica riserva sempre sorprese. E, spesso, rivoluziona atteggiamenti, schieramenti di campo, strategie nell’arco di pochi mesi. La vittoria così ampia ed imprevista (nelle dimensioni) del Pd alle elezioni europee sta determinando un drastico cambio di approccio alla competizione per le regionali del prossimo anno in Campania. Mentre ai bei tempi del leaderismo centralistico berlusconiano era il simbolo dell’ex cavaliere a trainare il partito (e i candidati) anche nei turni amministrativi, oggi si impone un cambio di passo. Insomma, l’area del centrodestra – come ha compreso con largo anticipo il governatore della Campania Stefano Caldoro – non può più fare troppo affidamento sul tricolore di Forza Italia o sui manifesti sei per tre con le immagini ieratiche di Sua Emittenza. Occorre ben altro per fare fronte all’onda d’urto del renzismo che inaspettatamente si è manifestata anche in Campania e nelle regioni meridionali (sebbene conservando una serie di problemi interni molto più consistenti che in altre parti d’Italia).
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    Glocal di Ernesto Pappalardo

    La crisi ha assunto caratteri strutturali che impongono cambiamenti di sistema Imprese e sindacati? A lezione di tedesco

    E’ tempo di ritornare ai problemi di ogni giorno. Le vacanze – per chi è riuscito a farle – sono alle spalle ed il chiacchiericcio estivo non ha lasciato alcunché di significativo in termini di proposte concrete. La solita sarabanda di annunci e preannunci ad uso e consumo dei giornali ha solo rimestato nel mortaio problemi veri, che in qualche modo dovranno essere affrontati, senza alcun costrutto. Magari non di corsa, ma “passo dopo passo” (che è sempre meglio da un punto di vista della resistenza al tempo e alle intemperie della politica). L’importante, però, è che – a partire dalla riforma del lavoro – si inizi a fare sul serio. Ed è sempre utile andare a studiare da vicino i modelli vincenti o, quanto meno, quelli che hanno saputo offrire risposte concrete, anche se in contesti molto diversi. Maurizio Ferrera (Corriere della Sera del 2 settembre scorso)  fin dal titolo del suo intervento puntualizza la questione di fondo: aziende e sindacati in questa partita cruciale devono abbracciare la logica della “santa” alleanza.
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